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Trentino trilingue, insegnanti scettici.

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Il governo di Ugo Rossi sta lavorando a ritmo serrato per introdurre una scuola trilingue italiana, tedesca ed inglese nella parte meridionale della nostra Euregio, mediante il ricorso alla metodologia del CLIL (apprendimento integrato dei contenuti e delle lingue). Si tratta di una scommessa importante che reinserirebbe a pieno titolo il Trentino nel plurilinguismo storico del nostro comune Tirolo e ne amplierebbe ulteriormente gli orizzonti con l’approfondimento dell’inglese. Tuttavia sono in molti a pensare che una trasformazione così radicale di un intero sistema scolastico sia una vera e propria esagerazione e che accanto alle opportunità vadano tenuti in debita considerazione anche i rischi dell’operazione. Ad esempio il CLIL, secondo i timori di alcuni, potrebbe influenzare negativamente l’apprendimento dei contenuti nelle singole materie da parte degli alunni meno inclini all’apprendimento linguistico — perlomeno se non attuato con tutte le precauzioni del caso.

Ciò che invece stupisce è il timore di vedere svalutata (se non addirittura deteriorata) «la madrelingua» italiana. Oltre 1200 firme raccolte in breve tempo fra gli insegnanti delle scuole primarie ne sono un’importante testimonianza, che a maggior ragione dovrebbe far riflettere più a nord. Infatti, mentre i vicini trentini dispongono di una realtà sociale quasi perfettamente monolingue e quindi sostanzialmente stabile, qui da noi in Sudtirolo siamo confrontati a tre comunità linguistiche, fra cui due minoranze esposte ai naturali effetti assimilatori di uno stato nazionale. E se già in Trentino gli insegnanti mettono in guardia dai rischi del trilinguismo spinto per la madrelingua, tanto più destabilizzante è il potenziale effetto di una scuola «mista» in Sudtirolo, dove esiste il rischio effettivo di uno stravolgimento della fragile situazione linguistica. L’apprendimento e il rafforzamento della madrelingua sono infinitamente più importanti per una minoranza linguistica che per la maggioranza «nazionale» di uno stato.

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Comentârs

5 responses to “Trentino trilingue, insegnanti scettici.”

  1. Libertè avatar
    Libertè

    Ich will nicht wissen wie viele Stunden nützlichen Stoffes durch dieses CLIL zerstört werden.

    1. Gabriele Di Luca avatar
      Gabriele Di Luca

      Non è il CLIL in sé a distruggere la trasmissione dei contenuti, ma una cattiva applicazione di questa metodologia. E il discorso ovviamente vale per QUALSIASI altra metodologia.

      1. Steve avatar
        Steve

        Was läuft denn schief bei CLIL? Und wie ginge es deiner Meinung nach besser?

      2. Gabriele Di Luca avatar
        Gabriele Di Luca

        Invertirei la domanda: cosa funziona nella metodologia CLIL e quali sono le migliori condizioni per ottenere il successo formativo? Ovviamente il punto di partenza è questo: attribuire maggiore valore all’evoluzione di una competenza plurilinguistica e non ribadire sempre il principio che l’apprendimento delle lingue avvenga sempre e soltanto (e soprattutto per tutti) secondo lo schema cronologico: L1, L2, L3… http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=1881

  2. hqibk avatar
    hqibk

    Ich genoss CLIL Unterricht in Englisch im 3. Oberstufen Jahr in einem IT Fach auf Englisch und möchte nun darlegen wie ich aus meinen Erfahrungen zu meiner Meinung gekommen bin.

    Zu meiner Ausgangsituation sei so viel gesagt ich war nie richtig gut in Italienisch in Englisch dafür umso besser. Dies normalisierte sich dann in der Oberstufe. Ich würde mich daher als durchschnittlichen Schüler bezeichnen.
    Meine Erfahrungen mit CLIL waren eher schlecht zum einem verstand 1/4 der Klasse nicht was gesagt wurde und schaltete dementsprechend ab. Der Rest war eigentlich recht zufrieden, da ohnehin das meiste des Stoffes grundsätzlich auf Englisch war. Wiederum das andere Viertel beteiligte sich aktiv am geschehen.
    Deshalb denke ich bei CLIL muss man vor allem beachten:
    1. Nicht zu früh – Nichts ist schädlicher als wenn man den Unterrichtstoff (sprachlich) nicht gut folgen kann
    2. Wenig Notendruck – Es sollte einen möglichst geringen Notendruck geben damit man die Sprache etwas spielerischer erlebt.
    3. Thematisch passend – Wenn ich ein Fach lerne bei dem in der Welt fast ausschließlich Englisch genutzt wird dann ist es natürlich Sinnvoll dieses auch in Englisch zu lehren. Damit öffnet man sich eine weite Tür auch Fachliteratur zu verstehen. Umgekehrt wäre es verheerend dieses Fach in z.B Italienisch zu unterrichten
    Des Weiteren möchte ich anmerken das ich davon überzeugt bin das solche Maßnahmen in Italienisch im Nationalstaat Italien Geister rufen dürften die man eigentlich nicht möchte.
    “Mir kennen decht eh Italienisch wieso sollte man des Übersetzen?”

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