Die folgenden Äußerungen stammen vom Pächter eines Cafés im Bozner Don-Bosco-Viertel. Vorangegangen war eine Bemerkung meinerseits zur ausgehängten Öffnungszeit, die nur auf Italienisch angebracht ist. Ich habe mich zu dieser Bemerkung deshalb hinreißen lassen, weil der Betreiber mich auf Deutsch verabschiedet hatte, obwohl unser Gespräch bei Bestellung und Bezahlung auf Italienisch abgelaufen war. Auch hier besitze ich die Tonaufnahme, liefere sie jedoch aus dem bekannten Grund nicht mit. Die Verschriftlichung habe ich bewusst einfach gehalten: Beistriche sind hier keine Satzzeichen, sondern kennzeichnen eine kurze Pause; Bindestriche stehen für eine etwas längere Pause; Fragezeichen geben die entsprechende Satzmelodie an. Nicht angezeigt habe ich leise oder besonders betonte Textteile.
Io Le posso dire una cosa, io ho lavorato in un ambiente tedesco, beh non faccio il nome dell’albergo per cui lavoravo dove c’è una/una mafia di lingua tedesca che Lei non immagina, quindi è inutile che stiamo lì a/a dire e a fare, quando ci si trova in un ambiente tedesco bisogna essere tedeschi ma se si trova in ambiente italiano ci vuole il bilinguismo
qua è solo/quasi/tipicamente italiano (x) a me del bilinguismo/io vengo da Ischia Signora, io non ho questi problemi, i problemi sono qua sono di quelli di lingua tedesca e di quelli di lingua italiana I problemi Signora, io scusi beh, io ho sposato una tirolese di lingua ladina io ho portato mio figlio a Lana, al/al/all’asilo tedesco quindo io volevo ambientarmi
ma parla ladino Suo figlio?
no, non parla ladino, però le posso garantire che io ho portato mio figlio in un asilo tedesco e – me l’hanno messo da parte, questo è da fare una denuncia è da fare tante cose, io ho preferito andarmene da là però è una storia vera
ma sapeva il tedesco Suo figlio?
mio figlio aveva quattro anni, l’ho messo in un asilo tedesco, bisogna insegnarglielo
che lingua gli avete insegnato in casa?
noi gli parlavamo in italiano, ma noi abbiamo detto alla/alla insegnante, che parlava solo tedesco, parlava solo tedesco, le abbiamo detto, questo bambino parla solo italiano, vogliamo fargli imparare il tedesco?, è possibile portarlo in questo asilo? – ah, sì, gli insegneremo il tedesco – invece no, l’hanno messo da parte – adesso non mi faccia ritornare indietro di dieci anni, signora eh, che special/mio figlio a otto anni l’ho portato dal/dal/dall’analista, otto anni, per questo motivo qua (xxx) entriamo in gioco, io volevo ambientarmi, eh cioé questa è una/è una/è una/una cosa vostra, di quelli di lingua tedesca, perché gli italiani sono aperti, i tedeschi vogliono solo fare a modo loro lo registri signora, me lo mandi pure
in ambiente tedesco io posso dire, io/io sono diventato capo servizio in un albergo, dove tutti i capi servizi tedeschi e gli altri sono andati dal direttore a chiedere se potevano fare un capo servizio tedesco, questo io me le segno, sono diventato lo stesso capo servizio perché (xxxx) ecco non per dire – però è la verità , non mi venga a dire queste cose qui, io della/dell’apertura, perché me ne frega io non c’ho pensato nemmeno, nemmeno c’ho pensato perché non mi interessava, però è questo – è politica signora – Lei lo sa benissimo che è politica perché si dovrebbe andare d’accordo perché una ragazza di diciotto anni, che viene da me, e mi dice, se porto un ragazzo italiano a casa mio padre mi butta fuori, questo non/questa è politica – capisce, capisce? – cioè non stiamo a guardare se la persona è buona no (xx) questo è (xx) è vero che è successo, ma io/se mia/se mia figlia porta un ragazzo tedesco/se è un bavo ragazzo, non cè mica problema
Lei, in che lingua gli parla?
ma cosa vuol dire questo, gli parlo come voglio parlare io a casa mia, beh, non è che gli devo parlare per forza io – ma in casa mia/in casa mia io gli parlo come voglio io – io sono in casa mia signora, qua è casa mia – qua non mi devo adeguare io, bisogna avere anche la flessibilità , cosa che di quelli di lingua tedesca non hanno vecchi sono più flessibili dei giovani (x) te lo dico i/i vecchi
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