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Presa in giro… di rilievo.

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Tante parole sono state spese per il bassorilievo di Piffrader in piazza Tribunale a Bolzano, e anche un bel po’ di denaro pubblico. Pochi mesi fa Durnwalder e la SVP avevano festeggiato, garantendo che una lettera del ministro Bondi avrebbe permesso perfino la rimozione del duce a cavallo, si è organizzato un concorso di idee per trovare una soluzione meno invasiva. Alcuni avevano criticato il partito di maggioranza per essere sceso a patti col governo Berlusconi, mentre altri — come me — avevano messo al centro della loro attenzione l’importanza del risultato. Al di là dei mezzi, si era però convenuto che non bisognava perdere l’occasione per proiettare la città verso il futuro.

Ora scopriamo che si è trattato dell’ennesima bufala di Durnwalder, che per mettere mano al bassorilievo c’è bisogno del «permesso» del ministero delle finanze e che quel nullaosta, probabilmente, non arriverà mai. La popolazione è stata tratta in inganno e il governo centrale ha potuto contare su un’importante (seppur non fondamentale) astensione da parte dei rappresentanti del Sudtirolo — senza concedere praticamente nulla in cambio.

Ma d’altronde, cosa dovremmo aspettarci da chi da anni ci inganna circa la vera entità dell’autonomia?

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4 responses to “Presa in giro… di rilievo.”

  1. niwo avatar
    niwo

    Ma d’altronde, cosa dovremmo aspettarci da chi da anni ci inganna circa la vera entità  dell’autonomia?

    Mailänder Abkommen, Abkommen Durnwalder – Fitto usw. lassen grüßen

  2. fabivS avatar
    fabivS

    Eh… questo succede quando si crede di essere i più furbi sulla piazza… so che l’espressione verrà  criticata, ma a fare affari col diavolo bisogna stare molto attenti. Con questo non voglio dire che tutti i governi siano stati così furbacchioni, ma l’attuale centrodestra non mi sembra un esempio di rispetto delle regole; nemmeno di quelle che si da lui stesso…

  3. pérvasion avatar

    Michaela, ultimo atto per il Duce
    di Emiliano Fittipaldi

    E’ il 27 ottobre 2011 e, intorno, tutto sta crollando. Ma la Biancofiore scrive un’accorata lettera a Tremonti per salvare un bassorilievo di Mussolini conservato a Bolzano. Evidenziando il lato grottesco della caduta berlusconiana

    E’ il 27 ottobre 2011. Mentre gli italiani piangono i morti del nubifragio in Liguria, i mercati attaccano il debito pubblico e Berlusconi s’avvia verso il tracollo, Michaela Biancofiore, deputato bolzanino del Pdl e consigliere di Frattini, decide di prendere carta e penna per scrivere a Tremonti.
    La Biancofiore non è angosciata per la crisi economica, né chiede a ministro urgenti misure per fermare il rialzo dello spread. La pasionaria del Cavaliere vuole che nessuno osi spostare un bassorilievo che ritrae Benito Mussolini a cavallo. Un opera che fa bella mostra di sé in una delle piazze principali di Bolzano.

    “Caro ministro”, scrive il deputato con carta intestata del ministero degli Esteri, “ti invio bozza di lettera che dovresti inviare al presidente della provincia autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder in merito al bassorilievo del palazzo degli uffici finanziari di Bolzano, che raffigura Mussolini a cavallo ed è di notevole importanza storico-artistica”. La Biancofiore da mesi sta combattendo la sua battaglia: il Duce non si deve muovere da lì.

    Cos’è successo? Grazie a un accordo siglato a fine 2009 dall’allora ministro ai Beni culturali Sandro Bondi e dal Südtiroler Volkspartei, s’era deciso di rimuovere l’opera: per gran parte degli alto-atesini quel monumento costruito dai fascisti resta infatti una ferita ancora aperta. La Biancofiore se la prende con Bondi, e nella foga commette errori di sintassi e d’ortografia che un “consigliere del ministro per le questioni politiche” non dovrebbe commettere.

    “Erroneamente da parte del nostro governo, senza sentire n’è (“né” si scrive senza l’apostrofo, ndr.) i dirigenti del Pdl n’è (è recidiva, ndr.) verificare la sensibilità  dei nostri elettori, ricorderai che da un ministro che peraltro non aveva la competenza in materia, fu dato il via libera alla rimozione arbitraria del bassorilievo, scatenando la collera e la disperazione della comunità  italiana dell’Alto Adige”.

    La Biancofiore spiega pure che la decisione “di vendersi i monumenti italiani” ha fatto scendere il Pdl “alla soglia del 3 per cento”, e prega affinché nessuno tocchi il suo Dux. Non sappiamo se Tremonti abbia sposato la battaglia salva-Mussolini, di certo Durnwalder sogna ancora di coprire il bassorilievo con una lastra di vetro opaco. Chissà , si chiede qualcuno, se la Biancofiore ora scriverà  a Mario Monti.

    Fonte: L’espresso.

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