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Dio, patria, famiglia.
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Dio, Italia e famiglia
Restano questi i valori più importanti

È l’esito di una ricerca realizzata dal Censis nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia: il primo gradino è occupato dal nucleo familiare, anche se con ‘format’ diversi dal matrimonio. In calo il desiderio di consumare

Al primo posto, la famiglia. Poi il luogo – l’Italia – dove più si è affinata la qualità della vita e il culto della bellezza (sic). A seguire la fede anche nelle vesti della tradizione religiosa. È questa, secondo un’indagine realizzata dal Censis nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, la ‘scala’ dei valori in cui credono gli italiani.

[…]

Il gusto per la qualità della vita resta “una forza che genera coesione nell’individualismo italiano”, osserva il Censis nella sua ricerca sui valori degli italiani, che dimostrano di sentire l’orgoglio di appartenere al Paese del buon vivere. Il 56% dei cittadini è infatti convinto che l’Italia sia il Paese al mondo dove si vive complessivamente meglio. E anche se in futuro avessero la possibilità di andarsene via dal Paese d’origine, due terzi dei cittadini (66%) non lo farebbero in nessun caso.

[…]

Fonte: la Repubblica online

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Bonazza im CineForum.

Wie die Antifa berichtet, wurde CasaPound-Führer Andrea Bonazza vom öffentlich bezuschussten CineForum Bozen zu einer Diskussion eingeladen, die im Rahmen der Vorführung des Films »Fuori dalle fogne« stattgefunden hat. Dabei handelt es sich um eine Dokumentation über den italienischen Neofaschismus, welche im Auftrag der Tageszeitung la Repubblica realisiert wurde. Moderiert hat den Abend der Direktor des A.Adige, Alberto Faustini. Ergebnis: Der Rechtsextremismus wurde als eine gleichwertige Meinung unter vielen dargestellt — und wirksam verharmlost.

Durchgesetzt wurde die Einladung des verurteilten Neofaschisten gegen die Bedenken anderer Vereinsmitglieder angeblich von CineForum-Präsident Andreas Perugini. Der ist auch aktives Mitglied der populistischen Grillo-Bewegung Cinque Stelle, deren Vertreter den Bozner Gemeinderat verlassen hatten, um gegen die Streichung des CasaPound-Ablegers CasaItalia aus der Liste der Kulturvereine zu protestieren.

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Autorinnen und Gastbeiträge

Perché Grillo somiglia tanto a Berlusconi.

di Curzio Maltese

Fra le notizie quasi sempre mirabo­lanti della politica, quella che mi ha sorpreso meno è la nascita del partito dei grillini. Ricordo il giorno in cui Beppe Grillo ha giurato in piazza, davanti a cen­tomila fedeli del vaffa, che mai il movimento si sarebbe candidato alle politiche. «Non saremo mai un partito, noi vogliamo distruggerli i partiti». Mi sono voltato e ho detto agli amici: «Accidenti, Beppe farà un partito per le prossime elezioni».

Da anni con Grillo mi regolo così, come con Berlusconi. Quando sfasciava i compu­ter sul palco ho capito che stava per diven­tare una star di internet. Grillo, va detto, è assai più spiritoso di Berlusconi, mediocre barzellettiere. Per il resto, i meccanismi dei due si assomigliano molto. Entrambi godono del seguito di masse di fedeli entu­siasti e inaccessibili a ogni argomento razionale, felici di credere a uno che raccon­ta baggianate. Li fa sentire meglio. Sono gli psicofarmaci della politica. Per entrambi il principio di non contraddizione non funziona. Sono del resto gli unici due leader al mondo, dittatori a parte, a comparire da anni sui media senza contraddittorio.

Identico risulta anche il segreto della popolarità: offrono soluzioni semplici a problemi complessi. In caso di difficoltà, si ricorre al solito complotto. Per anni Beppe Grillo è stato il testimonial dell’eco­nomia a idrogeno. L’auto a idrogeno, dice­va, è già pronta, ma un complotto ne impedisce la messa in produzione. Era vero il contrario. Petrolieri e case automobili­stiche sono stati per vent’anni i principa­li sponsor della bufala chiamata idrogeno, utile a perpetuare la politica di spreco del petrolio. Che senso aveva infatti preoccu­parsi di consumare meno, se presto ci sarebbe stato l’idrogeno, pulito e a costo ze­ro? Poi la bufala si è rivelata tale.

Poi aveva scoperto le virtù di una pallina colorata, la Biowashball, che «lava me­glio dei detersivi inquinanti». In effetti, la Biowashball non serve a nulla, se non ad arricchire i produttori. È un placebo del bucato. Ma chi se ne frega? Ti rispondono i grillini, Beppe è un eroe. Anche quando il paladino di internet si è opposto alla pub­blicazione in rete delle dichiarazioni dei redditi, decisa da Prodi. Ma la critica a Grillo, come a Berlusconi, è inutile. Tutta invidia, replicano i fan. Nella prossima campagna elettorale sarà una gara fra lui e Silvio a chi promette di sconfiggere prima il cancro. Entrambi avevano a suo tempo esaltato la miracolosa cura del dottor Di Bella.

Il Venerdì di Repubblica, 13 agosto 2010

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Frontalangriff auf die ladinische Sprache.

Seit mehreren Monaten plädiert die Lega Nord in regelmäßigen abständen dafür, lokale italienische Dialekte aufzuwerten, indem man ihnen im Bildungssystem und in der Öffentlichkeit mehr Platz einräumt. Von einer breiten Mehrheit der übrigen Parteien wird diese Forderung (zum Teil reflexartig) abgelehnt, da sie in ein xenophobistisches Gesamtkonzept gebettet ist — und mitunter als Keule gegen Zuwanderer aus anderen Regionen benutzt wird. Nationalisten kritisieren zudem, das Vorhaben bedrohe die Einheit des Landes.

Mit ihrer explosiven Mischung aus Ausländerfeindlichkeit, Lokalpatriotismus und Dialekten erweist die Lega den anerkannten Minderheitensprachen einen Bärendienst. Im Eifer des Gefechts verstricken sich auch Liberale und Linke immer wieder in Verallgemeinerungen und Widersprüche, die deutlich zeigen, wie brüchig in Italien das Bewusstsein für die eigene sprachliche Vielfalt ist. So kommen immer öfter auch die sardische, friaulische und ladinische Sprache mit unter die Räder, wenn es darum geht, die Forderungen der Lega zu entkräften. Als Sprachen werden mitunter nur noch jene anerkannt, die auch im Ausland offiziell und jedenfalls nicht romanischen Ursprungs sind, wie Deutsch, Albanisch oder Slowenisch.

Damit gibt man Nationalisten und Zentralisten neue Munition in die Hand, um einen effektiven Minderheitenschutz (den die meisten Sprachen bis heute nicht genießen) zu unterminieren. So hätten Galicier und Katalanen, die in Spanien weitgehende Sprachrechte genießen, in Italien einen sehr schweren Stand — bedrängt von einer gleichmacherischen Tendenz, die versucht, möglichst alles unter den Hut der italienischen Einheitssprache zu bringen.

u veneriEin aktuelles Beispiel zitiert das ladinische Nachrichtenportal Noeles: Sogar das linksliberale Tagblatt la Repubblica fährt über die Zeilen seiner Freitagsbeilage einen Frontalangriff auf die romanischen Minderheitensprachen. Linguist und Professor Raffaele Simone behauptet darin z.B. unwidersprochen, dass die ladinische Sprache nichts anderes sei als ein italienischer Dialekt. Eine Argumentation, die wir so bereits aus dem Faschismus kennen, der damit die Zugehörigkeit Südtirols zu Italien untermauern wollte.

Einerseits kann man von Glück sprechen, dass ein großer Teil Ladiniens auf dem Gebiet der autonomen Länder Südtirol und Trentino liegt und somit vor dem direkten Zugriff zentralistischer Politikerinnen und Bürokraten sicher ist, die in Friaul und Sardinien regelmäßig dafür sorgen, dass Schutzbestrebungen ins Leere laufen. Andererseits ist jedoch deutlich anzuprangern, dass auch hierzulande viel zu wenig fürs Ladinische unternommen wird. Weder konnte man sich auf die Vereinheitlichung der Schriftsprache einigen, noch gibt es ein Schulsystem, das der ältesten Sprachgruppe im Lande ein langfristiges Überleben sichert — um nur zwei dringend nötige Maßnahmen zu nennen.

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Saluti dall’Italia.

La ministra del turismo Brambilla si esibisce in un saluto romano alla festa dei Carabinieri di Lecco.

http://www.youtube.com/watch?v=wLPcFqi6wl4

Il signore con la barba alla destra della Brambilla è il padre. Un episodio simile si è verificato nel corso di un’altra cerimonia a Varenna.

I vertici locali dell’Arma dei carabinieri non hanno voluto commentare il gesto. Le associazioni locali dell’Anpi hanno fatto un sit-in di protesta davanti alla fabbrica del ministro.

Fonte: la Repubblica.

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Berlusconis (Un-)Antastbarkeit.

Berlusconi wird sich schon bald politisch dafür verantworten müssen, dass er angeblich mit seiner Dienstmaschine immer wieder Freunde nach Sardinien hat fliegen lassen. Mit Steuergeld. Vor Gericht wird er aufgrund seiner selbstgebastelten Immunität wohl nicht müssen.

Warum auch dieser wiederholte Skandal wohl keine Folgen für den kleinen Führer haben wird, beschreibt Curzio Maltese vorzüglich in einem Editorial, das noch kurz vor dieser Affäre im Venerdì di Repubblica (Nr. 1006 vom 29.05.09) erschienen war:

A chi parla Berlusconi quando si proclama onesto

Perché Berlusconi si affanna tanto in tv e sui giornali per difendersi dalle accuse dei giudici e di sua moglie, ancora stranamente non definita estremista di sinistra? Di sicuro non perché abbia paura di perdere consensi in patria. Ai suoi elettori va bene così. I sondaggi dicono che il divorzio, il sospetto di andare con le minorenni e il fatto d’aver corrotto il teste Mills, non hanno scalfito di una virgola il bulgaro gradimento.
Forse Berlusconi avrebbe avuto più problemi elettorali se si fosse scoperto che è sempre stato fedele, oppure che il padre di Noemi era davvero l’autista di Craxi. Di sicuro avrebbe perso valanghe di voti se avesse deciso di rinunciare allo scudo del lodo Alfano e si fosse lasciato processare come un cittadino qualsiasi.
I gesti di civiltà in Italia ormai sono considerati intollerabili segni di debolezza. Ci sarà magari una parte di elettorato berlusconiano che crede davvero alle sgangherate versioni del capo, ma è una minoranza ingenua. La gran parte non gli crede esattamente come non gli crede chi scrive, soltanto non gliene importa nulla.
Lo fanno anche quelli di centrosinistra, è la giustificazione più diffusa. Fanno che cosa? Andare con le minorenni? Corrompere i testimoni di un processo? Massì, ma no, chi se ne frega. Nei Paesi dove esiste ancora un’opinione pubblica, come in Gran Bretagna, un’alta carica istituzionale è costretta a dimettersi per non aver controllato le note spese. Qui farebbe ridere. E allora, perché tanto strepitare innocenza? Appunto, perché esistono le opinioni pubbliche degli altri Paesi. La storia di Noemi, le parole di Veronica, la sentenza del caso Mills, hanno fatto il giro del pianeta, con risultati devastanti. Ed è un problema serio e avvertito perfino a corte.
Tempo fa Libero ha sbattuto in prima pagina l’ipotesi di un complotto internazionale, con centrale alla Casa Bianca, per sbarazzarsi di Berlusconi. Vista la fonte, si tratterà di una bufala. Ma la storia la dice lunga sulla sindrome paranoica che circonda un potere fortissimo all’interno, quanto isolato nel resto del mondo. A Berlusconi oggi rimangono due sponsor, Gheddafi e Putin. Le tv e i giornali delle grandi democrazie, come Economist o il Times, descrivono il nostro premier come un Caligola da operetta. È a questa platea che sono rivolte le sceneggiate da innocente. Agli elettori italiani bastano e avanzano una strizzatina d’occhio e due battute da caserma.

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Geschützte Spezies.

Vorwahlzeit ist Bescherungszeit im Land der Raser und Lenker: Der Landeshauptmann hat nun verkündet, er wolle die (ähm) vom Aussterben bedrohte Spezies der Straßenrowdies unter Schutz stellen. Mit den zu vielen Radargeräten im Land müsse aufgeräumt werden, denn schließlich gebe es in Südtirol schon mehr Verkehrskontrollen als in anderen Regionen Italiens.

Was Durnwalder nicht sagt (oder nicht weiß) ist, dass:

  1. die geradezu erstickende Polizeidichte in Südtirol (Kolonialismus lässt grüßen) leider nicht eine gute Fahrmoral bewirkt hat;
  2. die Zahl der Kontrollen nichts über deren Effizienz aussagt; erfahrungsgemäß wird eher lasch kontrolliert, ein Großteil der Inspektionen beschränkt sich auf KfZ- und Führerschein¹;
  3. die Polizei sehr häufig selbst mit nicht gerade gutem Beispiel voranbrettert²;
  4. die Gesetze in Italien derart »garantistisch« sind, dass ohnehin nur noch radikalste Raserinnen belangt werden (siehe!);
  5. die Radargeräte geradezu peinlich angekündigt werden müssen³ (siehe) — als ob man Schwarzfahrerinnen mitteilen würde, in welchen Bussen um welche Uhrzeit Ticketkontrollen durchgeführt werden… wer da noch erwischt wird, muss wahrlich dumm sein;
  6. Fahrerinnen, die sich an die Regeln halten, durch Radaranlagen nicht beeinträchtigt werden (keine Schikane!);
  7. in Italien viel weniger Radarkontrollen als in Deutschland, Frankreich oder Spanien durchgeführt werden;
  8. in anderen Regionen Italiens etwa noch das Fahren ohne Gurt gang und gäbe ist; warum nimmt sich Durnwalder hier den Stiefelstaat zum Vorbild, wo man sich doch sonst so gern davon abhebt?
  9. laut einer Statistik (2005) des ADAC auf eine Million Einwohnerinnen in Deutschland 65, in der EU 82, in Italien aber 97 Unfalltote kommen;
  10. Raserinnen nicht nur sich selbst, sondern auch andere gefährden und außerdem ein schlechtes Beispiel sind;
  11. man auch vor Wahlen keine Menschenleben verschenkt!

Siehe auch ‹1 | 1›

1) Ich selbst besitze meinen Führerschein seit 1996 – und bis dato wurde ich lediglich so kontrolliert; siehe auch la Repubblica: Blog motori.
2) Heute selbst bin ich auf der MEBO von einer schlendernden – also sicher nicht im Einsatz befindlichen – Streife der Finanzpolizei überholt worden, weil die Herren durch eine 90km/h-Strecke mit rd. 110km/h einfach weitergebrettert sind; seit ich mich peinlich an Beschränkungen halte, passiert mir das immer wieder;
3) Bspw. Radargerät in Forst/Algund: Schild »Radarkontrolle«, Display mit Geschwindigkeitsmessung, Beschränkungsschild mit Messung und Blinkanlage, dann erst Radargerät;
4) EU-15.

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Stetes Abdriften.

Im Rummel um die Erscheinung des neuen Scherzartikels der italienischen Politik (Popolo oder doch Partito delle Libertà?) ist die abermalige Wiedergründung der faschistischen Partei durch einen ehemaligen Minister mediatisch etwas untergegangen. Wohl auch im Ausland.

Besorgniserregend ist dabei gar nicht die abermalige rechte Abspaltung (nach Pino Rauti, Alessandra Mussolini oder hierzulande Donato Seppi) von Alleanza Nazionale — die sich immer wieder, immer noch als Brutstätte dunklen Gedankenguts entpuppt. Wesentlich schlimmer wiegt die Tatsache, dass Berlusconi als anerkannter Oppositionsführer bei der Taufe dieser neuen Partei anwesend war, und auch sonst kaum kritische Worte zu sehr beunruhigenden Aussagen ihrer neuen Führungsspitze gemacht wurden. Nach wie vor entrinnt Italien wohl aufgrund der Lächerlichkeit seiner politischen Klasse der öffentlichen Entrüstung ob der Gefährlichkeit mancher politischer Ausartung. Es gilt jedoch zu unterstreichen: Diese faschistische Partei ist kein isolierter Akteur des italienischen Polittheaters, sondern bereits Teil einer Mitterechtsallianz, die bald schon die Geschicke des Landes in die Hand nehmen könnte.
Destra 2.

Destra 1.Aus dem Blickwinkel des Unabhängigkeitsbefürworters frage ich mich nun nicht, ob diese Partei der erlangten Eigenregierung und dem Gleichgewicht in Südtirol gefährlich werden könnte. Eine viel stringentere Frage ist, was unser Interesse sein kann, weiterhin an einem derartigen politischen System teilzuhaben. Welchen Vorteil, welchen Fortschritt kann es uns bringen, wenn nicht den Fortschritt in den gesellschaftlichen, politischen, institutionellen Abgrund? Lasst uns die Anker lichten.

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