di fabivS
Ad ascoltare solo i «patrioti da osteria» con l’aquila sulla maglietta, ed i loro rappresentanti politici, si rischia di far l’abitudine all’idea che il gruppo linguistico italiano non c’entri nulla con la questione della Selbstbestimmung. D’altronde i tradizionalisti sembrano, nel migliore dei casi, non curarsene affatto; in realtà il loro comportamento è fortemente autolesionista ed è spiegabile solo grazie al fatto che nessuno si è ancora reso sufficientemente conto che senza l’apporto di tutti i gruppi presenti sul territorio l’autodeterminazione è impossibile. La loro logica dello scontro è superata, fortunatamente sempre meno accetta, e concretamente non porta a nulla: rallegrarsi oggi per l’ultima iniziativa degli avversari che «farà drizzare le orecchie ai nostri», come capita di udire, significa non considerare il fatto che nemmeno nei periodi di scontro più aspro si è mai raggiunto lo scopo. Detta ancora più grezza, neanche gli anni delle bombe hanno portato alla Selbstbestimmung ed oggi non sarebbe affatto diverso; non è questo che serve, anzi, lo scontro aiuta solo a mantenere la situazione attuale, oltre a farci vivere tutti peggio.
Un altro errore diffuso è quello di mettere la «pacifica convivenza» sul piatto della bilancia: dire cioè da parte italiana, che essa sia possibile solo in Italia o dire, dall’altra parte, che sarà possibile solo dopo il «Los von Rom». Quest’opinione è irresponsabile e nessuno che abbia davvero a cuore il futuro del Tirolo meridionale la può accettare: coloro che vincolano il comportamento civile ad una determinata appartenenza statale non sono veri patrioti, ma solo ricattatori. Non si rendono infatti conto che la «convivenza» ed un clima di fiducia reciproca sono una condizione indispensabile per un futuro di benessere; e nemmeno che esse sono l’unica base possibile su cui svolgere un referendum sul futuro del Sudtirolo. Ma ecco ai «patrioti da osteria» alcune altre buone ragioni per far loro desiderare di includere in futuro anche il gruppo italiano nella discussione:
- La prima è numerica: per ottenere una maggioranza appena sufficiente occorrerebbe che al referendum circa il 72,5% dei Sudtirolesi tedeschi votasse compatto la stessa proposta. Questa è oggi pura fantascienza; ma contro la matematica non si può nulla: l’impostazione «etnica» del tema Selbstbestimmung è semplicemente un binario morto e bisogna solo prenderne atto.
- Moltissimi Sudtirolesi tedeschi, ladini ed italiani, poi, sarebbero oggi fondamentalmente favorevoli all’indipendenza, ma finché questa verrà percepita come la rivincita dei Kaiserjäger sugli «Alpini invasori» non ne vorranno sapere. A molti il Sudtirolo piace infatti proprio com’è adesso: non vorrebbero mai tornare al passato e neanche trovarsi a votare «contro» qualcuno; questo qualcuno sono oggi proprio gli italiani. Se la discussione fosse posta in maniera diversa e l’autogoverno divenisse un obbiettivo condiviso da tutti, molti non avrebbero problemi ad accettarlo con entusiasmo.
- La forte connotazione etnica, inoltre, porterebbe oggi inevitabilmente a spaccature e scontri, anche violenti. Se anche il referendum dovesse passare, mancherebbe la legittimazione, molti non lo accetterebbero e protesterebbero duramente, in piena sintonia con la logica dello scontro tra culture. In più si aprirebbe un solco anche tra Bezirke diversi e tra città e Land, proprio in virtù della loro diversa composizione demografica.
- C’è infine da chiedersi chi, in Europa, accetterebbe una richiesta di indipendenza dai connotati etnico-nazionalisti, che poggi su un consenso necessariamente risicato e venga inoltre percepita come atto unilaterale di un gruppo contro un altro. L’Italia non l’accetterebbe, ma di sicuro nemmeno tutti quegli stati che hanno problemi con le loro minoranze interne.
Questi son semplici calcoli strategici. Il buonsenso dovrebbe dire ai «patrioti» anche che nessuno può ragionevolmente fregarsene dell’opinione di quasi un quarto del capitale umano sudtirolese. Il compito della politica, è perciò oggi quello di sottrarre il tema della Selbstbestimmung alla logica dello scontro culturale e di riportarlo nell’alveo della discussione pacata e ragionevole, libera da pregiudizi e facili slogan. Mai prima d’ora il clima generale è stato tanto favorevole, ma d’altra parte ci troveremo presto di fronte ad un bivio: o l’autogoverno diverrà un valore condiviso in piena fiducia da tutti ed ognuno, indipendentemente dalla lingua, verrà trattato e si sentirà parte integrante dello stesso magnifico territorio; oppure il salto di qualità non avverrà: a quel punto le magliette con il «Los von Rom» diverranno sempre più oggetto di culto per i giovanotti della NPD e per tutti noi sarà sfumata una grande occasione.
fabivS, Gargazzone
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