Basta una firma entro la scadenza del 2 giugno 2012 per poter decidere in un referendum sugli stipendi dei consiglieri regionali. Abolendo la legge n.2/1995 sulle indennità dei membri del Consiglio della nostra Regione l’elettorato potrà cancellare soprattutto le indennità giornaliere riducendo così il livello inaccettabile delle paghe dei politici. Sarebbe un messaggio forte alla maggioranza politica che governa la Regione, che – oltre a qualche timido passo di contenimento del costo della politica – non ha voluto contribuire la sua parte al bisogno di risparmio di fondi pubblici. Ci vogliono 15.000 firme e, stando alle cifre per la nostra provincia, siamo ancora lontani, ricorda il Comitato referendario, coordinato a Bolzano da Teresa Fortini del Movimento 5 Stelle.
Un regolamento alternativo al “self-service” dei politici nell’aggiudicarsi stipendi inaccettabili è già pronto, ed è contenuto nell’art. 69 della Costituzione come proposto dai promotori del progetto di legge costituzionale “Quorum zero e più democrazia”. Si tratta di un regolamento tanto semplice quanto democratico, quasi verrebbe a dire geniale. L’art. 69 proposto prevede che siano gli elettori, in fase di consultazione, ad indicare quanto percepiranno i parlamentari che li rappresenteranno, agganciando l’indennità ricevuta al reddito medio della popolazione italiana ed escludendo qualsiasi altra forma di retribuzione. In pratica questo funzionerà così:
- Viene determinato il reddito annuo medio pro capite dei cittadini da un ente pubblico riconosciuto, l’ISTAT per esempio. Nel 2011 il reddito medio è stato di 22.000 Euro.
- Al momento del voto, l’elettore avrà la possibilità di scegliere il moltiplicatore che, a suo giudizio, dovrà essere applicato al reddito pro capite.
- Al termine dello spoglio verrà eseguita una media di tutti i moltiplicatori indicati dagli elettori, arrotondato al primo decimale. Esempio: se si ottiene un valore di 3,456 il moltiplicatore sarà 3,5.
- L’indennità percepita dai parlamentari durante tutta la legislatura sarà così calcolata nell’esempio indicato: 22.000 Euro x 3,5 = 77.000 Euro per anno.
Di conseguenza i cittadini, cioè il sovrano che delega i suoi rappresentanti, sulla scheda elettorale con una semplice cifra potrà scegliere una cifra, e comunemente tutti gli elettori stabiliranno il compenso dei politici. L’effetto sarà benefico per la qualità del nostro sistema democratico: l’entità degli stipendi dei politici avrà la miglior legittimazione possibile e rappresentare gli elettori tornerà ad essere un servizio alla collettività e non l’acquisizione di privilegi. Questo è solo un esempio per altre innovazioni contenute in detta proposta di legge, che ogni cittadino può firmare presso il suo comune entro il 18 luglio 2012.