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Open to Strafalcioni.

Il Sudtirolo è stato oggetto di un «lungo processo di germanizzazione» subito dopo il crollo dell’Impero romano d’Occidente. Il suo territorio «è stato incluso nella Contea del Tirolo per oltre 5 secoli per poi passare in gran parte sotto il Regno di Baviera tra il 1806 e il 1918», e quindi durante la prima guerra mondiale, alla fine della quale «torna» in mano all’Italia, il Sudtirolo faceva parte… della Baviera.

Sono solo alcune delle novità — e falsità — del tutto «meravigliose» che apprendiamo navigando su Italia.it, ancora una volta al centro di uno scandalo per via della campagna Open to meraviglia, presentata pochi giorni fa dal governo «della Nazione» che tra l’altro vorrebbe vietare gli inglesismi (di cui anche il video di presentazione, ufficialmente ritirato, è zeppo); e più concretamente dalla ministra del turismo Daniela Santanchè (FdI), orgogliosamente fascista, il cui dicastero è anche riuscito a farsi sfuggire il relativo dominio internet.

La sezione in lingua tedesca del sito intanto è stata completamente eliminata, in fretta e furia, per via delle imbarazzanti traduzioni dei nomi delle città: Garderobe per Camerino, Stillstand per Fermo o Kokosnussschneider per Tagliacozzo. E quindi uno dei mercati esteri più importanti è rimasto orfano di una versione nella sua lingua (tuttavia manca anche una versione in francese).

Ma non è da meno tutto il resto.

Per quanto riguarda il Sudtirolo, ad esempio, apprendiamo che nella «meravigliosa Val Gardena si susseguono gli splendidi borghi» di Kastelruth, Seis, Völs e Tiers (che lì cercheremo invano), mentre per sciare il «punto di riferimento deve essere il Dolomiti Superski con oltre 1.200 chilometri di piste suddivise in 12 diverse zone sciistiche» (ma sono 15), inclusa «l’area di Plan de Corones con 8 impianti da provare» (ma sono 32).

Per chi è in cerca «di luoghi insoliti» e «lontani dalle rotte più turistiche» il sito consiglia addirittura «l’area escursionistica di Obereggen» con «oltre 48 chilometri di piste», mentre «per una pausa dallo sci» ci si può recare ai Giardini di Castel Trauttmansdorff — che da metà novembre a fine marzo sono chiusi.

Sorprendente anche la famosa «regione dolomitica Tre Zinnen».

La gastronomia

Impossibile resistere davanti ai prodotti tipici del Sudtirolo: «Dai deliziosi brezel ai gustosi bratwurst, la cucina del territorio presenta ancora oggi le influenze» del «dominio germanico».

Invece «se amate il formaggio dovete assaggiare il Fontal», questa tipica specialità sudtirolese.

Città e borghi

Scopriamo poi che Bolzano è il capoluogo della regione Trentino-Sudtirolo (ruolo che però ufficialmente spetta a Trento), e che lo scontro tra i vescovi di Trento e i conti di Tirolo nel medioevo vide «la sua fine con l’arrivo degli Asburgo» — e dove arrivarono? — «in Italia». Infine, «merita una visita» anche l’immancabile «Monumento alla Vittoria, una controversa opera marmorea» voluta «da Mussolini dopo l’occupazione italiana» e «in ricordo della vittoria contro l’impero austro ungarico».

A Meran torniamo ai Giardini di Castel Trauttmansdorff, con «ben 80 varietà di piante», pochine. Mentre nella Torre della Memoria di Castel Tirolo troviamo «una mostra permanente sulla storia dell’Alto Adige e del Sud Tirolo». Zone contigue.

Nel capoluogo pusterese, Bruneck, troviamo «il lanificio Muessmer». E per quanto invece riguarda Sterzing, «non tutti sanno» che la cittadina «ha origini romane», e infatti è una balla inventata da Ettore Tolomei. In cambio in questo luogo della Valle Isarco (Wipptal) si trova: «l’ottimo speck trentino».

Sapore amaro

Insomma, anche senza navigare tutte le pagine dedicate al Sudtirolo, ci si accorge presto che sono un’accozzaglia di strafalcioni più o meno grossolani. Nel caso specifico poi hanno anche il «pregio» di aumentare la confusione e propagare la disinformazione sulla storia di questa terra e quindi sulle rivendicazioni autonomistiche — sulle quali in Italia già l’ignoranza regna sovrana.

Se da un lato non sono tra quelli che pensano che il Sudtirolo debba continuamente spiegarsi e giustificarsi, dall’altro trovo vergognoso (e al contempo illuminante) che nel 21° secolo un ente pubblico come l’Enit continui a diffondere falsità storiche «colonialistiche» di questa entità.

Sarà forse più facile che anche i sudtirolesi prima o poi accettino la mistificazione secondo cui siamo tutti italiani, inconsapevolmente — o brutalmente — germanizzati, che devono solo tornare alle loro origini culturali.

Open to Masochismo

Il sito opentomeraviglia.it, il cui dominio il ministero s’è fatto sfuggire

Più in generale, personalmente trovo che la campagna con la Venere influencer (attenti all’inglesismo) sarebbe di un’oscenità e «bruttezza» imbarazzante anche senza gli incredibili errori nei contenuti, che ne sono solo il logico completamento.

Che poi gli autori — l’agenzia Armando Testa — abbiano anche il coraggio di sfoderare il sempiterno «purché se ne parli» è veramente il massimo. Qui non solo si sperperano soldi pubblici, ma lo si fa abusando della fiducia di chi si affida alle informazioni che trova su un sito pubblico; e se anche si contribuisce a diffondere «il marchio» (ma l’Italia non dovrebbe essere un «marchio» bisognoso di diffusione) al contempo si conferma, anche e soprattutto all’estero, il giudizio sugli italiani casinisti, caotici e incapaci.

Per chi da cittadino, accademico, professionista o azienda all’estero — volente o nolente — viene identificato con questo paese è l’ennesimo schiaffo alla reputazione.

Vedi anche ‹1 ‹2

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Wales will Cymru sein.
Sport

Wales überlegt, den offiziellen Namen seines Fußballnationalteams nach der laufenden Weltmeisterschaft endgültig in Cymru zu ändern. Dies gab Noel Mooney, Chef des walisischen Fußballverbands Cymdeithas Bêl-droed Cymru Ende Oktober bekannt. Hierzu sollen schon informelle Gespräche mit dem europäischen Fußballverband UEFA geführt worden sein.

Im Inland wird die Mannschaft — gerade auch im englischen Sprachgebrauch — schon seit Jahren offiziell fast nur noch mit dem walisischen Landesnamen Cymru bezeichnet. Auf der internationalen Bühne sei hingegen noch einiges an Arbeit nötig, um den Namen Wales abzulegen, so Mooney.

Derzeit spielt die Mannschaft in Katar zum ersten Mal seit 1958 wieder in der Endrunde einer Fußballweltmeisterschaft.

Eine endgültige Entscheidung zur Namensänderung ist noch nicht gefallen, wiewohl Mooney, der selbst Ire ist, dies nur für eine Frage der Zeit hält. Nächstes Jahr sollen noch interne Gespräche mit sämtlichen Interessensvertretungen geführt werden, bevor gegebenenfalls offizielle Schritte eingeleitet werden.

Einen Präzedenzfall hatte jüngst die Türkei gesetzt, die auch im Fußball fortan mit der einheitlichen Landesbezeichnung Turkiye auftreten will, weil der Name Turkey mit dem englischen Wort für Truthahn gleichlautend ist.

Siehe auch ‹1

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Mehrsprachigkeit von Südtiroler Firmen im Netz.

Im Laufe der letzten Wochen habe ich mir die »Sprachpolitik« von Südtiroler Betrieben im Internet angesehen. Als nicht für andere Firmen repräsentative Gesamtheit habe ich mich dabei für die Webseiten der (meist mittleren bis größeren) Mitgliedsbetriebe im Unternehmerverband1Vollständige Liste auf der Seite des Unternehmerverbands. Es ist darauf hinzuweisen, dass nicht alle Firmen ihren Hauptsitz in Südtirol haben. entschieden.

Da diese Organisation hinsichtlich der Förderung von Mehrsprachigkeit seit Jahren mehr Engagement von der Südtiroler Politik verlangt, gehe ich davon aus, dass ihre Mitglieder die mehrsprachige Außendarstellung überdurchschnittlich ernst nehmen.

Insgesamt 390 Webauftritte2Das sind alle auf der offiziellen Seite des Unternehmerverbands angegebenen Webauftritte, die zum entsprechenden Zeitpunkt abrufbar waren. konnte ich aufrufen und bezüglich der verfügbaren Sprachoptionen erfassen3Die Sprachversionen wurden hauptsächlich auf ihre Verfügbarkeit und nur stichprobenartig auch auf ihre Vollständigkeit überprüft., wobei ich mich auf die drei Landessprachen und zusätzlich Englisch konzentriert habe. Manche Seiten bieten noch weitere Sprachversionen an, die jedoch unberücksichtigt blieben.

(K)eine Spur von Ladinisch

Gleich vorwegnehmen möchte ich, dass nur ein einziger Mitgliedsbetrieb des Unternehmerverbandes, der Pustertaler Bauschuttrecycler P.R.A. GmbH, neben Deutsch und Italienisch eine — nicht vollständige — ladinische Version der eigenen Homepage anbietet. Das entspricht 0,3% der untersuchten Webauftritte.

Webseite der Firma P.R.A. GmbH auf Ladinisch

Ich interpretiere das (auch) so, dass vielen Firmen weniger die Mehrsprachigkeit an sich ein Anliegen ist als ein rein utilitaristisches Verständnis derselben, denn gerade Ladinisch ist

  • charakteristisch für die Südtiroler Sprachlandschaft;
  • auf das heimische Engagement angewiesen, um im Netz sichtbar zu sein.

Immerhin 306 Webauftritte (78,5%) stellen zumindest eine deutsche und eine italienische Fassung bereit. Nimmt man noch Englisch hinzu, sinkt der Wert aber drastisch auf 147 (37,7%).

Vorrang für Italienisch

Überrascht hat mich die Tatsache, dass ich — trotz deutscher Betriebssystem- und Browsereinstellung — bei 55 von 306 Seiten (fast 18%), bei denen eine deutsche Version vorhanden gewesen wäre, auf einer italienischen Startseite gelandet bin. Das ist zum Beispiel bei der Volksbank, der Brennercom oder BTM Consulting der Fall und widerspricht wohl jeder Good-Practice-Regel. So werden unter anderem Mehrsprachige unabhängig von ihrer allfälligen Präferenz dazu verleitet, mehrsprachige Webseiten auf Italienisch zu nutzen.

In manchen Fällen ist die manuelle Sprachwahl überdies so gut versteckt, dass man sie nur findet, wenn man sehr beharrlich danach sucht.

Deutsch, Italienisch und Englisch

Bei den fehlenden Sprachoptionen folgt Englisch (53,3%) auf Ladinisch (99,7%). Obschon in Südtirol mehrheitlich Deutsch gesprochen wird, gibt es mehr als doppelt so viele Webauftritte (66 oder 16,9%) ohne deutsche wie solche ohne italienische Version (28 oder 7,2%).

Zum Beispiel kann man auf der Seite von Ab Industrietechnik aus Brixen nur zwischen Italienisch und Englisch wählen.

Jede zehnte Seite einsprachig Italienisch

Unter den völlig einsprachigen Webseiten sticht die italienische Sprache hervor: Genau jeder zehnter Auftritt (39) ist nur in der lingua franca nazionale verfügbar. Das ist über vier Mal so viel wie bei Deutsch und Englisch, die sich mit je 9 (oder 2,3%) die Waage halten.

Beispiele

Vorgeschaltete Sprachwahl auf der Webseite der Firma Moessmer

Mehrere Webseiten (Agristrade GmbH, Moessmer…) verfügen über eine proaktive, vorgeschaltete Sprachwahl und gehen somit sprachlichen Missverständnissen oder Fehlinterpretationen durch das System aus dem Weg.

Auf der Webseite der Firma Forst/Aquaeforst ist die Sprache zunächst an die Länderwahl gekoppelt (es gibt jedoch eine nachgeschaltete Sprachwahl)

Besonders negativ aufgefallen sind mir Firmen mit Hauptsitz in Südtirol (wie die Thun AG), auf deren Homepage die deutsche Sprache zwar verfügbar ist, aber nur für ein ausländisches Publikum gedacht zu sein scheint.

Eine deutsche Sprachoption, die nicht für Südtirol gedacht ist, habe ich auf insgesamt 17 Webseiten (4,4%) vorgefunden.

Webseite der Firma Max Frank mit Sprachoption Deutsch für Italien

Im Gegensatz dazu bieten mehrere Firmen in der Baubranche (Max Frank, Hoppe, Röfix, Torggler, teilweiseWürth), aber auch Fercam und Loacker, eine ausdrückliche Sprachoption Deutsch für Italien an, wiewohl auch diese manchmal recht gut versteckt ist.

Fazit

Insgesamt ist ein großer Teil der Webauftritte von Firmen mit Bezug zu Südtirol auf Deutsch und Italienisch verfügbar. Darüberhinaus kommt der italienischen Sprache eine dominante Rolle zu. Dies wiegt umso schwerer, als das Gewicht der Sprachgruppen im Land das Gegenteil nahelegen würde — und ist ein weiteres Indiz für die Minorisierung der deutschen Sprache.

In vielen Fällen bedürfte es keines großen Aufwands, um mehr Inhalte auf Deutsch verfügbar und auch niederschwellig (Sprachwahl) zugänglich zu machen. Dass dies nicht geschieht, ist schade und wirft kein gutes Licht auf die jeweiligen Firmen.

Obwohl diese Auswertung nicht für die Gesamtheit der Südtiroler Betriebe repräsentativ ist, traue ich mir abschließend die Aussage zu, dass die ladinische Sprache im kommerziellen Internet so gut wie inexistent ist.

Siehe auch ‹1 ‹2 ‹3 / ‹4

  • 1
    Vollständige Liste auf der Seite des Unternehmerverbands. Es ist darauf hinzuweisen, dass nicht alle Firmen ihren Hauptsitz in Südtirol haben.
  • 2
    Das sind alle auf der offiziellen Seite des Unternehmerverbands angegebenen Webauftritte, die zum entsprechenden Zeitpunkt abrufbar waren.
  • 3
    Die Sprachversionen wurden hauptsächlich auf ihre Verfügbarkeit und nur stichprobenartig auch auf ihre Vollständigkeit überprüft.
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Gefeierte Assimilation.
Fabian Aichner aka Giovanni Vinci

Der Pfalzner Fabian Aichner ist Profiwrestler in der WWE, wo er den italianissimo Giovanni Vinci spielt.

In der Facebook-Gruppe #Bolzano In Comune 2.0 feiert dies der Südtiroler Journalist Marco Pugliese als »eine schöne Botschaft«, die die vielen Polemiken hier bei uns durchbreche:

Dafür erntet er bislang 22 gehobene Daumen und keinerlei Widerrede. Assimilierung im Sinne der Nazione, die zeigt, dass wir alle im selben Boot — dem italienischen — sitzen. Wunderbar!

Denn trotz deutscher Muttersprache trägt Aichner Italien im Herzen, so Marco Pugliese zufrieden.

Da können wir eben richtig froh sein, dass in dieser Form des Schaukampfs Künstlernamen möglich sind: niemand wird dazu gezwungen, trotz seines leider deutschen Namens »italianissimo« zu sein (‹1 ‹2).

Wahrscheinlich war Ettore Tolomei dann nur seiner Zeit weit voraus und wir sollten für ein endlich problemloses, vor allem polemikfreies Zusammenleben die tolle Möglichkeit wieder einführen, unsere Namen — freiwillig oder nicht — ins Italienische »zurückzuführen«.

Bleibt dann nur zu hoffen, dass Aichner nicht einfällt, ein Interview auf Deutsch zu geben. In der Nazione mag man das halt verständlicherweise nicht so gern. Das führt nur zu Polemiken.

Siehe auch ‹1 ‹2 ‹3 ‹4 ‹5 ‹6 ‹7

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Volontarius: Webseite einsprachig.

Vor einiger Zeit hatte ich hier dokumentiert, wie schlecht die Homepage der Hilfsorganisation Volontarius ins Deutsche übersetzt worden war und argumentiert, dass dies unter anderem der Inklusion von Zuwandernden in einem mehrheitlich deutschsprachigen Land schaden könnte.

Nun bin ich im Rahmen des russischen Überfalls auf die Ukraine und der damit zusammenhängenden Ankunft von Geflüchteten aus dem osteuropäischen Land wieder auf die Webseite von Volontarius gestoßen — und siehe da: es gibt jetzt gar keine deutsche Fassung mehr.

Ausschnitt Volontarius-Webauftritt

Es ist ohnehin schon schwierig, Menschen, die »nach Italien« einwandern und die Südtirol noch nicht kennen, zu vermitteln, dass sie sich hier in einem mehrsprachigen Land befinden.

Die nationalstaatliche Logik (ich bin in Italien also lerne ich natürlich Italienisch und schicke meine Kinder in eine italienischsprachige Schule) ist bestechend einfach und funktioniert immer.

Ausschnitt Volontarius-Webauftritt

Wenn aber die offizielle Verwaltung dieses (autonomen) Landes eine so wichtige Aufgabe wie die, neu Ankommende bei uns willkommen zu heißen, einer Organisation anvertraut, die nur die nationale Lingua franca kennt, wird es fast unmöglich, ein anderes Narrativ zu vermitteln.

Ukrainerinnen, die — was nicht selten ist — bereits in ihrer Heimat Deutsch gelernt haben, machen hier zudem ganz konkret die Erfahrung, dass im Umgang mit den Behörden (etwa mit der sogenannten Einwanderungspolizei) und eben auch mit wichtigen Hilfsorganisationen Deutsch gar nichts bringt. Wozu diese Wahrnehmung führt, kann sich wohl jede selbst ausmalen.

Wie ist es möglich, dass das von einer angeblichen Autonomie- und Minderheitenpartei geführte Land einen so wichtigen Dienst wie die Erstunterstützung von Zuwandernden an Organisationen auslagert, die sich um die Mehrsprachigkeit Südtirols absolut nicht scheren? Und ist das überhaupt mit der Zweisprachigkeitspflicht, die auch für Konzessionäre öffentlicher Dienste gilt, vereinbar?

Nur eine einzige Information ist auf der Webseite von Volontarius übrigens auch auf Deutsch vorhanden: die, wie man der Organisation die 5 Promille der Steuererklärung spenden kann. Prioritäten.

Siehe auch ‹1 ‹2 ‹3 ‹4 | 1› 2›

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Autorinnen und Gastbeiträge

Südtirol und der Donbass.

Der ehemalige Landeshauptmann Luis Durnwalder warb in der Ostukraine für Autonomie.

Es ist lange her. Vor sieben Jahren stellte Durnwalder auf Einladung der »Volksrepublik« Donezk die Südtiroler Autonomie vor. Er empfand sich als Botschafter der Autonomie und — so seine Aussage damals — als möglicher Stichwortgeber für eine friedliche Lösung des Konflikts.

Vertreter von Forza Italia, der Partei von Silvio Berlusconi, animierten Durnwalder, das Modell Südtirol vorzustellen. Immerhin warben auch italienische Spitzenpolitiker wie Ministerpräsident Matteo Renzi und Außenminister Paolo Gentiloni bei ihren Besuchen in Moskau für Südtirol als Lösungsmodell des Konflikts in der östlichen Ukraine, verteidigte Durnwalder die Annahme der Einladung.

Eingeladen wurde der Ex-Landeshauptmann von Jean-Luc Schaffhauser, Europaparlamentarier des rechtsradikalen Front National. Durnwalder sollte auf dem Internationalen Forum »Donbass: Gestern, heute morgen« über die Lösung von Minderheitenproblemen sprechen. Neben Durnwalder waren weitere westeuropäische Gäste mit dabei, Alessandro Bertoldi von der Parteijugend von Forza Italia in Südtirol, Alessandro Musolino, auch er von Forza Italia, ein ausgewiesener Putin-Propagandist in einem rechten Netzwerk und zwei griechische Parlamentsabgeordnete von Nea Dimokratia und der linksradikalen Syriza.

Seine Zusage zu dem obskuren Treffen begründete Durnwalder mit dem Argument, zu einer Lösung beitragen zu wollen. Es gebe eine Ähnlichkeit zwischen dem Donbass und Südtirol, führte Durnwalder aus. Auch in Donezk und Luhansk sei die Zusammensetzung der Volksgruppen mit jener Südtirols vergleichbar: »Dort sind zwei Drittel Russen und ein Drittel Ukrainer. Sie haben viele Fragen gestellt und nach den Möglichkeiten der Autonomie gefragt… Sobald ich über jene Bereiche gesprochen habe, die beim Staat geblieben sind, wie etwa Außenpolitik, Heer, Polizei und Steuern, waren die Reaktionen eher negativ«, erinnert sich Durnwalder.

Seine Aufgabe bestand damals darin, zu informieren, ohne sich politisch vereinnahmen zu lassen, wies Durnwalder Kritik an seinem Auftritt zurück. Durnwalder reiste über Moskau in die »Volksrepublik« Donezk ein, die ukrainische Regierung erklärte den ehemaligen Landeshauptmann von Südtirol zur unerwünschten Person. Seine ehemalige Partei, die Südtiroler Volkspartei, betonte, dass Durnwalder als Privatperson und nicht als Vertreter der SVP oder Südtirols in den inzwischen russisch besetzten Donbass reiste.

Durnwalder hatte als Landeshauptmann ein Faible für den starken Mann im Kreml und für seine Anhänger. Schon 2009 gründete Durnwalder mit Wladimir Jakunin, Präsident der russischen Eisenbahn und Putin-Vertrauten, das Russische Zentrum Borodina in der Südtiroler Kleinstadt Meran. Ziel, die Beziehungen zwischen Südtirol und Russland zu fördern. Jakunin, er stand bereits auf der EU-Sanktionsliste, war als Präsident des Zentrums der nationalen Ehre nach Südtirol gekommen.

Zu den Gründungsmitgliedern des neuen Borodina-Vereins zählen das Land Südtirol, die Gemeinde Meran, die Handelskammer, die Freie Universität Bozen und eine Reihe russischer Institutionen, darunter auch die russische Botschaft in Rom.
Jakunin wurde zum Präsidenten des neuen Borodina-Vereins ernannt. An der Gründungsfeier nahmen hochkarätige russische Persönlichkeiten teil wie der Sport- und Tourismusminister Vitali Mutko, der Präsident der russischen Handelskammer und Ex-Premier Yevgeny Primakov, der russische Botschafter in Rom, Alexey Meshkov oder der Präsident des russischen Skiverbands, Andrey Bokarev.

Der Vollständigkeit halber muss erwähnt werden, dass es einen traditionsreichen russischen Kulturverein in Meran seit langer Zeit schon gab. In der Habsburger Monarchie hatte sich in der Meraner Kurstadt eine russische Gemeinde eingerichtet. Diese Gemeinden sind heutzutage meist zu Lautsprechern für Putin geworden.
Putin-Russland ließ in Südtirol auch einen Honorarkonsul wirken, Bernhard Kiem. Er drängte auf weitere Partnerschaften zwischen Russland und Südtirol, Vorbild die Zusammenarbeit Südtirols mit Kamtschatka. Dort lässt das Moskauer Regime Land und Leute ausplündern. Die Zusammenarbeit brachte für Südtiroler Unternehmen einige Aufträge aus Russland. Während der damaligen »Krim-Krise« warb der Honorarkonsul für eine »objektive Betrachtung« der Annexion.

Dem nicht genug. Die ehemalige Familienreferentin in der Stadtverwaltung der Gemeinde Brixen, inzwischen SVP-Landtagsabgeordnete, Paula Bacher nahm 2014 an einer Familientagung in Moskau teil. Die Botschaft dieser »Familientagung«, Kampf gegen die liberale Demokratie, gegen Abtreibung und Homosexualität.
Die in den USA von extremen Rechten (dazu zählen viele Republikaner um Ex-Präsident Donald Trump) getragene World Congress of Families wird in Russland von potenten Förderern unterstützt. Allen voran Wladimir Jakunin, damals Chef der russischen Staatsbahn und enger Vertrauter Wladimir Putins. Seine Frau Natalia wurde mit ihrer Stiftung Heiligkeit der Mutterschaft sehr aktiv.
Der Kreis schließt sich, über die christliche US-Rechte bis zu gewichtigen US-Republikanern um Ex-Präsident Trump und Putin-Russland. Dazwischen das autonome Land Südtirol.

Siehe auch ‹1 ‹2

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EUSALP-Vorsitz geht auch anders.
Südtirol und Trentino vs Nord-/Osttirol

Gestern hatte ich darauf aufmerksam gemacht, wie sehr nationalistisch gefärbt der EUSALP-Vorsitz der (autonomen) Länder Südtirol und Trentino ist.

Logo EUSALP-Vorsitz Südtirol und Trentino

Schon das Logo macht deutlich, dass es hier vordergründig um Italien geht, in dessen Namen und unter dessen Aufsicht der Vorsitz von zwei peripheren Provinzen geführt wird. Im einschlägigen Präsentationsvideo wurden nur die italienischen Mitgliedsregionen von EUSALP berücksichtigt — und das Motto (e di là uscimmo a riveder le stelle) der Präsidentschaft ist einsprachig italienisch.

Dass es keineswegs so sein muss, zeigt ein Blick zurück auf den EUSALP-Vorsitz des (nicht autonomen) Landes Tirol von 2018.

Gegenüberstellung Präsidentschaftslogos

Grafische Gestaltung EUSALP-Vorsitz Nord-/Osttirol

Nord- und Osttirol kamen ohne Verweis auf Österreich und ohne Rotweißrot aus, stattdessen setzte man auf stilisierte Berge und teilweise auf den Landesadler als regionales Symbol.

Ausschnitt Präsentationsvideo EUSALP-Vorsitz Nord-/Osttirol

Im Präsentationsvideo war nicht etwa nur von den österreichischen EUSALP-Regionen die Rede, sondern von 48 Regionen in 7 Staaten, die ein gemeinsames Ziel verfolgen. Genauso stammen die im Kurzfilm gezeigten Bilder von überall her — auch Bozen ist kurz zu sehen.

Dies beweist, dass die eingeschränkte nationale Ausrichtung der Präsidentschaften keineswegs vorgegeben ist. Vielmehr sind es zentralistisch ausgerichtete Länder wie Italien und Frankreich, die sie so interpretieren, obschon es sich bei EUSALP um ein dezidiert regionales und grenzüberschreitendes Projekt handelt.

Was sympathischer, weniger provinziell und weltoffener wirkt — der italienische Nationalismus oder der (Nord-/Ost-)Tiroler Regionalismus — soll natürlich jede selbst beurteilen. Von einer selbstbewussten Autonomie zeugt die Symbolik um den Vorsitz von Südtirol und Trentino jedenfalls nicht.

Siehe auch ‹1 ‹2 ‹3 ‹4

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EUSALP: Getrennt in Einfalt.

Übermorgen übernehmen Südtirol und das Trentino den Vorsitz der Europäischen Strategie für die Makroregion Alpen (EUSALP). Wer daran gezweifelt haben sollte, ob in der EU auch ein regionales und grenzüberschreitendes Projekt wie dieses national dekliniert werden kann, darf beruhigt sein:

Logo des Südtiroler und Trentiner Vorsitzes

Der Vorsitz ist vor allem ein national italienischer, der von Südtirol und dem Trentino — im Namen Italiens — mit grünweißrotem Akzent ausgeübt wird. Die grafische Ausgestaltung des Logos macht die Hierarchie deutlich.

So sind auch das italienische Außenministerium, die Abteilung Kohäsionspolitik des Ministerratspräsidiums, ferner die Ministerien für ökologischen Wandel, Wirtschaftsentwicklung, Universität und Forschung, Infrastruktur und nachhaltige Mobilität sowie die Abteilung für Jugend und Zivildienst des Staates mit von der Partie.

Ferner kommen im offiziellen Präsentationsvideo von Südtirol und Trentino neben den beiden »autonomen« Ländern ausschließlich die Regionen Ligurien, Piemont, Vallée d’Aoste, Lombardei, Venetien und Friaul-Julien vor. Dass es zum Beispiel eine grenzüberschreitende Euregio gibt, hat keinen Platz.

Ausschnitt Pressemitteilung der EU-Kommission

Das Motto der Präsidentschaft stammt vom italienischen Nationaldichter Dante Alighieri, der Zeit seines Lebens nie in Südtirol war — und dessen geographische Beschreibungen von Nationalisten für die Annexion unseres Landes missbraucht wurden. Es ist einsprachig italienisch und lautet: e di là uscimmo a riveder le stelle.

Da darf es auch nicht wundern, dass etwa in der Pressemitteilung der EU-Kommission für Bozen (neben Bolzano) kein Platz mehr war.

Geeint in Vielfalt? Von wegen. Das Motto der EU beschreibt lediglich die Einheit und Vielfalt der unterschiedlichen Nationalstaaten, aus denen sie sich zusammensetzt. Wer keinen eigenen Staat hat, bleibt außen vor.

Siehe auch ‹1 ‹2 ‹3 ‹4 ‹5 | 1›

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