Aggiornamenti minuto per minuto sul referendum di Cortina >>
Secondo l’ultimo rilevamento delle ore 22 (fonte), l’affluenza alle urne nei comuni ladini di Fodom/Livinallongo (con La Plie da Fodom/Pieve di Livinallongo e Reba/Arabba), Col/Colle Santa Lucia e Anpezo/Cortina d’Ampezzo, dove è stato indetto il referendum [1] per il passaggio dal Veneto alla Provincia Autonoma di Bolzano, si attesta al 55,74% degli aventi diritto; il quorum dunque è già stato raggiunto [2]. I cittadini delle tre località dolomitiche sono chiamati a rispondere al seguente quesito referendario:
Volete che il territorio dei comuni di Cortina d’Ampezzo, Livinallongo del Col di Lana e Colle Santa Lucia sia separato dalla Regione Veneto per entrare a far parte integrante della Regione Trentino Alto Adige/Südtirol? | Voleise che l teritore di comuns de Anpezo, Fodom y Col vegne destaché da la region Venet per passé desche pert integranta a la region Trentino Alto Adige/Südtirol? | Wollen Sie, dass das Gebiet der Gemeinden von Cortina d’Ampezzo, Buchenstein und Colle St. Lucia von der Region Veneto abgetrennt wird um integrierender Bestandteil der Region Trentino Alto Adige/Südtirol zu werden?
A cortinesi e fodomi, in particolare al comitato organizzatore del referendum oltre che promotore del sì, Amisc dla Ladinia Unida, la Plataforma per l’autodeterminaziun “Brennerbasisdemokratie” rivolge l’augurio che le operazioni di voto e spoglio delle schede si svolgano regolarmente, in un clima sereno e democratico, nonché invita colori i quali non si siano ancora recati alle urne, a farlo entro questa sera (fino alle 22.00) oppure domani dalle ore 7.00 alle 15.00. Affinché l’eventuale risultato positivo della consultazione popolare possa essere letto in modo chiaro e condivisibile, occorre la più ampia partecipazione possibile, superando ampiamente il quorum del 50% che rende valida la votazione. L’esito potrà avere una minima legittimazione solo con il contributo di tutti. Dopo esserci espressi a favore del sì, ci impegniamo a tenere alta l’attenzione dei sudtirolesi (e non solo di loro) nei confronti della causa ladina, onde evitare – per quanto ci è consentito di fare – che l’annessione al Sudtirolo di Anpezo e Fodom, al pari della riunificazione dell’intera Ladinia, continui a subire l’ostruzionismo dei media e soprattutto dei politicanti locali, verso i quali è importante mantenere un atteggiamento critico. [continua]
Comentârs
8 responses to “Referendum.”
Publiché
Alle ore 19.00 il quorum pare quasi sicuro. A Ampezzo hanno votato il 50% degli aventi diritto, a Fodom il 57% e Colle anche oltre il 50%.
Un primo passo. Speriamo bene per domani. Rimane un piccolo margine di incertezza (schede non valide ecc.).
Publiché
A lato delle notizie da Souramont, un interessante contributo di M.Taibon dell’Associazione per i popoli minacciati [vedi], in merito alle dichiarazioni fatte dalla “dissidente” PD Rosy Bindi nell’agosto scorso, relative alla geografia dell’Ampezzano (»Cortina non può dimenticare che il suo territorio risiede nella valle del Boite, e il Trentino non può certo spostare a sud i propri confini«):
Rosy Bindi s’informi e non difenda un’ingiustizia fascista
di Mateo Taibon (19 agosto 2007)
Publiché
Bravo Mateo. Uno di noi.
Publiché
Antonio Frena, Mitglied der Gründungsversammlung der Demokraten in Südtirol und mit Wurzeln im Soramont, hat am Donnerstag einen Brief an die Tageszeitung “Alto Adige” geschrieben, der die Hintergründe des Referendums, welches durch die Verfassungsreform von Mitte-LInks von 2001 möglich wurde, zu erklären:
Galan, i ladini veri e i «Ladins de bonora»
Publiché
@Valentin[o],
ma allora se era per ricreare una sola regione ladina si poteva chiedere il passaggio al Veneto di Gardena e Badia. O chiedere l’istituzione di una nuova regione. O forse i ladini si sentono piú tutelati in sudtirolo ?
Non é che per caso le diverse condizioni economiche hanno un peso ?
Publiché
@Sergio
In Veneto i ladini sarebbero condannati all’ assimilazione, mentre in Sudtirolo sono senz’ altro maggiormente tutelati, anche più che in Trentino.
Publiché
@Matteo,
ma siamo proprio sicuri ? Molte sono le voci che parlano di tedeschizzazione dei ladini sudtirolesi. E meccanismi come la proporzionale sicuramente non aiutano a proteggere chi é *veramente* minoranza.
Tant’è vero che non hanno nemmeno un rappresentante vero (non dell’SVP). Quali ladini rappresenti Mussner proprio non capisco.
Comunque non voglio andare troppo a fondo a questa cosa perché non posso che parlare con scarza cognizione di causa
Publiché
Io invece vorrei andare a fondo. Non mi interessa cosa vogliono fare i ladini e gli pseudoladini oggi, se vogliono ricreare l’unita’ culturale ladina o approfittare dei vantaggi delle regioni e province autonome, come io credo visto che si registrano parecchie richieste di passaggio a tali entita’, dove c’e’ contiguita’ territoriale: non mancano pretendenti a Trentino, Alto Adige, Friuli e Valle d’Aosta. Pero’ non si puo’ leggere il passato nella solita trita maniera, il fascismo e il nazionalismo (solo se italiano, naturalmente) vengono immancabilmente evocati come causa di ogni malefatta etnica.
Nel Tirolo storico la ladinita’ non era riconosciuta ufficialmente. L’Austria-Ungheria conteggiava i ladini come italiani. Nelle scuole di Ladinia si insegnava in italiano, in Gardena e Badia anche in tedesco. Nell’800, con l’emergere dei nazionalismi (si noti il plurale), furono messi in opera tentativi di tedeschizzazione della scuola in Gardena, Badia e Fassa, cui segui’ una reazione a favore della lingua italiana che ebbe qualche successo, reazione comunque piu’ forte dei timidi tentativi di affermare la ladinita’. Poco dopo l’unione all’Italia, sale al potere il fascismo, intollerante e repressivo verso tutte le identita’ regionali, figuriamoci verso la ladinita’, non riconosciuta nemmeno dall’Austria e in odore di tedescheria. Ma non c’e’ una volonta’ precisa di spezzare le reni ai ladini, poche migliaia di valligiani, che gia’ avevano in gran parte la lingua italiana come lingua di cultura. La Bindi ha ragione. La teoria dei confini geografici non ha niente a che fare con il nazionalismo ma con una superata concezione positivista della geografia, dove sono gli ambienti, per esempio i bacini fluviali, a creare le regioni; e’ vero che tale concezione fu sfruttata dall’Italia nel caso del Brennero ma per esempio fu applicata anche quando si tratto di assegnare le isole Aaland, abitate da svedesi, alla Finlandia. Gli attuali secessionisti furono assegnati alla Venezia Euganea per ragioni geografiche (oltre che per qualche precedente storico). Si rammenti che all’epoca i trasporti non erano cosi’ agevoli come ai tempi nostri. Gli altri ladini furono divisi piu’ tardi, quando fu isitiuita la provincia di Bolzano, creata anche per operare con strumenti legislativi ad hoc in favore dell’italianizzazione forzata. Se i ladini fossero stati un obiettivo, non li si sarebbe divisi. Peraltro, mi risulta che gia’ prima dell’unione all’Italia la Fassa facesse parte del circondario di Trento, benche’ non fossero mancati tentativi di staccarla, per favorirne la tedeschizzazione appena avviata; si segnala in questo tentativo l’ultimo borgomastro di Bolzano, Perathoner, dal cognome ladino tedeschizzato. Si sa che i convertiti, spesso, diventano i fondamentalisti piu’ fanatici.