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Lega und FdI mit CasaPound in Grosseto.
Fließende Übergänge

Zwischen dem 2. und 5. September geht im toskanischen Grosseto das jährliche Fest der neofaschistischen CasaPound über die Bühne. Wie schon vor zwei Jahren mit dabei: Vertreter von FdI und der an der Südtiroler Landesregierung beteiligten Lega.

So sollen etwa am Samstag, den 4. September der EU-Parlamentarier Vicenzo Sofo (FdI), der italienische Senator William De Vecchis (Lega) und der italienische Kammerabgeordnete Mario Lolini (Lega) mit Carlotta Chiaraluce (CPI) über die Zukunft Europas debattieren.

Am 3. September ist eine Einlage des Kabarettisten Stefano Chiodaroli angekündigt, der sich auch für ein offizielles Einladungsvideo hergibt:

Ferner ist ein Konzert geplant, bei dem neben ZetaZeroAlfa des ehemaligen CPI-Chefs Gianluca Iannone auch die Bozner Faschoband No Prisoner um Andrea Bonazza auftreten soll.

Für weitere Grenzverschiebungen zwischen rechtem und rechtsextremistischem Spektrum sorgt die Teilnahme der Journalisten Gianluca Veneziani (Libero), Francesco Borgonovo (La Verità) und Vittorio Feltri, der seit Juli auch Mitglied von FdI ist.

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EM: CasaPound darf feiern.
Quotation

Unter die “tifosi” mischten sich auch Exponenten der neofaschistischen Bewegung CasaPound. Direkt unter dem Siegesdenkmal schwenkten sie die italienische Tricolore und zündeten Leuchtkörper, unter Aufsicht ihres Chefs Andrea Bonazza, von den Polizeikräften ungehindert.

Lisa Maria Gasser auf Salto über die Feiern nach dem EM-Sieg der italienischen über die belgische Fußballmannschaft am 2. Juli

Leider ist all dies kein Zu- oder Unfall, sondern gerade in einem Land wie Südtirol nur »folgerichtig« — eine logische, wenn auch auf die Spitze getriebene Konsequenz des durch Europa- und Weltmeisterschaften geförderten Nationalismus. Zu dem sich die Laxheit (wenn nicht gar Komplizenschaft) der Behörden im Umgang mit neofaschistischen Umtrieben gesellt.

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Bozen: CPI fliegt raus.

Von der allgemeinen Stärkung der italienischen Rechtsparteien konnten sie nicht profitieren — im Gegenteil: Die erklärten Faschistinnen von CasaPound (CPI) flogen mit ihren immer noch viel zu vielen 1.184 Stimmen (2,8%) ganz aus dem Gemeinderat der Landeshauptstadt. Auch in die Stadtviertelräte schafften sie es diesmal nicht.

Bei der Wahlwiederholung von 2016 hatten die Rechtsextremistinnen noch 6,7% geholt. Seitdem saßen sie zu dritt im Stadtparlament. Ihren Einzug inszenierten sie damals als schauderhafte Neuauflage des Marschs auf Bozen — konsequent ausgegrenzt wurden sie trotzdem nicht.

Schon ein Jahr zuvor hatte Andrea Bonazza die Dämme gebrochen: 2,4% waren damals noch genug für einen Sitz. Nach dem Scheitern von Luigi Spagnolli war dann aber vor der Neuwahl eine Hürde von 3% eingeführt worden — an der CPI diesmal scheiterte.

Die Wählerinnen bestärkten die »guten Faschistinnen« also mit einem Stimmenrückgang von 58% in ihrer ursprünglichen Entscheidung, die Parteipolitik zu verlassen. Was freilich nicht bedeutet, dass keine Neofaschistinnen mehr im Bozner Gemeinderat sitzen werden. Leider.

Siehe auch 1›

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Der »private« Nazi-Lehrer.

Wie bereits bekannt, war der Faschist Andrea Bonazza (CPI) am 8. Februar mit einigen Gesinnungsgenossen zu einem internationalen Neonazitreffen nach Ungarn gereist. Neu ist jedoch, dass er dabei auch von Andrea De Rossi begleitet wurde, seines Zeichens Lehrer an der Bozner Galilei-Oberschule. Dies berichtet der A. Adige in seiner heutigen Ausgabe.

De Rossis politische Ansichten sollen offenbar bereits seit längerem bekannt gewesen sein. Nach Veröffentlichung der Bilder, auf denen der Techniklehrer neben Bonazza zu sehen ist, hatten einige seiner Kolleginnen die Schulleiterin dazu aufgefordert, Maßnahmen zu ergreifen. Bislang habe es jedoch nur ein »klärendes Gespräch« gegeben, wie es heißt. Und was auch immer das bedeutet.

Disziplinarmaßnahmen sollen laut Schulamtsleiter Vincenzo Gullotta nicht möglich sein, weil De Rossi seinem Nazihobby in der Freizeit nachgegangen ist.

Irgendwas läuft sehr, sehr falsch in Südtirol, wenn Rechtsextremistinnen ungestraft auf die Schülerinnenschaft losgelassen werden können — und (selbst wenn man wollte) keine Handhabe dagegen besteht.

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Ancóra equidistanza su Auschwitz e foibe.
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Pochi giorni fa — prima di finire nella bufera per essersi recato in Ungheria a celebrare le SS —  il consigliere comunale fascista di bolzano Andrea Bonazza (CPI) aveva duramente attaccato il sindaco sulla presenza dell’ANPI alle celebrazioni del Giorno del ricordo.

Tuttavia Renzo Caramaschi, incalzato da il Dolomiti, torna a fare di ogni erba un fascio, come già l’anno scorso:

Casapound e le organizzazioni affini, su questo, hanno già vinto. A testimoniarlo sono le parole dello stesso sindaco, attaccato dal consigliere Bonazza. Raggiunto al telefono dal nostro giornale, Renzo Caramaschi, alla guida di una giunta di centrosinistra, ha infatti risposto così: “Certe componenti politiche si scontrano in momenti come questi, con prese di posizioni, contaminazioni, dichiarazioni che danno fastidio come sindaco. C’è chi dice che il 25 aprile è la festa dei rossi, mentre il 10 febbraio quella dei neri, questo Paese vuole mantenere certe fratture. Dobbiamo finirla con queste contrapposizioni, dovremo pacificare la società. Nel mio discorso ho ribadito ciò che ha detto magistralmente il presidente della Repubblica, cioè che è congenita nelle dittature di ogni colore la violenza”.

“Io non ho fatto differenze sulla violenza – continua – su questo le foibe non sono diverse dai camini di Auschwitz. Di fronte alle tragedie non ci sono parole”.

Davide Leveghi, il Dolomiti, 13 febbraio 2020

Ed è proprio questa inaccettabile equidistanza a spalancare la porta ai fascisti e al loro revisionismo storico.

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Autorinnen und Gastbeiträge

CasaPound, la morte del partito.

di Heiko Koch1*) Heiko Koch vive e lavora in Nordrhein-Westfalen (Germania). È cofondatore e autore di varie riviste antifasciste, autore di libri, redattore di ricerche in internet, teamer e docente contro la ›destra‹.

Per oltre un mese sul partito-movimento CasaPound Italia (CPI) era calato il silenzio. Dopo il risultato elettorale fallimentare del 0,33% alle elezioni europee di fine maggio 2019 c’erano sì state alcune manifestazioni dei fascisti, ed il festival Tana delle tigri 11, svoltosi a Roma il 22 giugno, ha fatto segnare una buona partecipazione. Ma i canali mediatici abituali dei „fascisti del terzo millennio“ erano stranamente rimasti orfani, mancavano i soliti annunci spocchiosi ed anche le apparizioni degli esponenti del movimento risultavano alquanto titubanti. Dal 27 giugno ne conosciamo il perché: CasaPound conclude la sua esperienza partitica.

Gianluca Iannone, presidente di CasaPound Italia: „In seguito all’esperienza delle ultime elezioni europee e al termine di una lunga riflessione sul percorso del movimento dalla sua fondazione a oggi, CasaPound Italia ha deciso di mettere fine alla propria esperienza elettorale e partitica.“

Il partito è morto, viva il movimento

Contemporaneamente lo stesso Iannone annunciava: „La decisione di oggi non segna affatto un passo indietro, da parte del movimento, ma anzi è un momento di rilancio dell’attività culturale, sociale, artistica, sportiva di Cpi, nel solco di quella che è stata da sempre la nostra identità specifica e originale.“ E minacciava: „Sarà anche un’occasione per tornare a investire tempo ed energie nella formazione militante, particolarmente essenziale, dati i nuovi pruriti liberticidi della sinistra”.

Il segretario di partito di CasaPound Italia, Simone di Stefano, circa la decisione di abbandonare l’attività partitica, spiegava: „Confondere la politica con le elezioni è un grande errore. Ci saranno ancora cortei di CasaPound, manifesti di CasaPound, proposte politiche di CasaPound, azioni di solidarietà per gli italiani, azioni mediatiche di contrasto al globalismo, controinformazione, iniziative culturali, gruppi sportivi, medicina sociale, volontariato, protezione civile, l’esaltazione del ricordo degli italiani che si sono sacrificati per donarci una nazione, l’amore infinito per la nostra ITALIA.“ Aggiungendo: „CasaPound farà ancora più politica, e vuole tornare ad essere quell’avanguardia che ha dettato i temi e le parole d’ordine del sovranismo italiano.“

Commento:

In un primo momento questa decisione non certo ortodossa di CasaPound Italia può essere spiazzante. Tuttavia si tratta della realizzazione, logica e coerente, del desiderio dei „fascisti del terzo millennio“ di continuare ad avere un ruolo anche in futuro nella società e nella destra italiana. Sicuramente, dopo il ridicolo risultato delle europee di maggio, si sono fatti largo sentimenti di disillusione, frustrazione e stanchezza. Ma questo stato d’animo non sarà stato la ragione determinante per la decisione di interrompere l’attività partitica. Lo stesso 26 maggio infatti CasaPound aveva conquistato 63 cariche grazie alle elezioni amministrative in varie regioni italiane, portando così il numero totale dei propri consiglieri comunali a poco meno di 100. Anche il bilancio complessivo di CasaPound negli anni passati è di tutto rispetto: partita con lo 0,14% delle elezioni romane del 2013, a marzo 2018 è stata capace di raccimolare il 0,95% (equivalente a 312.398 elettori). L’appoggio a favore del Blocco Studentesco nelle scuole è raddoppiato nel periodo dal 2015 al 2017, giungendo a 56.000 voti. Dal 2013 il numero di sedi partitiche è triplicato a oltre 140, mentre il numero degli iscritti secondo le cifre diffuse da CPI sarebbe quadruplicato a 20.000. Col Primato Nazionale da due anni CasaPound dispone di un proprio mensile e con Altaforte, da un anno, anche di una casa editrice. Il marchio d’abbigliamento Pivert nel frattempo è cresciuto, totalizzando 14 punti vendita in tutta Italia, e non c’è paese europeo dove le arti marziali — soprattutto le Mixed Martial Arts (MMA) — sono talmente pervase da organizzazioni fasciste come in Italia. A fronte di un tale bilancio, CPI avrebbe certamente potuto sopportare il cattivo risultato delle europee mettendolo a bilancio come un contraccolpo temporaneo. Caparbietà e grinta non sono certo caratteristiche che ai fascisti mancano.

C’è da presupporre — e le affermazioni di CasaPound si possono interpretare in questo senso — che le motivazioni per l’abbandono dell’attività di partito vadano ricercate nelle radici movimentiste di CPI.
Un movimento che ha come obiettivo la trasformazione della società in senso fascista, tramite il raggiungimento di un’egemonia culturale e sociale, non necessariamente deve incamminarsi sulla via parlamentare. Le diverse fazioni interne del movimento-partito si saranno certamente confrontate su questo punto. Quanto giovamento e quali danni può provocare l’impegno nei parlamenti? Discussioni simili sicuramente ci saranno state già nel 2012, quando CasaPound decise di fondare un partito. Questa volta invece la scelta è stata quella del ritorno alla strada.

Una delle ragioni per l’abbandono dell’attività di partito potrebbero essere gli attuali rapporti di forza fra i partiti di destra. Oltre cinque anni fa CasaPound Italia, da partito di recente fondazione, aveva funto da rete, intermediaria e testa di ponte per la diffusione dei leghisti verso il (fino allora tanto disprezzato) meridione. Ne era nata una situazione che giovava sia a CPI che alla Lega. Ma l’alleanza „Sovranità – prima gli italiani” del 2014/15 non ebbe lunga vita. Con il suo nuovo programma che comprendeva tutta l’Italia e una rotta simile a quella del Front/Ressemblement National, la Lega guidata da Salvini era riuscita a canalizzare e concentrare su di sé il razzismo e lo sciovinismo di classi sociali e ambienti differenti. A marzo 2018 quadruplicava il proprio risultato a livello statale rispetto al 2013, raggiungendo il 17% dei voti, e il risultato del 34,4% alle europee di maggio rappresenta addirittura una quintuplicazione rispetto al 2014. Al contempo Fratelli d’Italia, partito fascista nato dalla costola destra del Popolo della Libertà (PDL) sotto Giorgia Meloni, a marzo 2018 entrava nel parlamento italiano con il 4,37% e in quello europeo con il 6,5% dei voti. E nonostante forti perdite anche Forza Italia — il cui presidente Silvio Berlusconi, ex membro della loggia di estrema destra „Propaganda Due“, aveva preparato durante gli ultimi 25 anni gli attuali sviluppi politici con la sua attività di sdoganamento del fascismo — riusciva a racimolare ancora il 13,98% alle europee. Nel 2013 aveva raccolto il 21,56%.

Attualmente la destra italiana definisce il clima, la rotta e il ritmo della politica italiana. Il Movimento 5 Stelle, liberalista e populista, all’interno della coalizione di governo è indebolito, e il Partito Democratico, che a marzo 2018 alle politiche aveva raggiunto il 18,74% e a maggio 2019 nelle europee il 22,69%, è più occupato dal suo tramonto che con l’elaborazione e l’attuazione di progetti di società costruttivi.

Della destra parlamentare italiana CasaPound rappresenta(va) la parte più trascurabile. Fatta eccezione per Bolzano, negli oltre trenta consigli comunali in cui era rappresentata, non aveva alcuna importanza. Non si trovava nella posizione né di avanzare richieste con una qualche prospettiva di successo, né di partecipare alle decisioni. Con un futuro da partito elettivo CasaPound sedrebbe al tavolino delle destre, farebbe lavoro amministrativo nei consigli comunali e si batterebbe per un minimo di potere e un po’ di influenza, soldi e poltroncine. Si sforzerebbe di essere sempre un pochettino più fascista dei suoi fratelli maggiori, Lega e Fratelli d’Italia. CasaPound Italia metterebbe forza, energia e risorse nel lavoro parlamentare, perderebbe carisma in dibattiti sbiaditi e senza prospettiva di successo e dovrebbe accettare compromessi al ribasso. Nel migliore dei casi sarebbe un’appendice di attori di destra più importanti di lei. L’irrilevanza guasterebbe all’immagine che i membri e i simpatizzanti hanno di CasaPound, la base si vedrebbe tradita e la parte movimentista se ne andrebbe, indebolendo il partito in modo duraturo. Insomma, il partito-movimento si trasformerebbe in un normalissimo partito, con poche possibilità di successo. Un partito che misurerebbe il proprio potere in poltrone e prenderebbe decisioni secondo interessi dettati dal proprio egoismo.
Inoltre CasaPound Italia sulla sua via parlamentare sarebbe percepita come una forza compromessa, parte dello status quo, che durante future crisi economico-capitalistiche non avrebbe più molta credibilità per quanto riguarda l’azione nazional-rivoluzionaria e di opposizione totale.

Oltretutto CasaPound Italia sarebbe un facile bersaglio per attacchi politici da parte di forze democratiche e di sinistra. Le sue occupazioni illegali la discreditano come partito e la rendono attaccabile. Attualmente un tentativo di andare proprio in questa direzione viene portato avanti da un’iniziativa per lo sgombero della sede principale in via Napoleone III. „Insieme in Rete“ ha raccolto oltre 50.000 firme su change.org per mettere fine all’occupazione simbolo di CPI nella capitale italiana.
È difficile opporre una resistenza adeguata a tali iniziative antifasciste avendo assunto un ruolo partitico. Proprio per quanto riguarda la sua sede principale, CPI dipende poi anche dalla clemenza del ministro degli interni Matteo Salvini ed è quindi ricattabile dalla Lega. Vista la decisione ostile presa dal Comune di Roma, è solo il ministro degli interni a proteggere l’immobile di via Napoleone III evitando, finora, lo sgombero.
Considerato ciò, la permanenza sulla scena partitica non sarebbe una buona opzione. L’accesso, limitato, a potere e prebende non compensa le prospettive complessive, che sono negative.

CasaPound può mantenere e ampliare la sua rilevanza e il suo potere solo sul campo delle attività extraparlamentari, da movimento. È qui che dispone di esperienze, accessi, risorse e personale. Qui può posizionarsi come forza di opposizione totale, come ispiratrice e motore per posizioni di estrema destra, strappando concessioni ad altre forze di destra e venendo percepita come un’alternativa coerente ed integra dai propri seguaci. Oltre le restrizioni e i limiti del parlamentarismo per CasaPound sono possibili molte più forme d’azione transfrontaliere, illegali e violente, che con la debole repressione che c’è da aspettarsi dal governo di destra sono anche più facilmente attuabili. Che CPI possa mettere in campo la sua „formazione militante“ contro forze democratiche e di sinistra scomode, Gianluca Iannone lo ha già annunciato. Invece di investire tempo ed energia nella costruzione e nell’ampliamento, ma anche nel lavoro quotidiano di un partito, verranno ampliate e riattivate le proprie organizzazioni di base. Così CasaPound nella prossima crisi economica potrebbe presentarsi come una destra „anticapitalista“ e come alternativa senza compromessi, con un suo sistema ben funzionante di organizzazioni sociali e caritevoli. Da questo punto di vista il ritorno alla politica di strada è quasi d’obbligo, imprescindibile per la sopravvivenza del modello CasaPound Italia.

Che molti membri non fossero d’accordo con questa decisione lo si evince dalle affermazioni di Andrea Bonazza, coordinatore CPI in Sudtirolo. Nel Consiglio comunale di Bolzano siedono tre consiglieri di CasaPound. Col 6,7% nel 2016 erano entrati nel consesso Andrea Bonazza, Maurizio Puglisi Ghizzi e Sandro Trigolo. Secondo il quotidiano „Alto Adige“, CasaPound dispone di 250 membri iscritti e 90 attivi, con due sedi locali del partito. L’anno prossimo CasaPound voleva ripresentarsi alle elezioni. Un’opzione per la quale molti seguaci locali di CPI si erano già preparati. Bonazza: „Mi dispiace molto se qualche nostro simpatizzante non comprenderà la nostra scelta […] ma per noi che in questa comunità militante sputiamo quotidianamente sangue e sudore per una battaglia maggiore, di destino e tesa alla Vittoria, è la decisione più giusta che si poteva prendere. E adesso, ancora più di prima… Avanti tutti!“

Rimane da vedere cosa sarà dei circa 100 seggi comunali di CPI e quali sedi CPI sarà in grado di mantenere attive. E anche come CPI riuscirà a gestire la trasformazione. Va però constatato che CPI ha nuovamente dimostrato la sua competenza nell’azione politica e strategica, prendendo una decisione coerente dal proprio punto di vista — e questo è un avvertimento di non sottovalutare la sua forza politica.

Traduzione:

Original auf Deutsch.

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    *) Heiko Koch vive e lavora in Nordrhein-Westfalen (Germania). È cofondatore e autore di varie riviste antifasciste, autore di libri, redattore di ricerche in internet, teamer e docente contro la ›destra‹.
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Aus für CasaPound-Partei.

von Heiko Koch1Heiko Koch lebt und arbeitet in NRW. Er ist Mitbegründer und Autor diverser antifaschistischer Zeitungen, Buchautor, Verfasser von Internetrecherchen, Teamer und Dozent gegen ›Rechts‹.

Simone di Stefano: „Rin inne Kartübbeln, rut ut de Kartübbeln“ (Screenshot)

Gut einen Monat war es still um die faschistische Bewegungspartei CasaPound Italia gewesen. Seit ihrem katastrophalen Wahlergebnis von 0,33 Prozent der abgegebenen Stimmen bei der Wahl zum EU-Parlament Ende Mai 2019 gab es zwar einige Veranstaltungen der Faschist*innen und auch das CasaPound Festival „Tana delle tigri 11“ fand am 22. Juni in Rom mit großer Beteiligung statt. Aber die üblichen Medienkanäle der „fascisti del terzo millennio“ (dt.: Faschisten des 21. Jahrhunderts) erschienen merkwürdig verwaist, ihre ansonsten großspurigen Ankündigungen unterblieben und die Auftritte ihrer Exponent*innen wirkten geradezu zaghaft. Seit dem 27. Juni 2019 ist nun die Katze aus dem Sack: CasaPound gibt ihre Parteiarbeit auf.

Der Präsident von CasaPound Italia, Gianluca Ianonne, verkündete: „In seguito all’esperienza delle ultime elezioni europee e al termine di una lunga riflessione sul percorso del movimento dalla sua fondazione a oggi, CasaPound Italia ha deciso di mettere fine alla propria esperienza elettorale e partitica” (dt.: „Nach den Erfahrungen der letzten Europawahlen und am Ende einer langen Reflexion über den Weg der Bewegung von ihrer Gründung bis heute, hat CasaPound Italia beschlossen, ihre Wahl- und Parteierfahrung zu beenden.“

Die Partei ist tot, es lebe die Bewegung

Frühjahr 2013: CasaPound Plakat im römischen Stadtteil EUR. Erster Antritt als Wahlpartei. (Foto: Heiko Koch)

Im gleichen Atemzug verkündete Ianonne: “La decisione di oggi non segna affatto un passo indietro, da parte del movimento, ma anzi è un momento di rilancio dell’attività culturale, sociale, artistica, sportiva di Cpi, nel solco di quella che è stata da sempre la nostra identità specifica e originale.“ (dt.: „Die heutige Entscheidung signalisiert in keiner Weise einen Rückschritt der Bewegung, sondern einen Moment der Wiederbelebung der kulturellen, sozialen, künstlerischen und sportlichen Aktivitäten der CasaPound Italia, resultierend aus dem, was immer unsere spezifische und originelle Identität war.“) Und er drohte: „Sarà anche un’occasione per tornare a investire tempo ed energie nella formazione militante, particolarmente essenziale, dati i nuovi pruriti liberticidi della sinistra” (dt.: „Auch wird es angesichts der neuen freiheitsgefährdenden Juckreize der Linken eine [gute] Gelegenheit sein, wieder Zeit und Energie in eine militante Entwicklung zu investieren.“).

Der Parteisekretär der CasaPound Italia, Simone di Stefano, erklärte zu der Entscheidung, der Parteienlandschaft den Rücken zu kehren: „Confondere la politica con le elezioni è un grande errore. Ci saranno ancora cortei di CasaPound, manifesti di CasaPound, proposte politiche di CasaPound, azioni di solidarietà per gli italiani, azioni mediatiche di contrasto al globalismo, controinformazione, iniziative culturali, gruppi sportivi, medicina sociale, volontariato, protezione civile, l’esaltazione del ricordo degli italiani che si sono sacrificati per donarci una nazione, l’amore infinito per la nostra ITALIA.“ (dt.: „Politik mit Wahlen zu verwechseln, ist ein großer Fehler. Es wird weiterhin CasaPound-Märsche, CasaPound-Plakate, politische CasaPound-Vorschläge, Solidaritätsaktionen für Italiener, Medienaktionen zur Bekämpfung des Globalismus, Gegeninformation, Kulturinitiativen, Sportgruppen, Sozialmedizin, Freiwilligenarbeit, Katastrophenschutz und die Intensivierung der Erinnerung an die Italiener geben, die sich geopfert haben, um uns eine Nation zu schenken, die unendliche Liebe für unser ITALIEN“). Di Stefano ließ verlauten: „CasaPound farà ancora più politica, e vuole tornare ad essere quell’avanguardia che ha dettato i temi e le parole d’ordine del sovranismo italiano.“ (dt.: „CasaPound wird noch mehr Politik betreiben und will wieder die Avantgarde sein, die dem italienischen Souveränismus die Themen und Parolen diktiert.“)

Kommentar:

Diese unorthodoxe Entscheidung CasaPound Italias überrascht auf den ersten Blick. Es ist aber eine in sich logische und konsequente Umsetzung des Willens der „fascisti del terzo millennio“, auch in Zukunft eine Rolle in der italienischen Rechten wie in der italienischen Gesellschaft zu spielen. Mit Sicherheit haben sich im Anschluss an das lächerlich schlechte Wahlergebnis zur Europawahl im Mai 2019 Ernüchterung, Frustration und Ermüdung bei CasaPound eingestellt. Diese Befindlichkeiten werden aber nicht die ausschlaggebenden Argumente zur Einstellung ihrer Parteiarbeit gewesen sein. Denn am gleichen Tag erhielt CasaPound bei den Kommunalwahlen in unterschiedlichen Regionen Italiens 63 neue Mandate und konnte so die Anzahl ihrer Gemeinderät*innen auf fast 100 Personen erhöhen. Und auch die generelle Bilanz CasaPounds aus den letzten Jahren ist beachtlich. Startete CasaPound Italia bei den römischen Wahlen 2013 noch mit 0,14 Prozent der abgegebenen Stimmen, so erhielt sie im März 2018 landesweit 0,95 Prozent der abgegebenen Stimmen (312.398 Wähler*innen). Die Stimmenanzahl für den Blocco Studentesco an den Schulen hat sich zwischen 2015 und 2017 auf 56.000 verdoppelt. Seit 2013 hat sich die Zahl der Parteistützpunkte auf über 140 verdreifacht und die von ihr angegebene Mitgliederzahl auf angeblich 20.000 Personen vervierfacht. CasaPound verfügt mit der „Il primato nazionale“ seit zwei Jahren über eine Monatszeitung und mit „Altaforte Edizioni“ seit dem letzten Jahr auch noch über einen eigenen Verlag. Ihre 2015 gestartete Modemarke „Pivert“ verfügt mittlerweile über 14 Läden in ganz Italien und es gibt kein europäisches Land, wo der Kampfsport und hier vor allem der Mixed Martial Arts (MMA) so mit faschistischen Organisationen durchdrungen ist, wie in Italien. Bei einer derartigen Erfolgsbilanz hätte CasaPound Italia ihr schlechtes Wahlergebnis bei den EU-Wahlen als temporären Rückschlag durchaus verkraften können. Denn was Durchhaltevermögen und Biss angeht, so hat es den Faschist*innen an diesen Eigenschaften bisher nicht gemangelt.

Der besetzte Hauptsitz der Faschisten. Das „Casa Pound“ in der Via Napoleone III Nr.8 (Foto: Heiko Koch)

Es ist davon auszugehen – und davon zeugen die Verlautbarungen der CasaPound – dass die Motive des Ausscherens aus der Parteipolitik bei den Wurzeln der CasaPound als Bewegung liegen. Eine Bewegung, die eine faschistische Gesellschaftsänderung über das Erreichen einer kulturellen, wie sozialen Hegemonie anstrebt(e), muss nicht zwangsläufig den Weg über die Parlamente nehmen. Hier werden sich die verschiedenen Fraktionen innerhalb der CasaPound als Bewegungspartei Auseinandersetzungen geliefert haben. Wie viel Nutzen und wie viel Schaden bedeutet das Engagement in und für Parlamente für ihre faschistischen Ziele? Einen ähnlichen Diskurs wird es mit Sicherheit schon 2012 gegeben haben, als sich CasaPound zur Gründung einer Partei entschloss. Diesmal lautet die Entscheidung: Zurück auf die Straße!

Einer der Gründe für die Aufgabe der Parteiarbeit dürfte dabei im derzeitigen Proporz der italienischen Rechtsparteien liegen. Vor gut 5 Jahren war es CasaPound Italia, die als frisch gegründete Partei der Lega Nord als Netzwerk, Vermittler und Brückenkopf zur Ausbreitung in den bis dato von den Legisten so verachteten Süden Italiens diente. Es entstand eine Win-Win-Situation für CasaPound und Lega. Aber ihr Parteienbündnis „Sovranità – prima gli italiani“ im Jahr 2014/2015 währte nicht lange. Mit ihrem neuen, gesamtitalienischen Programm und dem Kurs à la Front National/Rassemblement National verstand es die Lega unter ihrem neuen Parteisekretär Matteo Salvini den Rassismus und Chauvinismus unterschiedlicher Schichten und Milieus zu mobilisieren und erfolgreich auf sich zu vereinen. Im März 2018 vervierfachte sie ihr landesweites Wahlergebnis von 2013 auf über 17 Prozent der abgegebenen Stimmen und ihr Ergebnis von 34,3 Prozent bei den Europawahlen im Mai diesen Jahres war sogar eine Verfünffachung ihres Wahlergebnis aus dem Jahr 2014. In der gleichen Zeit schaffte es die Ende 2012 aus einer Abspaltung der rechten Sammlungspartei „Popolo della Libertà“ (PdL) hervorgegangene faschistische „Fratelli d’Italia“ unter Giorgia Meloni im März 2018 mit 4,37 Prozent in die italienische Abgeordnetenkammer und im Mai 2019 mit 6,5 Prozent in das Europaparlament einzuziehen. Und auch die Forza Italia, deren Präsident und Ex-Mitglied der extrem rechten Geheimloge „Propaganda Due“, Silvio Berlusconi, die derzeitigen politischen Entwicklungen über die Enttabuisierung des Faschismus in den letzten 25 Jahren eingeleitet hat, erzielte trotz massiver Verluste noch 13,98 Prozent bei der EU-Wahl. Im Jahr 2013 waren es noch 21,56 Prozent für die Forza Italia gewesen.
Die italienische Rechte bestimmt derzeit das Klima, die Richtung und das Tempo der italienischen Politik. Die liberalistisch-populistische Movimento 5 Stelle ist innerhalb der Regierungskoalition geschwächt und die sozialdemokratische Partito Democratico, die im März 2018 in den italienweiten Wahlen 18,74 Prozent und im Mai 2019 bei den EU-Wahlen 22,69 Prozent erhielt, ist mit ihrem Niedergang mehr beschäftigt als mit konstruktiven Gesellschaftsentwürfen und deren politischer Umsetzung.

Innerhalb der parlamentarischen Rechten stellt CasaPound Italia den unbedeutendsten Teil dar. Mit Ausnahme von Bozen spielte sie in den über 30 Kommunalparlamenten in denen Vertreter*innen von ihr saßen, keine Rolle. Sie war weder in der Position erfolgreich Forderungen zu stellen, noch mitzubestimmen. Mit einer Zukunft als Wahlpartei würde CasaPound Italia am Katzentisch der Rechten sitzen, in Kommunalparlamenten administrativer Arbeit nachgehen, um minimale Macht und ein wenig Einfluss, Geld und Pöstchen ringen. Dabei wäre sie stets bemüht, sich noch faschistischer zu geben als ihre großen Brüder, die Lega und Fratelli d’Italia. CasaPound Italia würde Kraft, Energie und Ressourcen in die parlamentarische Arbeit einbringen, in absehbaren farb- und erfolglosen Debatten an Charisma verlieren und eventuell faulen Kompromissen zustimmen. Bestenfalls wäre sie ein Wurmfortsatz größerer rechter Akteure. Bei gleichzeitiger Bedeutungslosigkeit würde das Image der CasaPound bei ihren Mitgliedern und Sympathisant*innen stark beschädigt, die Basis sähe sich verraten, der Bewegungsanteil würde abwandern und die Partei nachhaltig geschwächt. Alles in allem würde aus der Bewegungspartei CasaPound Italia eine ebenso erfolglose wie herkömmliche Partei. Eine Partei, die Machtzuwachs an der Zahl von Parteisitzen abliest und vorwiegend entlang egoistischer Interessen entschiede.
Zudem stünde CasaPound Italia bei einem weiteren parlamentarischen Weg eventuell auch als kompromittierte, staatstragende Kraft da, der in kommenden kapitalistischen Krisenphasen ihr national-revolutionärer Duktus und ihre angebliche Fundamentalopposition nicht geglaubt würde.

Darüber hinaus wäre CasaPound Italia für politische Attacken der Demokrat*innen und Linken ein leichtes Ziel. Ihre illegalen Besetzungen diskreditieren sie als Partei und machen sie angreifbar. Ein Versuch, gerade in diese Kerbe zu schlagen, wird zur Zeit seitens einer Initiative zur Räumung des besetzten Hauptsitzes in der Via Napoleone III unternommen. Über 50.000 Stimmen hat die Initiative „Insieme in Rete“ schon auf Change.org gesammelt, damit die faschistische Besetzung in der Via Napoleone III in Rom beendet wird.
Ein adäquater Widerstand gegen solche antifaschistischen Initiativen sind aus der Position einer Wahlpartei schwierig zu gestalten. Betreffend ihres Hauptquartiers in Rom ist CasaPound ohnehin auf die Gnade des Innenministers Matteo Salvini angewiesen und somit durch die Lega erpressbar. Denn angesichts des Räumungsbeschlusses der Kommune von Rom ist es allein der Innenminister, der seine schützende Hand über die besetzte Immobilie in der Via Napoleone III hält und eine Räumung bisher verhindert hat.
So gesehen, ist der weitere Verbleib auf der Parteienebene eine ohnehin schlechte Option. Die absehbaren minimalen Zugänge zur Macht und Pfründen wiegen die negative Gesamtperspektive nicht auf.

Bedeutung und Einfluss kann CasaPound Italia nur noch auf dem Feld außerparlamentarischer Aktivitäten, als Bewegung, erhalten und ausbauen. Hier verfügt sie über Erfahrungen, Zugänge, Ressourcen und Personal. Hier kann sie sich als glaubhafte Fundamentalopposition positionieren, sich als Stichwortgeberin und Motor extrem rechter Positionierungen etablieren, den anderen Rechten in den Parlamenten Zugeständnisse abringen und für die Anhängerschaft eine kohärente und integre Alternative sein. Jenseits parlamentarischer Limitierung und Einengung sind für CasaPound Italia weit mehr grenzüberschreitende, illegale und gewalttätige Aktionsformen möglich, die bei der kaum zu erwartenden Repression seitens der rechten Regierung auch besser umsetzbar sind. Dass „formazione militante“ (dt.: militante Formierung) gegen störende Demokrat*innen und Linke zu erwarten ist, hat Gianluca Iannone ja auch schon angedroht. Statt Zeit und Energie in den Auf- und Ausbau, sowie den Alltag einer Partei zu investieren, würden die eigenen Basisorganisationen ausgebaut und reaktiviert. Und so könnte sich CasaPound bei der nächsten anstehenden Wirtschaftskrise als unbelastete „anti-kapitalistische“, alternative Rechte anbieten, ausgestattet mit einem gut funktionierenden System sozialer und karitativer Organisationen. So betrachtet ist die Rückkehr zur Straßenpolitik fast schon zwingend und überlebenswichtig für das Modell CasaPound Italia.

Dass viele Mitglieder mit dieser Entscheidung nicht einverstanden waren, zeigt sich an der Verlautbarung Andrea Bonazzas, dem regionalen Koordinator CasaPound Italias in Südtirol. In Bozen sitzen gleich drei CasaPound-Abgeordnete im Stadtparlament. Mit 6,7 Prozent der abgegebenen Stimmen zogen Andrea Bonazza, Maurizio Puglisi Ghizzi und Sandro Trigolo 2016 in die kommunale Institution ein. Laut der Zeitung „Alto Adige“ verfügt CasaPound hier über 250 eingeschriebene Mitglieder und 90 Aktive, mit zwei lokalen Parteibüros. Im kommenden Jahr wollte CasaPound Italia erneut bei den Wahlen antreten. Eine Option, auf die sich viele örtliche Anhänger*innen der CasaPound Italia schon eingerichtet hatten. So äußerte Andrea Bonazza: „Mi dispiace molto se qualche nostro simpatizzante non comprenderà la nostra scelta – conclude il coordinatore di CasaPound – ma per noi che in questa comunità militante sputiamo quotidianamente sangue e sudore per una battaglia maggiore, di destino e tesa alla Vittoria, è la decisione più giusta che si poteva prendere. E adesso, ancora più di prima… Avanti tutti!“ (dt.: „Es tut mir sehr leid, wenn einige unserer Sympathisanten unsere Entscheidung nicht nachvollziehen können … aber für uns, die wir in dieser militanten Gemeinschaft täglich Blut und Schweiß für einen höheren Kampf, für den Sieg vergießen, ist dies die richtigste/beste Entscheidung, die gefällt werden konnte. Und jetzt erst recht… mit voller Kraft voraus!“).

Man wird sehen, was aus den gut 100 kommunalen CasaPound-Mandaten wird und wie viele Vereinslokale CasaPound wird halten können. Ebenso, wie CasaPound die anstehende Transformation hinbekommt. Festzuhalten bleibt: CasaPound hat erneut seine Kompetenz zum politischen und strategischen Handeln unter Beweis gestellt hat und eine aus ihrer Sicht konsequente Entscheidung getroffen, die darauf hinweist, dass sie als politische Kraft nicht zu unterschätzen ist.

Artikel: La Repubblica — Casapound, Iannone: Finita esperienza di partito, torniamo movimento (27.06.2019)

Buchverweis: Aram Matteoli: Viva Mussolini — Die Aufwertung des Faschismus im Italien Berlusconis

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    Heiko Koch lebt und arbeitet in NRW. Er ist Mitbegründer und Autor diverser antifaschistischer Zeitungen, Buchautor, Verfasser von Internetrecherchen, Teamer und Dozent gegen ›Rechts‹.
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CPI wollte Fahrradverbot für Migrantinnen.

Ob es noch viel widerlicher werden kann, wird die Zukunft zeigen. Viel wird auch davon abhängen, ob und wie man diesen ekligen Faschos endlich den Weg versperrt — denn sie versuchen offenbar gerade wieder systematisch, die Grenzen des Sagbaren zu verschieben, Tag für Tag. Einerseits der Altaforte-Chef, der sich als Faschist outen kann, ohne bislang von der Turiner Buchmesse geflogen zu sein. Andererseits die drei Halbstarken von CasaPound (CPI) im Bozner Gemeinderat, die allen Ernstes einen Beschlussantrag ersonnen und eingereicht haben, um Migrantinnen in der Landeshauptstadt grundsätzlich das Radfahren zu verbieten. Der von Salto aufgedeckte und treffend als »Bozner Rassengesetze« titulierte Skandal ist ein neuer Tiefpunkt, dem schon bald weitere folgen werden, wenn Bonazza und Co. fortwährend wie normale Gemeinderatsmitglieder behandelt werden. Wenn ihre Vorlagen angenommen werden. Wenn ihnen Säle zur Verfügung gestellt werden. Wenn die Justiz ihnen ihre fadenscheinigen Ausreden abnimmt.

Sie versuchen es ja schon wieder und behaupten, ihr Antrag sei gar nicht rassistisch gemeint, sondern nur schlecht formuliert gewesen. Wie bitte? Wollen wir uns von diesen Menschenfeinden wirklich noch länger am Nasenring durch die Manege führen lassen?

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