Carlo Alberto Zanella/
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Segnaletica, colonialismo bipartisan.
Attacco anche a BBD–
Continua anche oggi, sempre in prima pagina, la campagna colonial-nazionalista del Corriere (edizione sudtirolese) sulla segnaletica di montagna. E se Carlo Alberto Zanella, presidente del CAI in Sudtirolo, apparentemente fa un passo indietro (dopo aver innescato la miccia), così non fanno i partner di coalizione dell’SVP. A non ritrattare, invece, è l’assessore comunale Tritan Myftiu
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Corriere, CAI e FdI rilanciano Tolomei.
Eterna colonizzazione–
Per l’ennesima volta tornano all’attacco sulla segnaletica di montagna sia il CAI sia l’estrema destra italiana, trovando prontamente una sponda nell’edizione locale del Corriere, ormai diventato il quotidiano nettamente più nazionalista tra i due di lingua italiana in Sudtirolo. Questo il titolo principale in prima pagina ieri: C’AA del 14 agosto 2025 Per ora l’A.
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Rifugio Antonio Locatelli e Sölden-Hütte.
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Nell’edizione odierna anche la Tiroler Tageszeitung (TT) riferisce dell’idea di Ingrid Beikircher, vicepresidente dell’AVS, di rinominare molti rifugi alpini in Sudtirolo. Me lo ha fatto notare un lettore di , Martin Piger. Accanto a un’intervista con Beikircher stessa, che difende la sua proposta, il quotidiano nordtirolese fa notare che in Austria non ci sono attualmente
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CAI: Raubgutrückgabe an den AVS.
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Jahrzehnte lang hat sich der italienische Alpinclub CAI beharrlich geweigert, dem AVS Bücher und Unterlagen zurückzugeben, die dem Bozner Alpenverein von den Faschisten geraubt worden waren, als sie ihn 1923 verboten und auflösten. Dies thematisierte die ff mit einem Beitrag von Andrej Werth im Februar. Mehrmalige Aufforderungen durch den AVS hatten im Laufe der Jahre
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Toponomastica, CAI nuovamente scatenato.
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A distanza di anni, dopo aver già reimposto — e con grande successo — la toponomastica colonialista introdotta dal regime fascista, il CAI (Club Alpino Italiano o «Club degli alpinisti italianizzatori») torna ora alla carica, invocando nuovamente interventi dall’alto o dall’esterno con appelli all’estrema destra di governo. Amareggiati da coloro che (chiamati «imbecilli»), barrandoli con