Per l’ennesima volta tornano all’attacco sulla segnaletica di montagna sia il CAI sia l’estrema destra italiana, trovando prontamente una sponda nell’edizione locale del Corriere, ormai diventato il quotidiano nettamente più nazionalista tra i due di lingua italiana in Sudtirolo.
Questo il titolo principale in prima pagina ieri:
C’AA del 14 agosto 2025
Per ora l’A. Adige non sembra avere aderito alla campagna, ma probabilmente non esiterà a farlo se continua.
Già un anno fa il presidente del CAI in Sudtirolo, Carlo Alberto Zanella, aveva riproposto la battaglia sull’imposizione della toponomastica colonial-fascista, giungendo a sfoderare — proprio nei nostri confronti — il sempiterno «qui siamo in Italia». Che oggi, dopo un recente viaggio che mi ha portato in Vallée d’Aoste, mi sembra ancor più assurdo: lì a nessuno ormai verrebbe in mente di legare l’appartenenza statale alla traduzione della toponomastica. Anzi.
Secondo il Corriere, inoltre, Tritan Myftiu (FdI), assessore comunale a Bolzano, avrebbe segnalato il mancato bilinguismo al deputato Alessandro Urzì (FdI). Lo stesso che proprio di recente aveva fatto intendere di esigere la completa accettazione delle invenzioni fasciste da parte del Landtag — magari col ricatto della riforma dell’autonomia.
Proprio a Myftiu, che da assessore ritiene normalissimo non sapersi esprimere in tedesco, il quotidiano attribuisce un indignato «vogliono farci sentire stranieri in patria». Mentre però l’AVS non è tenuto a utilizzare la toponomastica fascista (eppure lo fa), il Comune di Bolzano — in qualità di ente pubblico — ha l’obbligo legale di rispettare il bilinguismo, e invece regolarmente lo infrange (alcuni esempi: 01
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), facendo sentire i cittadini di lingua tedesca effettivamente come degli stranieri nella propria città e nel proprio capoluogo, oltre che in Italia.
Insomma, come al solito si usano due pesi e due misure: il «diritto» coloniale viene difeso a spada tratta e si cerca di imporlo anche oltre ogni obbligo legale, mentre le norme a favore delle minoranze linguistiche vengono regolarmente ignorate perfino laddove la legge le imporrebbe chiaramente.
Ovviamente, battendo sempre sullo stesso chiodo, queste campagne politico-mediatiche alla fine non mancheranno di sortire un qualche effetto.
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