Continua anche oggi, sempre in prima pagina, la campagna colonial-nazionalista del Corriere (edizione sudtirolese) sulla segnaletica di montagna. E se Carlo Alberto Zanella, presidente del CAI in Sudtirolo, apparentemente fa un passo indietro (dopo aver innescato la miccia), così non fanno i partner di coalizione dell’SVP.
A non ritrattare, invece, è l’assessore comunale Tritan Myftiu [di FdI], che ricorda come il problema sia annoso e rientrava nella sua agenda politica «già nel lontano 2013». Myftiu racconta di aver partecipato alla manifestazione che, 12 anni fa, chiedeva di «ripristinare una condizione di legalità sui sentieri dell’Alto Adige invece di passare la spugna sull’identità italiana». Una posizione bipartisan, che trova riscontro anche nella candidata sindaca del Movimento 5 Stelle alle ultime comunali di Bolzano, Simonetta Lucchi. Pur non avendo lanciato l’allarme, prende parte al dibattito scagliandosi contro il sito BrennerBasisDemokratie (sic) che in un articolo in merito, parla di «colonizzazione eterna»: «Come si possono diffamare persone che richiamano tutti indistintamente al rispetto delle regole del bi-trilinguismo? Come si può permettere il non rispetto delle leggi che pure stanno alla base della convivenza in questa provincia?» si chiede Lucchi.
– dal Corriere (edizione odierna)
link aggiunti da me
L’imposizione dei toponimi fascisti in Sudtirolo da parte delle forze politiche italiane è sempre stata una priorità bipartisan. Per quanto riguarda la supposta «legalità», è già stato appurato (dalla giustizia) che nessuna legge impone a un’associazione di utilizzare le denominazioni coloniali.
Sempre secondo il Corriere, comunque, Alessandro Urzì (FdI) adesso vuol portare la questione in parlamento.
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