Autorinnen und Gastbeiträge →

L’Atlante dei paesi che non esistono.
Recensione/presentazione

Autor:a

ai


La cartina politica del mondo è una realtà piuttosto fluida, soprattutto a lungo periodo. I paesi nascono e muoiono, i confini si sciolgono e si ricostruiscono. Nick Middleton, professore di geografia a Oxford e celebre autore di libri di viaggio, in un bel volume di Rizzoli porta il lettore a scoprire paesi che non figurano sul mappamondo politico, paesi privi di riconoscimento e seggio alle Nazioni Unite. Dalla Crimea al Tibet, dall’ultima colonia africana alla repubblica europea che ha goduto un solo giorno di indipendenza, i luoghi di questo libro insolito vivono una condizione fluida: hanno una bandiera e un territorio rivendicato, possono essere visitati, ma non sono riconosciuti.

Atlante dei paesi che non esistono.

Perché tanti territori aspirano ad essere «paesi», cioè Stati a tutti gli effetti? La globalizzazione non erode forse l’importanza dello Stato-nazione? A livello economico sarà così, ma diventare uno Stato nel mondo dei popoli è come diventare adulto maggiorenne: si acquista la capacità di agire da attori sovrani in un mondo fatto di Stati, di poter sedersi al tavolo dei potenti, a prescindere dal proprio peso politico ed economico. «Il potere è stato diluito da alcuni nuovi attori della politica», afferma Middleton nell’introduzione: le grandi multinazionali, le ONG, le organizzazioni internazionali, i blocchi economici. Sarà vero, ma, a parte le ONG, questi organismi sono comunque composti da Stati, sono club di governi, che spesso, essendo governi autoritari, non rappresentano neanche il loro popolo. Non bisogna immaginarsi l’ONU come rappresentanza democratica dei popoli del mondo, ma come un club di potenti che ce l’hanno fatta a controllare un pezzo di territorio recintato del globo.

Sono tanti i non rappresentati, non solo minoranze etniche, ma interi popoli e interi paesi. La cartina del mondo nasconde una quantità di stati non riconosciuti che spesso passano inosservati, le cui rivendicazioni sono rese invisibili proprio dall’arrogante ed esclusiva rappresentazione degli Stati ufficiali. Lo spazio nazionale continua a conservare la sua importanza e i paesi che hanno acquistato la forma «Stato» esercitando il potere dominano le nostre vite. Senza un documento rilasciato da autorità statali non possiamo neanche muoverci da uno Stato all’altro, a parte nell’UE di Schengen, ma anche questo sistema vacilla.

L’atlante di Nick Middleton ci presenta 50 aspiranti Stati-nazione, di cui alcuni sono già definitivamente spariti. Guardate l’esempio di Moresnet nell’attuale Belgio oppure la Rutenia. Ciascuno nella storia (o tuttora) ha rivendicato (rivendica) indipendenza e statualità, ma per l’uno o l’altro motivo non ci è arrivato. Il volume presenta casi di nazioni sparite, però non solo mescola i concetti (stato-paese-nazione-entità autonoma), ma mescola allegramente casi troppo diversi. A fianco del Tibet, della Catalogna, del Somaliland, del Sahara Occidentale, della Papua Nuova Guinea si trovano paesi che non hanno mai aspirato all’indipendenza, anzi, si sono volontariamente inginocchiati alla Francia (Mayotte), uno Stato in posizione un po’ speciale, come Taiwan, ma comunque Stato indipendente, poi pure curiosità come Pontinha (roccaforte dei Cavalieri Templari su Madeira), Forvik (isola-stato delle isole Shetland fondato da un velista inglese), o Hutt River, un’azienda agricola in Australia che una ventina di proprietari per scherzo ha dichiarato «repubblica indipendente». Così si rischia di ridicolarizzare anche le aspirazioni di popoli interi. Lo stesso sottotitolo scelto da Rizzoli non è corretto: «Alla scoperta di 50 nazioni che non hanno confini». Invece tutti questi paesi vengono presentati con il loro territorio. Infine — e questo per un lettore di non passerà inosservato — manca un caso importante: il Sudtirolo. Come mai? Forse bisognerà avvertire Middleton per la prossima edizione di questo bel volume, che comunque val la pena sfogliare.

Nick Middleton
Atlante dei Paesi che non esistono
ISBN 978-88-17-08263-1
Rizzoli, 2015


Autor:innen- und Gastbeiträge spiegeln nicht notwendigerweise die Meinung oder die Position von BBD wider, so wie die jeweiligen Verfasser:innen nicht notwendigerweise die Ziele von BBD unterstützen. · I contributi esterni non necessariamente riflettono le opinioni o la posizione di BBD, come a loro volta le autrici/gli autori non necessariamente condividono gli obiettivi di BBD. — ©


Einen Fehler gefunden? Teilen Sie es uns mit. | Hai trovato un errore? Comunicacelo.

Comentârs

4 responses to “L’Atlante dei paesi che non esistono.
Recensione/presentazione

  1. pérvasion avatar

    Dunque il Sudtirolo è invisibile perfino fra gli invisibili ;)

  2. pérvasion avatar

    Lo stesso sottotitolo scelto da Rizzoli non è corretto: «Alla scoperta di 50 nazioni che non hanno confini».

    Der Untertitel der deutschen Ausgabe lautet:

    Ein Kompendium über fünfzig nicht anerkannte und weithin unbekannte Staaten.

    Wobei… Staaten sind es ja keine!?

  3. pérvasion avatar

    Senza un documento rilasciato dal nostro Stato non possiamo neanche muoverci da uno Stato all’altro, a parte nell’UE di Schengen, ma anche questa vacilla.

    A dire il vero penso che anche viaggiando nello spazio Schengen sia necessario essere muniti di carta d’identità , anche se normalmente non viene controllata al confine.

  4. Thomas Benedikter avatar

    Pérvasion hat ganz recht, Middleton mischt munter Kraut und Rüben, aber vielleicht geht diese verquere Titelwahl ganz auf Rizollis Rechnung. Auf jeden Fall ist “Paesi che non hanno confini” für fast alle der dargestellten Fälle falsch, denn gerade das ist nicht das Unterscheidungsmerkmal zwischen diesen Regionen und Gebilden und den anerkannten Staaten. Der Band schärft dennoch den Blick darauf, auf welche manchmal geradezu absurde Zufälle in der Geschichte die Staatsqualität eines Gebildes und auf der anderen Seite die Nicht-Staatlichkeit eines anderen zurückzuführen ist. So ist Andorra ein Staat, Katalonien eben nicht. Eine andere, sicher reizvolle Diskussion ist jene, inwiefern heute Staatlichkeit für die Selbstbestimmung von Bürgern auf einem Territorium überhaupt noch ausreicht.

Scrì na resposta

Your email address will not be published. Required fields are marked *

You are now leaving BBD

BBD provides links to web sites of other organizations in order to provide visitors with certain information. A link does not constitute an endorsement of content, viewpoint, policies, products or services of that web site. Once you link to another web site not maintained by BBD, you are subject to the terms and conditions of that web site, including but not limited to its privacy policy.

You will be redirected to

Click the link above to continue or CANCEL