La giustizia spagnola, nelle Isole Baleari, non potrà più servirsi dei toponimi locali spagnoli — ovvero castigliani — negli atti e nelle comunicazioni di qualsiasi tipo, indipendentemente dalla lingua utilizzata. Ciò significa che anche nei testi in lingua spagnola sarà ammesso solamente l’utilizzo della toponomastica catalana.
L’entità linguistica Fem-ho en Català («Facciamolo in Catalano») aveva presentato un reclamo al Ministero della Giustizia di Madrid, in quanto i tribunali delle Baleari, nei testi in lingua spagnola, sovente utilizzavano la toponomastica castiglianizzata — come ad esempio Ibiza (in luogo di Eivissa), Palma de Mallorca (in luogo di Palma) o Mahón (in luogo di Maó).
Il Ministero della Giustizia ora ha emesso una cosiddetta risoluzione amministrativa contenente l’ordine che, essendo l’unica forma ufficiale dei toponimi delle Baleari quella in lingua catalana, i tribunali saranno d’ora innanzi tenuti a utilizzarli esclusivamente, dando quindi pienamente ragione all’associazione ricorrente.
In precedenza, il Tribunale Supremo aveva invece sostenuto che fosse legale anche l’utilizzo della toponomastica non (più) ufficiale.
A fine 2024, con la nuova legge sul diritto alla difesa, il Governo spagnolo aveva sensibilmente ampliato i diritti linguistici in ambito giudiziario. Con la risoluzione appena rilasciata invece ha ribadito l’importanza dei toponimi ufficiali a prescindere dalla lingua, rafforzando il ruolo e la dignità delle lingue minoritarie o coufficiali.
Le regioni dello Stato spagnolo hanna piena autonomia nell’ambito della toponomastica e hanno facoltà di abolire quella castigliana di origine franchista e non.
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