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Il Québec promuove la toponomastica autoctona.
Progetto opposto a quello della falsificazione

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In Canada, e in Québec, un numero immenso di toponimi ufficiali è di origine autoctona e dunque, non raramente, di difficile pronuncia per la stragrande maggioranza degli abitanti, che sono di lingua inglese o francese.

Certo, per rendere la vita più semplice a tutti si potrebbe procedere a un progetto di falsificazione culturale come quello i cui effetti, da quasi un secolo, ci accompagnano in Sudtirolo, traducendo centinaia di migliaia di denominazioni. Tuttavia in Canada, come in altri paesi avanzati — e in ossequio a quanto raccomandano le Nazioni Unite —, si è scelto di intraprendere il percorso opposto, ovvero di restituire le forme storicamente stratificate anche a molti toponimi riferiti a insediamenti preesistenti all’avvento degli europei.

Per meglio promuovere e preservare un patrimonio culturale importante come quello dei nomi, in occasione dell’Anno internazionale delle lingue autoctone (2019) la Commission de toponymie del Québec ha deciso di dare il via a un nuovo e ambizioso progetto di valorizzazione e di diffusione: in collaborazione con l’Istituto culturale Avataq, la Banca dati dei nomi di luogo del Québec è stata dotata di 125 registrazioni audio con la pronuncia di altrettanti toponimi, percorso che secondo le intenzioni dovrà culminare nella dotazione di tale funzionalità di tutte le oltre 12.500 denominazioni autoctone attualmente ufficialmente riconosciute.

Mentre la «traduzione» (e falsificazione) della toponomastica serve a rendere tutto di facile digestione, quello messo in atto dalla Commission de toponymie è uno sforzo per aiutare a pronunciare correttamente i toponimi autentici a chi — per esempio — non è abituato a certe combinazioni di suoni. Quest’ultimo approccio è testimonianza di profondo rispetto per un patrimonio culturale insostituibile e di valore inestimabile.

E questa è una vera e propria lezione per il Sudtirolo, dove spesso sono tacciati di revanscismo, se non di arretratezza culturale, coloro che chiedono l’abolizione o almeno la drastica riduzione dei toponimi imposti in epoca fascista. Mentre coloro che si ritengono particolarmente aperti e progrediti non di rado propongono addirittura ulteriori traduzioni.

Il Canada invece non esita a rinunciare all’inglese e al francese, due lingue di diffusione mondiale, per lasciare (e in alcuni casi restituire) maggiore spazio e dignità alla toponomastica storicamente stratificata.

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