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Do l’aiut l tradiment.

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I ladins da souramont podarà vegnì salvés, sce an i tira fora dal palù dl Venet

L document, che l club di “Amisc dla Ladinia unida” à consegné a Romano Prodi tres l president dla Generala, é n at falé, n tradiment dl fin fondamental dl referendum: l’unité di Ladins. Ampez, Col y Fodom à dit de “sce” sic et simpliciter a l’unité de duc i Ladins tres l’agregazion di comuns da Souramont tla medema region Trentin-Sudtirol y plu avisa de chisc comuns tla provinzia de Bulsan. Al n rejoné de n “Comprenjore” per i trei comuns da Souramont con n statut dal medem contegnù dl Statut de autonomia dla Provinzia de Bulsan.

Sce l club di Amisc dla Ladinia unida à dé na man sterscia per l resultat positif dl referendum, spo àl con chest document dé n segn de retromarcia. Per i comuns da Souramont él dessegur na delujion. Desche al pèr él vegnù metù adum l document zenza l consens di comuns enteressés. Chest vuel dí ­ch’an met man de se temei da la realté politica. An se tem dal Parlament de Roma y perchel pròven de fé la cossa manco pesocia. Les ultimes paroles de Lorenzo Dellai, sia proposta de ne toché nia i confins y de laoré tres autri strumenc politics per arjonje na majera unité interladina, sie contribut per daidé finanziariamenter i comuns de confin per archirté via la vueia de passé te d’autres regions y per apajé les manaces de Galan contra i privilegs dles Provinzies autonomes, dut chest fej pensé y al fej vedei ite che la ghiranza de mudé i confins è bonamenter massa grana. Chisc pensiers y chestes retromarces fej dassenn plajei al assessour Florian Mussner che da tres encà se bat contra la mudazion di confins.
Pensé de podei crié tla provincia de Belun n cianton priviligé per i trei comuns da Souramont, i fé governé aladò dla statut dla provinzia da Bulsan é na ilujion. Na aucia che é tl jí sot tl’ega t’en palù ne vegn nia salveda con ti dé n auter mangé, n’autra vejoladura, ma con la tré fora, la liberan dal palù. I Ladins da Souramont podarà resté ladins sce ai vegn trac fora dal palù dl Venet. L Statut de Bulsan funzioneia ajache al à via dedò n Consei provinzial ch é a una de met en pratica si prinzips. Chest ne suzedessa dessigur nia tl Venet. L Statut de Bulsan apasseneia pro sie patron y no pro autri. La storia dl comprensore é faleda. La soluzion dl problem é una soula: tegní adum, se bate deberieda y no pensé bele a alternatives. L staff dla Svp s’à enconté con Romano Prodi, samben per si problems. Per i ladins él demé vegnù rejoné de radio y televijion. Degun sostegn ofizial a l’anesion de Souramont, ajache Durnwalder ne vuel nia se ficé ite, desche al à dit plu iadesc. La vera mess vegnì porteda inant demé da chi da Souramont, nience i ladins dla Svp pò daidé pro. Kaiser Christoph Perathoner ne meina dessigur nia do. Al vegn demé arferé. Radio y televijion ladina? Demé valch minut de plu de folclor. Deguna plata critica ne vegnirà plu publicheda o fata conesce tres radio y televijion. Chesta é la situazion. Ence la Lista ladins se fej audí­ puech, ajache ala sà che i gherdeines ne vuel nia la unité. La gauja de dut chest é la meseria politica di ladins, souradut de chi de Bulsan y Trent. Al é n gran debujegn dla unité di ladins per emparé a ester vagugn, per avei na coscienza nosta, che mancia completamenter. Les propostes da fé é ben autres. L ann 2008 é chel dles lites provinziales. Meton mo man de dé n segnal sterch de unité ladina tolan demez i nemisc dla unité, i Mussner, i Bioc y compagns y ti don la ousc a n Dejaco, a persones dessegur ladines y che se bat per l’unité. La soluzion dl problem vegn dala popolazion y no dai partis. (uc)

Document original sourandé a Romano Prodi

Illustrissimo Presidente,

Dopo che tali richieste furono disattese per un lungo periodo di 90 anni, i tre comuni in data 28-29 ottobre 2007 hanno espresso con voto plebiscitario la propria volontà di staccarsi dalla regione Veneto per ricongiungersi ai ladini della Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol, alla quale si sentono appartenenti per sentimento e identità storico-culturale. Questa scelta ha ragioni che vanno molto oltre a meri scopi economici e materiali. Le rivendicazioni dei tre comuni affondano le loro radici nella storia, nel comune destino che la comunità ladina ha avuto per secoli fino alla sua tripartizione nel 1923, e sono rivolte unicamente al ristabilimento dell’unità ladina in base ai principi nazionali e internazionali di tutela delle minoranze. Mentre in passato nel bellunese Cortina, Colle e Livinallongo erano gli unici comuni ad essere considerati ladini (anche se fu loro negato ogni riconoscimento ufficiale), oggi una ladinità artificiale, utilitaristica e funzionale ad un’improbabile concessione di autonomia alla provincia di Belluno ha preso piede un po’ ovunque. Quale sentimento sincero si cela dietro queste recenti rivendicazioni di comuni per i quali in passato la ladinità dei tre comuni storici fu oggetto di scherno e di umiliazione? Proprio questi motivi – l’identità ladina, l’appartenenza culturale e storica al territorio sudtirolese, dal quale furono distaccati contro la propria volontà una prima volta nel 1923 e una seconda volta nel 1945, il pericolo di diluizione dell’elemento ladino all’interno di una “neo- o pseudoladinità” bellunese poco credibile e indefinita – sono stati determinanti per il risultato referendario di fine ottobre.
Riteniamo pertanto legittime le nostre richieste e nutriamo la speranza che il Parlamento Italiano in rispetto alla propria costituzione e alla carta europea delle minoranze che hanno come scopo la difesa tangibile e reale delle minoranze linguistiche ed etniche prenda una decisione rispettosa della volontà popolare. Per salvaguardare i diritti della minoranza ladina e per impedire la sua estinzione, inevitabile, all’interno di un’entità amministrativa non in grado o indisposta a dare le dovute garanzie, La sollecitiamo a sostenere le nostre istanze per il passaggio di Regione.
Se il parlamento italiano malauguratamente non dovesse ritenere valide le richieste avanzate e confermare lo status quo, Le sottoponiamo in seguito i principali obiettivi necessari per una valida tutela della minoranza ladina limitatamente ai tre comuni storici-diritti peraltro già concessi – con risultati positivi evidenti – ai ladini delle valli di Gardena, Badia e Fassa con lo statuto di autonomia del Trentino-Alto Adige/Südtirol:

  • la definizione della minoranza ladino-tirolese in provincia di Belluno secondo criteri linguistici, culturali e storici e perciò circoscritta ai tre comuni di Cortina, Colle e Livinallongo;
  • una legislazione chiara e specifica in merito alla tutela di questa minoranza ladina che esuli dalla semplice concessione di contributi o da normative generali non vincolanti;
  • istituzione di un comprensorio ladino-tirolese che accorpi i tre comuni citati (come già esistì tra il 1868 e il 1919);
  • la possibilità – nei tre comuni in questione – di dichiarazione di appartenenza linguistica secondo il modello sudtirolese;
  • l’assunzione di personale nell’amministrazione pubblica – sempre dei tre comuni – secondo i criteri della proporzionale (nuovamente secondo il modello in vigore in Alto Adige) garantendo l’accesso agli impieghi anche ai parlanti la lingua ladina;
  • l’obbligo di conoscenza della lingua ladina per gli impiegati pubblici dei tre comuni (secondo il sistema dei comuni ladini della Val Badia e Gardena);
  • l’insegnamento obbligatorio della lingua ladina nelle scuole dell’obbligo;
  • l’assunzione di insegnanti di madrelingua ladina;
  • una sovrintendenza scolastica ladina e un istituto pedagogico ladino, nel caso che l’estensione delle competenze delle istituzioni analoghe già presenti per le valli ladine della provincia di Bolzano ai tre comuni ladini storici della provincia di Belluno risultasse amministrativamente più onerosa;
  • garanzie nella gestione dell’Istituto Ladino Cesa de Jan;
  • una rappresentanza garantita nel Consiglio e nella Giunta della Provincia di Belluno;
  • rispetto da parte delle istituzioni nei confronti della storia e delle ricorrenze e festività della tradizione ladino-tirolese.

La realizzazione di questi obiettivi, che – lo ribadiamo – sono già operanti con evidente successo per la minoranza ladina nel Trentino-Alto Adige/Südtirol, è fondamentale e urgente per garantire la salvaguardia e la sopravvivenza anche della minoranza ladino-tirolese facente parte della provincia di Belluno. In caso queste richieste non dovessero essere accolte, alla perdita di identità seguirà l’inevitabile estinzione della lingua ladina nei comuni di Cortina, Colle e Livinallongo, una perdita non soltanto per l’Italia, ma per l’Europa intera.

Union Generala di Ladins dla Dolomites – Amisc dla Ladinia unida

Erschienen bei Noeles am 05.01.2008.

Nachtrag vom 07.01.2008: Der Artikel wurde bei Noeles entfernt. Weil er zu kritisch war?



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