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Un nuovo movimento sociale.
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Il movimento catalano m’impressiona, perché è talmente forte e pacifista. E perché non ha commesso l’errore che ha fatto il movimento basco di continuare la lotta armata dopo la fine della dittatura. Credo che il suo carattere pacifico sia un fattore di forza e anche un segnale per tutto il mondo. Si lancia il messaggio che si può raggiungere di più se sono le masse a mobilitarsi senza violenza che avendo una piccola elite violenta che usa le armi.

L’unico nazionalismo rilevante dello stato è il nazionalismo spagnolo. Il movimento catalano è soprattutto democratico. È la cittadinanza che vuole decidere il destino, che vuole esercitare diritti democratici.

Sono convinto che il movimento catalano sia una cosa nuova. Non è facilmente paragonabile… è nuovo come movimento sociale. Mi sembra che siate il futuro dei movimenti sociali d’emancipazione. Prima di tutto è un movimento capace di mobilitare regolarmente una gran parte della società. Su una cittadinanza di 7,5 milioni, mobilitarne regolarmente un milione, due milioni, è una cosa straordinaria. In secondo luogo è molto ben strutturato: migliaia di piccoli organi, associazioni, raggruppamenti, entità. Una società civile nel miglior senso della parola. Cittadinanza organizzata. E il terzo elemento è un movimento senza violenza, ma con molta immaginazione, come ha dimostrato il primo ottobre. Vedo nel movimento catalano il futuro dei movimenti di emancipazione d’Europa, e oltre. Basta guardare agli Stati Uniti, con questo movimento di giovani contro le armi. Ci sono somiglianze. Ora, come storico, forse la cosa che mi viene in mente è la Rivoluzione di Velluto, l’anno 1989 in Cecoslovacchia, e il maggio del 1968. Cioè mobilitazioni massicce. Autoorganizzazione molto forte, dove il comando non è centrale e potente, ma è la gente che prende in mano le redini. Molto aperte alle diverse tendenze interne. E infine pacifiche. Sono movimenti di disobbedienza civile nel miglior senso della parola.

Tratto dall’intervista di Vilaweb con Josef Lang, storico, deputato del Consiglio nazionale svizzero (2003-2011) per i Verdi Alternativi del Canton Zugo (traduzione: ).

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