Sull’edizione odierna dell’A. Adige si ritorna sulla volontà del governo sudtirolese di farsi attribuire, tramite apposita norma di attuazione, la competenza sanzionatoria in materia di bi- e trilinguismo, ora in capo alla prefettura.
Ricordiamo che ad esempio nella regione della Vallée d’Aoste la prefettura non esiste e tutte le sue funzioni vengono esercitate dal presidente regionale.
Per quanto riguarda l’applicazione della norma di attuazione dello Statuto di autonomia sull’uso delle lingue italiana e tedesca, oggetto di cicliche ed infondate polemiche, questo commissariato del governo vigila sul rispetto dell’importante normativa (Dpr 574/1988): nell’esercizio di tale competenza svolge un’attenta e continua attività di monitoraggio al fine di assicurare il rispetto delle disposizioni richiamate.
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Nel quadro di una scrupolosa ed imparziale attività di monitoraggio, l’Ufficio, a fronte dell’avvenuto accertamento di altrettante violazioni — presupposto imprescindibile per poter operare —, ha emesso, dal gennaio 2015 al gennaio 2016, 3 provvedimenti sanzionatori, tutti, contrariamente a quanto strumentalmente asserito, a seguito di violazioni inerenti il mancato uso della lingua tedesca.
Così il quotidiano cita una nota del prefetto Elisabetta Margiacchi che sarebbe stata diffusa ieri. Tre sanzioni in un anno!
Ad ogni modo parrebbe che all’attività di monitoraggio — definita (senza nemmeno l’ombra di un’autocritica) «attenta», «continua», «scrupolosa» e «imparziale» — qualcosa sfugga.
Il «barometro linguistico» dell’Astat, per esempio, non restituisce l’immagine di una situazione sotto controllo, facendo anzi registrare, nel corso di 10 anni, un drastico peggioramento del bilinguismo nell’amministrazione pubblica. Lo stesso SUAP (Sportello Unico delle Attività Produttive), accessibile anche dal sito della prefettura, non è disponibile in lingua tedesca.
(Ah già, sto ancora attendendo una risposta a una mia richiesta d’informazioni.)
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