Nel suo ruolo di Capo di stato del Canada, ieri a Ottawa Re Carlo III ha inaugurato la 45esima legislatura del Parlamento canadese con un lungo e apprezzato discorso. Nelle stesse ore, poco più a est, si riuniva l’Assemblea nazionale del Québec per approvare — all’unanimità dei 106 membri presenti (su 125) — una mozione in cui si chiede allo «Stato» del Québec di interrompere qualsiasi relazione con la Corona britannica.
La proposta era stata presentata dagli indipendentisti del Parti québécois (PQ) e ha trovato ampio consenso tra i deputati di Coalition avenir Québec (CAQ), Québec Solidaire e Partito liberale, tanto da rendere superfluo un dibattito parlamentare prima dell’approvazione.
Il primo firmatario e leader del PQ, Paul St-Pierre Plamondon, ha dichiarato che la maggioranza dei quebecchesi non si identifica col re e che la sua presenza rappresenta un’offesa sia per i francofoni che per le popolazioni indigene.
Il primo ministro del Québec, François Legault (CAQ) e il ministro del suo governo incaricato dei rapporti con il Canada, Simon Jolin-Barrette, hanno confermato di non avere seguito il discorso di Carlo III.
Nel 2022 l’Assemblea nazionale del Québec, su pressione del PQ, aveva trasformato il giuramento dei suoi membri sul Capo di stato da obbligatorio in facoltativo ai fini dell’insediamento.
A migliaia di chilometri di distanza — non solo in senso geografico — negli stessi giorni in Sudtirolo i sindaci si stanno facendo «costringere» a vestire simboli che buona parte della popolazione sente lontani e ostili, in un atto di sottomissione nemmeno previsto dalla legge.
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