Il primo ministro canadese si è rivolto alla comunità francofona del paese nordamericano, scusandosi dell’insufficiente attenzione che è stata data, in alcuni frangenti della crisi, alla lingua francese. In particolare si è soffermato sulla necessità, limitata nel tempo, a importare materiale sanitario e disinfettanti dagli Stati Uniti, privi dell’obbligatoria etichettatura bilingue. Fatto che non solo aveva mandato su tutte le furie i rappresentanti delle varie realtà francofone, ma aveva anche provocato l’intervento del Commissario alle lingue ufficiali.
Nel porgere le sue scuse alla popolazione, Trudeau ha sì giustificato la necessità di importare materiale in deroga alla legislazione in materia linguistica, ma ha aggiunto che «preferiremmo che non fosse stato necessario» in quanto si tratta di «una questione di identità [e] di sicurezza per i consumatori».
E in Sudtirolo? Niente. L’obbligo al bilinguismo in campo sanitario esiste, ma spesso — anche in tempi normali — è come se non ci fosse. Non solo nessuno si aspetta le scuse dello Stato italiano: è già tanto se chi chiede il rispetto delle norme vigenti non viene deriso. Un altro mondo.
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