Mauro Minniti (de La Destra, già PDL, già AN, già MSI) non è solamente un pendolare fra i partiti politici, ma anche quel che potremmo definire un pendolare fra democrazia e fascismo. Da quando non ricopre più l’incarico di presidente del Landtag, del quale lo aveva investito l’SVP (prediligendolo ad altri candidati ben più idonei, come Riccardo Dello Sbarba), il pendolo è tornato ad assestarsi su posizioni estreme, al di fuori del consenso democratico.
Così ad esempio sulla pagina internet del partito di Minniti («suo», perché da lui costruito nella nostra regione) è apparso un «documento» che definire vomitevole è forse troppo poco; l’articolo, a firma di un tale Emilio Giuliana e intitolato «integrazione-disintegrazione» contiene affermazioni palesemente razziste delle quali vorrei qui citarne tre:
Il secondo principio è che si devono ugualmente salvaguardare i diritti «delle società di approdo degli stessi emigrati»: diritti non solo alla sicurezza ma anche alla difesa della propria integrità nazionale e della propria identità culturale, storica e razziale.
Ci sono dei «professionisti dell’anti-razzismo» che manipolano pericolosamente la lotta alla xenofobia sfruttandola per diffondere il relativismo culturale, cioè l’idea che tutte le culture sono uguali e che non esistono culture migliori o peggiori di altre.
Ma, a prescindere dal fatto che presentare il colonialismo come soltanto dannoso e malvagio è piuttosto unilaterale e storicamente discutibile, non c’è nessuna prova convincente che sia meno costoso per l’Europa e più proficuo per il Terzo Mondo trasferire da noi milioni d’immigrati extra-comunitari piuttosto che destinare le stesse risorse ad aiutarli nei loro Paesi d’origine.
Sottolineato da
4 replies on “Pendolari della democrazia.
Quotation”
Emilio Giuliana si è perfino giocato il diritto di vedere le sue lettere pubblicate sui quotidiani locali trentini, che in genere concedono un po’ di spazio anche agli estremisti, con risposta critica del direttore. Non so quanti voti abbia preso, ultimamente, ma era avviato a perdere anche quelli della sua famiglia, a giudicare dal trend.
Deludentissimo Minniti, che sembrava avesse qualche vaga chance di maturare come politico e come uomo.
Laut Arnold Tribus, Glosse in der Tageszeitung vom 7.09.2013, soll Mauro Minniti Eva Klotz symbolisch ein Oneway Bahnticket von Bozen nach Brenner überreicht haben. Die Message dieser Botschaft, die Abgeordnete Klotz möge doch, wenn es ihr in Italien nicht passt, abhauen.
Der Herr Minniti überschreitet damit ganz klar eine rote Linie. Ein Wahlkampfgag, der in einem Land, wie Südtirol, mit historischen Erfahrungen, wie der Option, völlig unakzeptabel ist. Den politischen Gegner, dessen Meinung man nicht teilt, zum Auswandern auffordern.
Arnold Tribus verwendet für Mauro Minnitis Partei “La Destra” den Begriff rechtsextrem. Dafür muss ihm gedankt werden. Unsere nationalistische Kampfpostille Alto Adige, die diese Aktion laut Tageszeitung noch sichtlich amüsiert medial begleitet hat, wird “La Destra” wohl weiterhin irgendwo leicht rechts der Mitte verorten und alle Unabhängigkeitsbefürworter pauschal als rechtsextrem brandmarken.
Auch der Salto-Profijournalist Gabriele Di Luca wünscht sich Frau Klotz ins Ausland, zumindest als Voraussetzung für die Unabhängigkeit.
Es ist leider nicht unwesentlich der SVP zu “verdanken”, dass ein Politiker wie Minniti gesellschaftsfähig wurde. Wer eine Studie schreibt, die illustrieren soll wie “l’Autonomia di cui gode la provincia di Bolzano penalizzi la Comunità italiana” lässt nichts Gutes erahnen. Nun auch noch One-Way-Tickets zu verteilen, ist unverantwortlich und lässt auf niedere Instinkte schließen.