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Wenter, il doppiopesismo di Faustini.

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Negli ultimi giorni il quotidiano A. Adige si era speso per l’eliminazione dell’intitolazione di una scuola meranese in onore a Josef Wenter, musicista e collaboratore nazista.

Nell’edizione odierna del medesimo giornale è apparsa la lettera di un lettore che chiedeva se non fosse il caso di cambiare nome anche alla via bolzanina dedicata a Reginaldo Giuliani. Il parroco aveva partecipato all’occupazione di Fiume/Rijeka da parte degli squadristi, alla marcia su Roma e aveva incitato le camicie nere nell’atroce guerra d’Etiopia. Ecco come il caso «Wenter» potrebbe (o avrebbe potuto) produrre una dinamica positiva.

Ma il direttore Faustini spiega — adducendo a giustificazione anche la morte di Giuliani «prima che il fascismo mostrasse la peggiore delle sue facce» — come in questo caso il nome non vada tolto, ma: spiegato. Perché «non si tratta di cancellare […] i pezzi di storia». Eccome no. Strano che per Wenter o Ploner la stessa cosa non valga.

A scanso di equivoci ribadiamo che è favorevole all’eliminazione dallo stradario di tutte le denominazioni che onorino fatti o personaggi compromessi con il nazifascismo e il militarismo, indipendentemente dall’appartenenza «etnica»; ivi inclusi Wenter, Ploner, Aufschnaiter, Klebelsberg, Giuliani, Amba Alagi, Cadorna, Vittoria e via discorrendo.

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Comentârs

13 responses to “Wenter, il doppiopesismo di Faustini.”

  1. Steve avatar
    Steve

    «prima che il fascismo mostrasse la peggiore delle sue facce»

    Und notfalls war der italienische Faschismus eben nicht so schlimm wie der deutsche Nationalsozialismus, weswegen eine dementsprechende Umbenennung auch niemals notwendig sein wird.

    1. hunter avatar
      hunter

      was er rein qualitativ ja auch nicht war. aber das ist hier ja nicht das kriterium. es ist bizarr, etwas menschenverachtendem eine schonung angedeihen zu lassen, nur weil es noch etwas menschenverachtenderes gab.

      1. Steve avatar
        Steve

        es ist bizarr, etwas menschenverachtendem eine schonung angedeihen zu lassen, nur weil es noch etwas menschenverachtenderes gab.

        Das meinte ich ja gerade. Aber ich vermute mal, das wäre das Argument, wenn alle anderen Verrenkungen versagten, wie etwa bei Amba Alagi.
        Btw.: Ab wann zeigte (laut Faustini) der italienische Faschismus denn sein schlimmstes Gesicht? Mit so schwammigen Aussagen kann man den Zeitpunkt ja auch quasi beliebig verschieben…

      2. pérvasion avatar

        Es ist genauso »bizarr« (oder pervers), einen besseren von einem schlechteren Faschsmus unterscheiden zu wollen. Dann landen wir recht schnell bei der Aussage, dass die Nazis ja immerhin eine »ordentliche Beschäftigungspolitik« gemacht haben, wie Haider gesagt hatte.

      3. Steve avatar
        Steve

        Und der Faschismus hat uns immerhin die Kanalisation gebracht.

  2. pérvasion avatar

    Ich kann den besserwisserischen Hinweis bald nicht mehr hören, man dürfe/könne die Geschichte nicht »(aus)löschen«. Die Aberkennung einer Ehrung (und nichts anderes ist die Benennung einer Straße oder einer Schule nach einem Menschen) löscht doch nicht die Geschichte aus, sondern wird selbst Teil der Geschichte. Ploner und Klebelsberg wurden ja nicht eliminiert, auch nicht das Urteil über sie, nur weil man die jeweiligen Benennungen rückgängig gemacht hat. Im Gegenteil: Ich halte es für eine signifikante Information zur Beurteilung einer historischen Persönlichkeit, wenn ihr eine Ehrung aberkannt wurde.

    1. Christoph Moar avatar
      Christoph Moar

      Völlig korrekt. Darum musste auch Hoeneß seinen Bayrischen Verdienstorden zurückgeben. Bei Straßen- oder Schulbenennungen gibt es nur einen Namen, und kein Werk oder Kunstwerk. Mir fällt kein einziger Grund ein, warum ein Namen erhalten bleiben soll. Siegesplatz inklusive.

  3. ProEuregio avatar
    ProEuregio

    … ein AA-Leserbriefschreiber wie oben erwähnt ist wahrscheinlich zu wenig. – Es gilt wohl auch bei diesem Thema: SIAMOINITALIA …
    Als alter Jahrgang habe ich mir ein gerüttelt Maß an Sarkasmus angeeignet sonst packt man den Zustand 95-Jahre Italienzugehörigkeit nicht! – Der eigentliche Skandal ist nicht die erafascista, sondern die Zeit von 1945 bis zum heutigen Tag!

  4. Sandro R. avatar
    Sandro R.

    Magari non sarà  “l’autonomia migliore del mondo” (molti esempi migliori comunque non ne conosco!), ma parlare di “Skandal” giudicando cosa è successo dal 1945 a oggi è grottesco. Chi crede che i sudtirolesi siano un popolo oppresso ha bisogno di un buon psichiatra. Detto questo, via tutti i nomi di nazisti e fascisti… e terroristi da strade e piazze.

    1. Steve avatar
      Steve

      Detto questo, via tutti i nomi di nazisti e fascisti… e terroristi da strade e piazze.

      Ich vermute mal, der “Skandal” war nicht auf die Gesamtsituation, sondern eben gerade auf den Umgang mit dem Faschismus bezogen.

      1. ProEuregio avatar
        ProEuregio

        … zumBeispiel das Strassenschild “Piazza della pace/Friedensplatz” im “DokuKeller” …

  5. fabivS avatar
    fabivS

    [/ironie on] Ebbasta con ‘ste storie… dai, alla fine non si può comparare il fascismo con il nazismo. I nazisti erano tedeschi e cattivi; i fascisti al massimo pretendevano che si parlasse italiano in Sudtirolo. Voglio dire… in fondo siamo in ITALIA! [/ironie off]

  6. pérvasion avatar

    A Faustini, che ci ha risposto su Twitter, avevo proposto di aprire un dibattito qui, in calce all’articolo che stiamo commentando. Purtroppo invece ha scelto la via dell’incomunicabilità , dicendoci che non interviene mai su testate, blog o altro diversi dalla sua. Ne è logica conseguenza che se anche noi scegliamo la stessa strada non sarà  possibile alcun confronto.

    Il direttore dell’A. Adige ci ha invitato a scrivere una lettera al suo giornale, cosa che per due ragioni mi sento di rifiutare:

    • A mio avviso sarebbe svilente accettare di scrivere sulla testata di chi, come Faustini, per principio si rifiuta di scrivere sulla nostra;
    • Su un giornale è molto più difficile sviluppare un dibattito alla pari (oltrettutto fra il direttore e un lettore) che non su un blog, dove la possibilità  di replica è sempre immediata e la gerarchia è molto più «orizzontale»;

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