Europa 2030: Gli agricoltori sudtirolesi, sventolando bicolori rossobianchi, si piazzano a Salorno per difendere il «made in South Tyrol» dai prodotti provenienti da sud, «di qualità scadente», assicurano, e assieme alla polizia sudtirolese procedono a verificare il carico dei TIR in ingresso. Nazionalismo anacronistico, caso diplomatico, governo romano furioso — insomma: impensabile.
Europa 2015: Gli agricoltori italiani, sventolando tricolori verde-bianco-rossi, per l’ennesima volta si piazzano al Brennero, confine inviso alla popolazione scaturito da una guerra, che divide il Tirolo in due e che l’Europa passo dopo passo sta tentando di ricucire. Vorrebbero difendere il «made in Italy» dai prodotti provenienti dall’estero, «di qualità scadente», affermano, e assieme alla Guardia di Finanza procedono a verificare il carico dei TIR in ingresso. Nazionalismo anacronistico, supporto dei media, applausi.
Come se, ad esempio, latte e latticini provenienti dall’Austria, leader mondiale del biologico, rappresentasse di per sé un problema di qualità — o addirittura un rischio per la salute delle consumatrici e dei consumatori. Come se la mozzarella di bufala campana arricchita alla diossina non fosse mai esistita.
La qualità alimentare va difesa sempre, senza indugi. Ma la qualità in Europa non inizia e non finisce sui confini nazionali, e non la si promuove col nazionalismo, diffamando e diffondendo pregiudizi sulla qualità alimentare proveniente da altri paesi europei; bensì pensando a forme di protesta e di sensibilizzazione comuni contro regole sbagliate e pecore nere. Piazzarsi al Brennero invece vuol dire rimarcare i confini «nazionali» e attaccare frontalmente — sul piano simbolico, ma non solo — anche quei pochi e ancora fragili progetti di cooperazione transfrontaliera sul piano euregionale, improntati alla massima qualità.
Foto: Coldiretti.
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