Se dovessi fare il giurista positivista direi: «Va bene, [la secessione] non è possibile — finito il discorso, parliamo d’altro.» Ma il giurista un po’ più bravo guarda anche agli altri fattori, che possono determinare lo sviluppo delle norme. Dal 1941 ad oggi sono nati, nel mondo, 130 stati. Nella gran parte dei casi — vabbè, togliamo tutta la parte della decolonizzazione —, diciamo che una buona metà di questi casi sono prodotti di processi illegittimi. La mia età coincide più o meno con il numero degli stati, cioè io ho vissuto una cinquantina di stati che, da quando sono nato, si sono formati e, essendo dopo la decolonizzazione, quasi tutti sono nati in maniera illegale. Dal 1991 in avanti, 31 stati si sono formati. Allora, salvo qualche raro processo negoziale, la secessione è un fenomeno che nasce illegittimo e diventa legittimo quando si formano delle condizioni. Oppure rimane lì nel limbo. È legittimo il Kosovo o no? Lo sappiamo? Per l’Italia ad esempio è uno stato sovrano riconosciuto e legittimo, gioca pure le partite di calcio nei campionati europei, ma per altri stati non lo è. […] Quello che può succedere e che spesso succede è che il diritto internazionale si metta a rincorrere la realtà fattuale. L’Alto Adige è assolutamente un posto dove non soltanto non è al momento giuridicamente possibile la secessione, ma nemmeno un posto che — soprattutto se visto da fuori — avrebbe motivazioni legittime per chiederla. E sicuramente dal punto di vista del diritto internazionale le condizioni per una indipendenza non ci sono: non c’è oppressione, non c’è decolonizzazione, non c’è violazione dei diritti. Perché dovrebbe mai potersi chiedere? Perché queste cose possono succedere lo stesso. E ci possono essere delle cose anche in buona fede, come la riforma dello statuto, che possono innescare dei processi che non si sa dove vadano a finire.
Quindi, nel momento in cui tutti questi tasselli vengono insieme, ecco che non escluderei che nel corso della mia vita — che spero non sia ancora troppo breve, quella che mi resta — si possano vedere anche dei passaggi che al momento possono sembrare non soltanto giuridicamente improponibili ma anche politicamente e socialmente inconcepibili, ma basta pochissimo per mettere in moto determinati processi. E quindi è giusto parlarne.
Francesco Palermo, professore di diritto costituzionale comparato, nel corso della tavola rotonda tenutasi ieri presso Eurac Research – trascrizione mia
Cëla enghe: 01
02
03
04
05
06
07
08
09
Scrì na resposta