Il presidente della sezione sudtirolese del CAI, Claudio Sartori, fa sapere — siamo nel 2016! — che bene ha fatto Ettore Tolomei e bene ha fatto il regime fascista a inventare e imporre i toponimi pseudo-italiani in Sudtirolo.
Secondo Sartori e i suoi infatti
i turisti, quando si perdono o sono in difficoltà in montagna, non riescono nemmeno a pronunciare bene un toponimo in tedesco e si fa una grandissima fatica a geolocalizzarli. Capita, non di rado, anche di sbagliare valle.
In situazioni concitate a chi ha bisogno di aiuto non possiamo chiedere di pronunciare correttamente un toponimo tedesco.
È dunque facile dedurre che, mentre in tutto il mondo le imposizioni toponomastiche si stanno abolendo, qui da noi, se non ci fossero, bisognerebbe addirittura inventarle. Non possiamo mica chiedere di pronunciare un toponimo tedesco.
Evidentemente i turisti che vengono qui da noi sono più scemi di quelli che si recano nei Paesi Baschi, in Bretagna, in Austria e in tutti quei posti dai toponimi — già: «impronunciabili».
5 replies on “Non possiamo chiedere di pronunciare correttamente un toponimo tedesco.”
Wenn das Thema nicht so ernst wäre, könnte man glatt glauben, Claudio Sartoris Aussagen sind Satire.
Cosa fanno questi turisti nelle zone più meridionali d’Italia, ove ci sono toponomi d’origine greca o araba, per esempio in Sicilia o Calabria? Wie finden diese Leute nach Neapel? Konsequenterweise müsste man das ja dann in Cittanova Vesuviana umbenennen.
… leider melden sich zu einem guten Miteinander fast immer nur die zerstörerischen Gedanken und Stimmen …!
Die Veramtlichung der deutschen- und Ladinischen-historischen Ortsnamen werden mit allen Mitteln wohl weiterhin sabotiert …!!
Quel che mi chiedo è: che succede se un/a «turista» ha bisogno di soccorso ma si trova in un luogo che Tolomei non ha tradotto? (Non possiamo certo chiedergli/chiederle di pronunciare — correttamente!? — un toponimo tedesco…)
Die »Erfindung« des Buchstabierens scheint sich auch noch nicht bis zum CAI herumgesprochen haben…