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Per un’Europa capace di difendersi.
Pace in Europa

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«La guerra non la vince nessuno», affermano i pacifisti della Rete Disarmo, dimenticando che l’Ucraina oggi farebbe parte dell’impero russo se non si fosse difesa

Leggendo l’appello della Rete Pace e Disarmo «Europa di pace per tutti i popoli», diffuso la settimana scorsa anche dal Centro per la Pace di Bolzano, mi è venuto il dubbio di non vivere nello stesso mondo. Un appello che non cita mai la causa della guerra in Ucraina, che, come semplice modo di fare pace, non chiede alla Russia di sospendere immediatamente ogni aggressione contro il suo popolo vicino. «La scelta armata fatta per difendere l’Ucraina dall’invasione russa, ha portato da 3 anni ad uno stallo evidente», si scrive. Quale altra scelta i pacifisti avrebbero generosamente concesso all’Ucraina? Prostarsi subito? «La via militare è un fallimento è l’evidenza dei fatti», afferma la Rete Pace e Disarmo, ma sicuramente sono gli ucraini aggrediti che ne avrebbero fatto a meno, ma continuano a resistere e a difendere la loro libertà, i loro diritti e l’autodeterminazione, valori che il testo dell’appello pacifista non cita con una riga. Con «pace» i pacifisti sembrano intendere la resa delle armi incondizionata ed immediata, la cessione di tutti i territori occupati, nessun riconoscimento dei crimini di guerra compiuti dagli aggressori, perfino la rinuncia alla propria sicurezza come stato e popolo in futuro. Una pace da vasallo suddito?

Forse gli autori di questo appello neanche si rendono conto che l’attacco a questo paese sovrano è stato lanciato perché l’Ucraina non aveva tutti i mezzi militari per difendersi. L’Ucraina è sopravvissuta a malapena grazie al sostegno militare europeo-americano con grandissimi sacrifici propri, ma ora sta per essere sganciata dagli USA, il principale fornitore d’armi. La Russia ha invaso l’Ucraina anche perché sembrava preda facile, non sufficientemente armata o protetta da garanzie internazionali. Una tipica strategia di Vladimir Putin, già seguita in Cecenia, Georgia, Crimea, nella guerra di Assad contro l’opposizione siriana. Se l’Ucraina già nel 2018 fosse stata paese membro della NATO, come aveva richiesto e scritto nella sua Costituzione, l’invasione non avrebbe potuto esserci. L’apparente mancanza di protezione militare ha invitato la Russia all’invasione a tutto campo, non l’effettiva capacità di autodifesa armata di un paese sovrano a cui l’Ucraina comunque ha un suo diritto. Tutto ciò nel credo dei pacifisti non sembra contare.

L’Ucraina ora si trova fra l’incudine e il martello di uno stato fino a ieri alleato che ora, governato da Donald Trump, tende a stringere un deal con Putin, probabilmente mettendo ai margini anche i paesi europei. L’Ucraina, ricattata da Trump, dovrà rinunciare a parte del suo territorio, ma dovrà anche rinunciare alla condizione centrale per la sua stessa sopravvivenza, cioè a garanzie chiare e sufficienti di difesa militare all’interno di un sistema di sicurezza garantito da tutti i paesi europei e da istituzioni internazionali?

Due cose in questa situazione sembrano scontate. Primo, se i paesi NATO europei vogliono avere un posto al tavolo delle trattative di pace per l‘Ucraina, dovranno impegnarsi di più sul piano militare. Dovranno sostituirsi in buona parte agli USA nel sostegno al paese aggredito nella sua capacità difensiva contro la Russia che non rinuncierà ai suoi interessi imperialisti neosovietici. Secondo, dovranno assumersi più responsabilità per garantire la pace o il cessate il fuoco impegnando proprie truppe di interposizione alla nuova cortina di ferro che nascerà all’est dell’Ucraina. E tutto questo non è fattibile senza un impegno militare comune europeo molto robusto e sostenuto. Quindi buoni motivi per dotarci di un programma comune di difesa dell’Europa libera.

In parole povere: dopo l’aggressione del regime russo su vari fronti, non solo quello ucraino, per tutti gli europei in fondo dovrebbe essere più chiaro che vivere in paesi più liberi, prosperi, socialmente stabili, democratici e di diritto ha un costo. E lo ha anche il sistema di diritto internazionale alla base della pace e dell’ordinamento internazionale, che va difeso. Altrimenti reggerà la legge del più forte. Per la Russia le carte e le delibere ONU sono carta straccia. Con un «alleato» inaffidabile da un lato, e una dittatura disposta a tutto dall’altra, come europei resteremmo ricattabili. Cina, USA e Russia farebbero i loro deals con noi europei come spettatori inermi. Figuriamoci un’Europa indifesa, non capace di affrontare l’energia criminale del sistema Putin, non capace di far sopravvivere un’Ucraina libera. Altroché «Europa di pace per tutti i popoli», come invocato dall’appello pacifista.

Ora, con Trump al governo degli USA, l’Europa è costretta a farsi carico maggiormente della propria sicurezza. Dovrà riguadagnare tanto terreno perso in decenni di troppa fiducia nell’alleato transatlantico. In prospettiva, gli USA saranno sempre più tesi a scaricare i costi della difesa europea sulle spalle degli europei. Non hanno del tutto torto. Per decenni i paesi europei hanno trascurato la propria sicurezza in termini militari e si sono fidati troppo sia di strategie di pace nei confronti della Russia per via del commercio e della diplomazia da una parte, dall’altra parte dello scudo nucleare americano. Recuperare più autonomia come continente libero significa fare più sforzi per una difesa efficace, più armi, più personale, più coordinamento dell‘armamento, ma una anche una propria strategia militare comune e soprattutto un’unione politica basata  sulla volontà di difendersi.

Paradossalmente, solo questo consentirà all’Europa di avere un nuovo ruolo di pace nel mondo – come invocato dai pacifisti – ma non il disarmo unilaterale, quindi una capitolazione ex ante davanti a chi continuamente aggredisce il sistema di diritto internazionale. Solo questo ci consentirà non solo di prestare aiuto a quei paesi che più si trovano esposti a pressioni e minacce reali, ma anche a garantire il sistema di regole internazionali alla base della pace. L’Europa di pace del futuro non si costruisce con tante frasi ingenue e gratuite per la pace e il disarmo, ma si costruisce riaffermando l’ordinamento internazionale e rafforzando la capacità di autodifesa.

Cëla enghe: 01


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Comentârs

3 responses to “Per un’Europa capace di difendersi.
Pace in Europa

  1. Sergio Fratucello avatar
    Sergio Fratucello

    Caro Thomas Benedikter, non le è mai venuto in mente che probabilmente l’Ucraina non sarebbe mai stata attaccata se gli USA non l’ avessero armata fino ai denti per vedere la reazione russa, che poi è naturalmente venuta. Provi a pensare ad un accordo Russia-Messico con installazione di basi russe, lei crede che gli americani se ne starebbero a guardare?

    1. Hartmuth Staffler avatar
      Hartmuth Staffler

      Den USA unter Trump ist es durchaus zuzutrauen, dass sie auf russische Militärhilfe für Mexiko mit einem verbrecherischen Angriffskrieg antworten würden, so wie Putin die Ukraine überfallen hat. Das ist allerdings nur eine Vermutung. Wenn Herr Fratucello mit einer Vermutung eines möglichen Verbrechens ein tatsächlich verübtes Verbrechen relativieren oder gar rechtfertigen will, dann zeigt er damit lediglich, dass er Kriegsverbrechen im Grund für durchaus logisch hält. Und so etwas nennt sich Pazifist.

    2. Martin Piger avatar
      Martin Piger

      La Russia ha invaso l’Ucraina già nel 2014, l’Ucraina in seguito ha provveduto ad armarsi per non risultare disarmata anche alla prossima tornata. Qui viene scambiato causa ed effetto.
      Caro signor Fratucello, mai letto i trattati “storiografici” di Putin nei quali espone l’Idea che l’Ucraina come nazione e stato non debba esistere?

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