In un’intervista concessa a Salto, il professor Francesco Palermo, pur ammettendo che la Corte costituzionale è «tendenzialmente centralista», afferma che la legge trentina che avrebbe concesso a Maurizio Fugatti (Lega) la possibilità di aggiungere un terzo mandato consecutivo, se eletto, «era chiaramente incostituzionale».
Questo mi sorprende, perché è una questione che non viene nemmeno toccata dalla costituzione. Tanto che la stessa Corte, nel suo comunicato stampa successivo alla decisione, non parla di contrasto con la costituzione in quanto tale, bensì con i «principi generali dell’ordinamento giuridico della Repubblica». In sostanza, lo Stato centrale ha liberamente deciso che i mandati consecutivi in caso di elezione diretta di un presidente di regione possono essere al massimo due (ma potevano anche essere tre, quattro o uno solo) e la Corte ha ora deciso che, nonostante l’autonomia, anche il Trentino dovrà subordinarsi a tale previsione.
[T]ogliersi del tutto dal sindacato di costituzionalità non è possibile. Ed è anche un bene che sia così. L’alternativa sarebbe peggio: lasciare tutto alla politica, che è ancora più imprevedibile della giurisprudenza. Il diritto, per quanto imperfetto, serve proprio a introdurre un minimo di certezza superiore a quella della politica.
– Francesco Palermo
Nessuno vuole togliersi del tutto dal sindacato di costituzionalità. Ma se vi sono delle competenze primarie o esclusive, è giusto che lo siano veramente e non solo sulla carta. Non ha senso, come avviene adesso, che per le competenze primarie dello Stato, delle regioni a statuto ordinario e di quelle a statuto speciale valgano regole diverse. E ancor meno che alle speciali vengano applicate restrizioni che non valgono nemmeno più per le realtà ordinarie. Infatti, come fa notare l’ex senatore Oskar Peterlini (SVP), i «principi generali dell’ordinamento giuridico della Repubblica», sulla cui base è stata presa la decisione relativa al terzo mandato consecutivo in Trentino, valgono solo per le regioni e province autonome.
Quindi ben venga sindacare sulla conformità delle leggi alla costituzione stessa, ma eliminando gli ostacoli aggiuntivi come l’interesse nazionale e i principi generali dell’ordinamento. «Lasciare tutto alla politica» non è l’unica alternativa.

Scrì na resposta