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Certificazione verde, caos plurilinguismo.

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Una volta ricevuta la seconda dose di vaccino contro il Covid — ma non so se tra le due cose ci sia un nesso — dal Ministero della Sanità mi è arrivata una mail sulle modalità per ottenere la cosiddetta Certificazione verde europea. In barba al bi-/trilinguismo sudtirolese e in barba anche alle chiare raccomandazioni di Consiglio d’Europa e OSCE (01 02), la comunicazione è redatta solo in italiano e in inglese — ennesima discriminazione (03 04 05 06 07).

Mail (anonimizzata da me)

Al dunque — le opzioni per scaricare la certificazione sono tre:

  • Sito internet https://www.dgc.gov.it
  • App «IO»
  • App Immuni
Sito internet

Il sito internet è disponibile solo in versione monolingue italiana, ma prevede la possibilità di scaricare una versione suppostamente bi-/trilingue del certificato:

Disponibili l’inglese e il tedesco o in alternativa il francese. Niente ladino, ma nemmeno sloveno, friulano o sardo, per fare qualche esempio.

Tuttavia anche la versione trilingue italiana-inglese-tedesca è una farsa:

Certificato «trilingue» (anonimizzato da me)

I titoli principali, l’indicazione relativa alla scadenza e l’intera pagina contenente le «informazioni generali» sono monolingui italiani o bilingui italiani-inglesi. Laddove il tedesco è presente, lo è solo in forma minuscola.

App «IO»

Chi ha installato IO, «l’app dei servizi pubblici» che tra le altre cose serve anche per il Cashback di stato, riceverà un messaggio push relativo alla Certificazione verde. Anche l’app, però, funziona solo in italiano o in inglese e non contempla alcuna lingua regionale o minoritaria.

Visualizzata tramite questa app, la certificazione europea è solo bilingue (in italiano e inglese), e diversamente dal sito https://www.dgc.gov.it, che tuttavia è monolingue, non è nemmeno possibile scegliere il tedesco o il francese.

App «Immuni»

L’applicazione sviluppata per facilitare il tracciamento delle infezioni è e rimane l’unica opzione sufficientemente plurilingue.

App Immuni (anonimizzazione mia)

Qui tutta la procedura di ottenimento della certificazione e il Green Pass stesso sono nella lingua impostata nell’app. Unica lingua aggiuntiva all’italiano, inglese, tedesco e francese, però, è lo spagnolo. Anche in questo caso dunque lo sloveno e le vere e proprie lingue minoritarie non trovano riscontro.

Inoltre, da nessuna parte — né nella mail del ministero, né sul sito https://www.dgc.gov.it o nell’app «IO» — si viene informati della possibilità di seguire la procedura e di ottenere il documento in tedesco, francese o spagnolo tramite Immuni. La scoperta di questa opzione viene lasciata ai singoli cittadini, ovvero al caso. La sensibilità verso le comunità linguistiche diverse da quella «nazional-italiana» è praticamente zero.

Ovviamente tutti sappiamo che cosa accadrebbe se per caso — facciamo un esempio — il Governo sudtirolese riservasse un trattamento simile all’italiano: dall’accusa di secessione passando da quella di antiitalianismo per arrivare alle interpellanze in parlamento.

Vedi anche: 01 02 03 || 01



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Comentârs

3 responses to “Certificazione verde, caos plurilinguismo.”

  1. Harald Knoflach avatar
    Harald Knoflach

    Interessant auch die Reihenfolge bei den Namen:

    ITA: Cognome e nome
    ENG: Surname(s) and forename(s)
    DEU: Vorname und Nachname

    Das wird dann lustig, wenn jemand Max Werner oder Gunther Philipp oder Reinhard Peter heißt.

    Hab auch einen kurzen Blick nach Österreich auf https://gruenerpass.gv.at/ geworfen. Da scheint die Lage noch wesentlich desaströser zu sein. Alles einsprachig und das Zertifikat – wie es den Anschein hat – nur auf Deutsch und Englisch, obwohl Slowenisch, Ungarisch und Kroatisch regionale Amtssprachen der Republik sind.

  2. Mrkus avatar
    Mrkus

    Skandalös. Da sind wir uns hoffentlich wiedermal einig.
    Aber nützt es hier zu diskutieren? Wer kann oder muss dies wo anprangern? Und wer kann/muss dies korrigieren? Sind hier Kompatscher gefragt oder Zerzer?

    1. Hartmuth+Staffler avatar
      Hartmuth+Staffler

      Gefragt wäre hier in erster Linie der Kompatscher, aber den hat das Problem der sprachlichen Gleichberechtigung noch nie interessiert.

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