Vorrei qui tornare ancora una volta sulla tavola rotonda (Autonomia o stato?) tenutasi all’Eurac circa un mese fa, per riproporre alcune affermazioni fatte dalla ricercatrice Alice Valdesalici di Eurac Research circa la dotazione finanziaria dell’autonomia.
In quell’occasione Valdesalici ha fatto notare che il Sudtirolo gode di un’autonomia finanziaria «forte» solo sul versante della spesa, mentre la «autonomia finanziaria di entrata, quindi l’autonomia della Provincia di decidere la propria dotazione finanziaria» è «molto meno sviluppata», trattandosi di «un sistema di finanza derivata». Una certa garanzia verrebbe sì da percentuali definite dallo statuto di autonomia, modificabili con accordi bilaterali, ma il problema è che si tratta pur sempre di una «partecipazione a gettito tributario di tributi istituiti e disciplinati in toto dallo stato centrale».
Rimane che — mi piace prendere in prestito una metafora del professor [Giandomenico] Falcon in occasione della sua presidenza della Consulta trentina per la riforma dello statuto — si tratta di regole di acciaio che posano un po’ su vasi di terracotta.
– Alice Valdesalici
Trascrizione mia
Al Sudtirolo quindi manca l’autonomia tributaria, cioè «la possibilità di decidere attraverso l’esercizio di potestà legislativa sulle proprie risorse in maniera diretta».
È interessante perché invece il caso spagnolo per esempio ci presenta dei casi in cui [con] i famosi tributi ceduti si cede una quota di gettito e al tempo stesso le Comunità autonome hanno la potestà legislativa sui tributi. Ma pensiamo anche al caso tedesco, in cui anche lì troviamo la partecipazione al gettito tributario dei tributi statali, ma alla fine i Länder in qualche modo possono dire la loro su eventuali variazioni della… non so… dell’IVA. Come? Attraverso il Bundesrat, camera federale e nella quale siedono gli esecutivi dei Länder e che deve approvare tutte le eventuali modifiche di leggi federali che incidono in qualche modo sulla dotazione finanziaria.
– Alice Valdesalici
Trascrizione mia
Secondo la ricercatrice, questo sarebbe «un aspetto importante» da affrontare «in un’ottica di manutenzione costituzionale» per quanto riguarda lo statuto di autonomia. Tuttavia non sarebbe stato possibile affrontarlo con l’attuale riforma, «perché il titolo dedicato alla finanza si modifica attraverso una procedura diversa» con «un testo su cui si accordano bilateralmente lo stato e le due province autonome».
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