In queste ore l’SVP si riunisce per discutere dei partner da coinvolgere nella formazione del prossimo esecutivo, con in pole position le destre italiane (FdI, Uniti/Lega) e tedesche (F). Intanto ieri Christian Bianchi, già sindaco di Leifers, si è reso protagonista di un’uscita che dovrebbe far scattare tutti i campanelli d’allarme.
In risposta a un commento che Brigitte Foppa (Verdi) aveva affidato a Facebook, infatti, negava l’esistenza stessa di una minoranza di lingua tedesca in Sudtirolo:
[…] Mi risulta quindi assai pericoloso sostenere la tua ipotesi, in un contesto normativo attuale, altrimenti il grosso rischio sarebbe a carico delle minoranze linguistiche, che non sono (sic) certo quella tedesca, nonostante ci sia questa stortura normativa dov’è (sic) il gruppo linguistico tedesco è considerato la minoranza…
– Christian Bianchi
Non solo dunque l’ex sindaco eleva a (vera) minoranza il gruppo linguistico italiano, come — in disprezzo a qualsiasi definizione scientifica — recentemente hanno fatto i Fratelli d’Italia e anche il quotidiano A. Adige, ma addirittura sostiene che il gruppo linguistico tedesco minoranza non è. Ora se consideriamo che la giustificazione stessa dell’autonomia sudtirolese è l’esistenza delle minoranze linguistiche tedesca, e, in subordine, ladina1la minoranza ladina non è citata nell’accordo di Parigi, è evidente come le affermazioni di Bianchi minino alla base il consenso minimo su cui è fondata la nostra convivenza. Se adesso l’SVP, che almeno fino a ieri rappresentava come nessun altro partito quest’autonomia, fosse davvero pronta a coalizzarsi non solo con la destra, come nell’ultima legislatura, ma con i negazionisti dell’autonomia, metterebbe a repentaglio tutto ciò che abbiamo — per il momentaneo «vantaggio», tutto da dimostrare, di allinearsi alla maggioranza di governo a Roma.
È vero, oggi le destre nazionaliste non sono più pregiudizialmente contro l’autonomia, si accontentano di pervertirla a loro uso e consumo. E non possiamo nemmeno dire che non l’avessero annunciato.
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- 1la minoranza ladina non è citata nell’accordo di Parigi
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