Autorinnen und Gastbeiträge →

  • Landesübliche, zerstörerische Konfrontation.

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    17 Comentârs → on Landesübliche, zerstörerische Konfrontation.

    Rund um den offiziellen Besuch von EU-Kommissionspräsident Jean-Claude Juncker mit »landesüblichem Empfang« hat der rechte Scharfmacher Alessandro Urzì (AAnC) eine spalterische Hetzkampagne gestartet — und der PD lässt sich wie üblich vor sich hertreiben.

    Jetzt lassen »auf der anderen Seite« Sven Knoll (STF) und Andreas Pöder (BU) mit ebenfalls inakzeptablen, extremen Äußerungen aufhorchen, die in der Mitte kaum noch Spielraum für Dialog übrig lassen.

    Da werden die italienischen MitbürgerInnen pauschal mit faschistischem Gedankengut in Verbindung gebracht. Wiewohl der PD alles tut, um diesen Eindruck zu untermauern, trifft er glücklicherweise nicht zu.

    Sven Knoll spricht gar davon, dass sich die SüdtirolerInnen italienischer Zunge zu integrieren und anzupassen hätten, als wären es AusländerInnen. Eine Umschreibung für Assimilierung.

    Wenn wir in Südtirol gemeinsam etwas Neues aufbauen wollen, führt aber kein Weg an Inklusion vorbei — einem Konzept, das sich grundlegend von »Integration« unterscheidet, weil es auf Gegenseitigkeit setzt.

    Das heißt nicht, dass wir nicht auch unnachgiebig fordern können. Aber es muss stets darauf geachtet werden, denen, die keine ethnische Konfrontation suchen, Anknüpfungspunkte für Dialog und Verständigung anzubieten. Diese gemeinsame Perspektive wird aber durch Aussagen wie jene von Pöder und Knoll vollständig zerstört.

    Siehe auch: 01 02 03



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  • Benvenuto, comun de Sèn Jan.

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    0 Comentârs → on Benvenuto, comun de Sèn Jan.

    Questo finesettimana le cittadine e i cittadini dei comuni fassani di Vich, Poza, Mazin e Soraga hanno deciso sulla fusione delle loro rispettive amministrazioni, e dalle urne è uscito un responso molto chiaro: Vich e Poza si uniranno, mentre Mazin e Soraga per ora preferiscono rimanerne fuori.

    Le fusioni sono un progetto della vicina provincia di Trento per ridurre il numero dei comuni, che ora ammontano a 277 (mentre in Sudtirolo se ne contano 116).

    Dall’unione di Vich e Poza nascerà il nuovo comune ladino di Sèn Jan, il cui nome non avrà traduzione in «italiano». D’altronde, l’orientamento in Trentino da anni è quello di rendere visibili i toponimi storici e/o minoritari: dalla Comunità Rotaliana-Königsberg all’Alta Valsugana e Bersntol (e non più «Valle dei Mocheni») passando per il Comun General de Fascia (in sostituzione del vecchio comprensorio «Ladino di Fassa»).

    E ora… diamo il benvenuto a Sèn Jan!

    Vedi anche: 01 02 03 04 05 06 07 08



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  • La sensibilità di Liliana Di Fede.
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    0 Comentârs → on La sensibilità di Liliana Di Fede.
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    In merito alla visita ufficiale di Jean-Claude Juncker la segretaria provinciale del PD, afferma:

    Per quel che mi riguarda, posso assicurare che non parteciperò a cerimonie o incontri istituzionali dove tutte e sottolineo tutte le comunità non vengano trattate con il rispetto e la sensibilità che meritano.

    — A. Adige, 21.11.2016

    Ce ne rallegriamo. Vuol dire che la segretaria, oggi, non parteciperebbe più a manifestazioni come quelle che ancora un anno e mezzo fa, da sindaca di Laives, lei stessa organizzava.

    Vedi anche: 01



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  • K33: Arbeitsgruppen zu den Kompetenzen.

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    5 Comentârs → on K33: Arbeitsgruppen zu den Kompetenzen.

    Am gestrigen Freitag traf der Konvent der 33 zum ersten Mal in Arbeitsgruppen zusammen. Nach langen und mühseligen Diskussionen konnten wir erstmalig konkret an unserem “strukturierten Dokument”, welches zum Abschluss der Arbeiten an den Landtag übergeben wird, arbeiten. Als Laura Polonioli einen Versuch unternahm, den Beginn wieder zu verzögern, indem sie einen Vorschlag über die Arbeitsweise einbrachte, riss mir beinahe der Geduldsfaden; in fast jeder Sitzung wurde über die Arbeitsweise diskutiert, bei der letzten Sitzung wurde dann beschlossen, dass wir in drei Arbeitsgruppen an unseren Vorschlägen zur Reform des Autonomiestatutes arbeiten wollen. Ich konnte es kaum erwarten, endlich konkret daran zu arbeiten und war überzeugt, dass wir nun einen qualitativen Sprung machen würden. Für mich gingen zwar die bisherigen Arbeiten im Plenum in Ordnung, allerdings kam es nie zu echten Diskursen, vielmehr wurden von meist denselben Personen Statements vorgebracht.

    Die Arbeitsgruppen haben eine Größe von elf Personen, die vom Präsidium eingeteilt wurden. In jeder Gruppe gibt es je einen Rechtsexperten (Happacher, von Guggenberg, Toniatti) und ein ausgewogenes Verhältnis der übrigen Teilnehmer nach objektiven Kriterien. Ich bin in einer Arbeitsgruppe zusammen mit Roberto Toniatti, Luis Durnwalder, Laura Senesi, Maurizio Vezzali (gestern abwesend), Edith Ploner, Olfa Sassi, Magdalena Amhof, Beatrix Mayrhofer, Ewald Rottensteiner und schließlich Andreas Widmann (der den Vorsitz führt) eingeteilt. Die Gespräche waren sehr anregend, es gab die Möglichkeit zu Diskursen, zudem erweist sich Roberto Toniatti als eine echte Bereicherung. Thema der Gespräche waren die zukünftigen Kompetenzen. Wir protokollierten bereits einige interessante Forderungen wie beispielsweise, dass sämtliche sekundäre und tertiäre Kompetenzen in primäre umgewandelt werden sollen. Hier herrschte Konsens, auch hinsichtlich der Abschaffung der Suprematieklausel und den AKBs. Beim “nationalen Interesse” gab es keinen Konsens, deshalb werden hier zwei Standpunkte nebeneinander gleichberechtigt stehen bleiben.

    Zusammengefasst kann man sicherlich von einer interessanten und sehr kontstruktiven Sitzung sprechen, von den beiden anderen Gruppen habe ich ähnliches vernommen.

    Serie I II III IV V VI VII VIII IX X XI XII XIII XIV XV XVI XVII XVIII XIX XX XXI XXII XXIII XXIV XXV



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  • Le vergognose celebrazioni di El Alamein.

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    11 Comentârs → on Le vergognose celebrazioni di El Alamein.

    Anche nel 2016, come ogni anno, le forze armate ufficiali di un paese democratico, l’Italia, hanno festeggiato una battaglia — persa, ma «eroicamente» a quanto pare — dell’Asse nazifascista: quella di El Alamein in Egitto.

    Da un paio d’anni le celebrazioni si svolgono a Pisa dove, nonostante le proteste delle associazioni antifasciste al grido di «niente da commemorare», continuano tranquillamente a sfilare alte autorità civili, religiose (!) e militari; per la felicità dei nostalgici fascisti che si danno appuntamento in città, esibendo impunemente simboli del ventennio e saluti romani, mischiandosi alle famiglie attratte dall’esposizione di armamenti bellici e dagli show dei paracadutisti.

    Nella stessa data, il 25 ottobre di ogni anno, l’ambasciata italiana d’Egitto organizza una commemorazione presso un grande «sacrario» appositamente eretto dall’Italia nel 1955 nei pressi della località di El Alamein. Prima dell’ingresso, su di un cippo, si trova una pietra marmorea con un’iscrizione divenuta un mantra: «mancò la fortuna, non il valore».

    [La] Battaglia di El Alamein […] vide 3500 paracadutisti italiani battersi strenuamente contro preponderanti forze avversarie, mostrando dedizione, abnegazione ed amor di Patria.

    La cerimonia testimonia i valori quali l’onore, il sacrificio e la fedeltà  propri del soldato Italiano e che hanno contribuito a rendere grande il nostro Paese.

    dal sito internet del «Capo di Stato Maggiore dell’Esercito»

    In realtà la seconda battaglia di El Alamein (dal 23 ottobre al 4 novembre 1942), che vide fronteggiarsi le forze nazifasciste comandate da Erwin Rommel e l’Ottava armata britannica, fu il punto di svolta decisivo nella «campagna d’Africa», quindi verso l’invasione della Sicilia e la liberazione del continente dalle dittature totalitarie e dai campi di concentramento.

    Targa apposta nel sacrario di El Alamein (foto: difesa.it)

    Targa affissa nel sacrario di El Alamein (foto: difesa.it)

    Sarà vero, come narrano gli storici, che i paracadutisti della Folgore, in una battaglia che costò migliaia di vite, riuscirono a opporsi (inutilmente) per vari giorni agli attacchi delle forze alleate; e che, come piace ricordare nei festeggiamenti, al momento della resa ricevettero «l’onore delle armi» dagli inglesi. Ma questo non giustifica che un paese democratico commemori — acriticamente — le forze armate al servizio di due dittatori aguzzini.

    Vedi anche: 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 || 01 02



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  • Vall-de-roures, eliminata la «croce» franchista.

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    0 Comentârs → on Vall-de-roures, eliminata la «croce» franchista.

    Il comune di Vall-de-roures, località catalana nella regione a maggioranza castigliana dell’Aragona (provincia di Teruel), in ossequio alla Legge sulla Memoria Storica, ha fatto abbattere la Croce dei Caduti sita sul proprio territorio urbano. Eretta nel 1942 su preciso ordine di Francisco Franco, la croce ricordava le vittime della guerra civile e includeva il simbolo del giogo e delle frecce.

    L’abbattimento del monumento, definito «fascista» e «anacronistico» dalla mozione approvata in consiglio comunale, fu deciso a gennaio dai due partiti regionalisti (Chunta e Partido Aragonés) con il sostegno del Partito Socialista spagnolo (PSOE).

    Undici mesi più tardi, nel giro di 48 ore, il monumento è sparito. La croce, che dava il nome all’intero manufatto (e che era posta in cima ad esso) è stata spostata al cimitero del paese assieme a uno scudo di Vall-de-roures scolpito in pietra, mentre tutto il resto è stato asportato. Il terreno sul quale era stato eretto il monumento sarà presto restituito ai suoi precedenti proprietari.

    Vedi anche: 01 02 03 04 05 06



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  • Ethnie vor Politik?
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    0 Comentârs → on Ethnie vor Politik?
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    [M]an weiß, dass die Linke, wenn es um das Siegesdenkmal geht, der Rechten um nichts nachsteht. Freilich, die Linke ist für den “depotenziamento”, eine Abschwächung, Hauptsache die Monumente bleiben stehen.

    Chefredakteur Arnold Tribus, 17. November, TAZ-Leitartikel

    Ricordo che quando parlavamo di questo argomento con Langer ci dicevamo: anche uno di sinistra, se è italiano, prima è italiano e poi è un compagno… Ovvio che tra tedeschi a volte era anche peggio.

    Joseph Zoderer im AA-Interview vom 15. November

    Siehe auch: 01 02 03 04



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