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  • Unwürdig.
    Quotation

    Mit alten Kommunisten hat [die SVP] das [Koalitionsabkommen] ja geschlossen, oh Schande, und was kommunistisch riecht, kann für uns nicht gut sein. Als die alten Kommunisten des PCI [KPI] für das Statut stimmten, dann waren sie gut, als Prodi und die Kommunisten den Südtirolern alles Mögliche gaben, auch die Energie, der sie sich dann als unwürdig erwiesen, war alles in Ordnung. Nun wir[d] die Anti-Kommunismus-Keule wieder geschwungen.

    Arnold Tribus im Leitartikel der aktuellen Wochenendausgabe der TAZ.

    Schon wieder diese unsägliche, undemokratische Kategorie der Unwürdigkeit und des Sich-Verdienen-Müssens (01 02).

    Was den Kommunismus betrifft, möchte ich die Kritiker des Abkommens zwischen SVP und PD jedoch beruhigen: Der PD ist genauso kommunistisch wie die CDU in Deutschland. Eigentlich befindet er sich eher rechts der Mitte, was die Wirtschafts-, die Sozialpolitik oder gesellschaftliche Fragen angeht. Selbst die SPD, die sich während der letzten Jahre weit von ihren ursprünglich linken Positionen wegbewegt hat, ist wohl deutlich weiter links. Die Kommunismuskeule ist also völlig deplatziert.



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  • Italiani — e stranieri.

    L’edizione di Veci e Bocia, periodico dell’ANA milanese, dedicata all’adunata di Bolzano, è una doccia fredda per chi voleva — voleva — far credere ai sudtirolesi che la manifestazione non avesse nulla di politico o di militare. Ad esempio l’articolo in prima (!) pagina. Alcune perle:

    […] c’era il rischio che [le bandiere tricolori] non venissero esposte per far spazio a quelle del Sud-Tirolo. Invece i bolzanini si sono dimostrati per ciò che sono: italiani prima ancora d’essere sud-tirolesi.

    E dunque il messaggio che è passato è questo. Si diceva inoltre che gli Alpini non avrebbero collegato il nostro territorio al passato bellico, e che invece sarebbero venuti «solamente per festeggiare». Scrive l’autore dell’articolo, Dario Bignami:

    A come Amore: inteso come amore per la Patria Italia per la quale moltissimi alpini, e non solo, diedero la loro vita in questo territorio per difendere i confini nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale.

    Ma tutto questo è nulla se confrontato al contenuto di alcune lettere dei membri ANA, pubblicate senza alcun commento:

    …e là sul confin tien sempre alta la bandiera. Sentinella allerta per il suol nostro italiano dove amor sorride e più benigno irradia il sol”. Così cita l’inno degli Alpini ed è questa l’immagine più bella che mi rimane dell’85a Adunata nazionale degli Alpini. Il sole ha reso la giornata molto piacevole; il panorama del Trentino Alto Adige, luogo difeso e fatto proprio dai nostri Alpini caduti, rendeva ancora più alto il sentimento che ogni Alpino possiede per le bellezze montane.

    In Alto Adige potrebbe sembrare un’eresia ma è stato proprio così: dopo il consueto pranzo con i colleghi della Missione Albatros abbiamo ordinato il dessert locale e ci siamo sentiti rispondere un gelido: “Szkuzate mah è ffinito!” […] La mancanza dello strudel era quasi una conferma ai dubbi alla partenza: “Ci vorrà il passaporto? In dogana ci controlleranno la macchina? Bisognerà dichiarare le bustine di zucchero come a Livigno? Che lingua parlano?” […] Come ai tempi dell’Albatros si passeggiava dubbiosi sul pavé cercando di intravedere se avessero seminato mine antiuomo, guardavamo nel mirino a destra, a sinistra, colpo d’occhio in giù, in su, curiosi in giro e ad un certo punto quel residuo di intelligenza risparmiato dell’acquavite ha partorito la dura sentenza: “Ragazzi, manca il Tricolore!” Manca il Tricolore? In tempo zero Gallino, pancia a terra al passo di leopardo, si ripara dietro un cespuglio, io estraggo il FAL e vado in copertura di Trabono, Morelli sale in torretta su un monumento e apponta l’MG, Palmieri tira fuori il lucido degli anfibi e si mimetizza il viso, Adorni contatta subito il Comando Brigata con l’Iphone e restiamo in attesa, gli altri in movimento tattico presidiano il perimetro. Dopo alcuni attimi brevi ma intensi, in perfetto alfabeto morse Adorni ci comunicava che era tutto a posto. Allarme rientrato: il sacro vessillo nazionale c’era, eccome se c’era. Anche se parevano di più le bandiere dei vucumprà di quelle esposte alle abitazioni, ai balconi e ai lampioni. Triste notarlo, più triste descriverlo. Abbiamo avuto la sensazione che non ci volessero sopportandoci a malapena, sorridendo sotto i baffi e intascando i nostri schei (i danè). Abbiamo percepito l’evidente disagio creato alla sonnecchiosa e teutonica Bolzano, entshuldigung (scusate) Bozen. […] Insomma, come fossimo stati stranieri a casa nostra. Ed è proprio di casa nostra che si deve parlare; in Alto Adige i nostri nonni hanno versato il sangue e lasciato, letteralmente, le penne. Nessuno mi farà cambiare idea: anche quella terra è Italia e per quelli che non si sentono italiani, dico che il problema, se c’è, è solo e solamente loro. Ma veniamo anche alle note positive: il primo raduno in “terra straniera” è andato (come al solito) bene. Nessun danno, nessun disagio, forse qualche zolla di prato non rimessa a posto per sbadataggine e qualche lattina messa sotto e non dentro i cestini solo perché erano pieni. Ma tutto è filato liscio. Adesso che ci siamo fatti le ossa siamo pronti per un altro raduno … all’estero. A … Parigi? Zurigo? Monaco? Londra?


    Cëla enghe:
    01 02 03 04



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  • Grandios eingesteckt.

    Hätte man das [Abstimmungsergebnis zur Wahl des neuen Landesrats] vorab gewusst, wäre sicher ein anderes Ergebnis herausgekommen und zwar schon beim ersten Wahlgang. Dass Schuler die zweite Wahl gar nicht abgewartet hat, war eine Überreaktion. Dann hätten auch alle anderen Landtagsabgeordneten bei der Wahl zum Landesrat die Flinte ins Korn werfen müssen. Schuler muss verstehen, dass man — wenn man austeilt — auch bereit sein muss, einzustecken. Man kann nicht immer nur austeilen. Ich bin mir aber sicher, dass das Ergebnis des ersten Wahlgangs keine konzertierte Aktion war. Jeder hat sich gewundert und niemand wollte dieses Ergebnis.

    Landeshauptmann Luis Durnwalder [Quelle]

    Als hätte es noch eines weiteren Beweises des bizarren Demokratieverständnisses innerhalb der SVP-Spitze bedurft: Der Mangel an Ernsthaftigkeit und das Ausmaß an Respektlosigkeit demokratischen Institutionen gegenüber ist eklatant. Der Chef persönlich gibt unumwunden zu, dass die Wahl eines Landesrates ein Spielchen ist, bei dem es darum geht, Macht zu demonstrieren und eine Entscheidung zum Wohle und im Sinne der Bürger — wenn überhaupt — frühestens an zweiter Stelle kommt. Schuler hat nicht überreagiert, sondern in erfrischender und beeindruckender Art gezeigt, wie man sich einem solchen Spiel entzieht. Dass jemand die Spiele nicht mitspielt und im demokratischen Sinne »normal« reagiert, sind Durnwalder und Co. nicht gewohnt. Schulers Opposition zur Landesregierung damals war hingegen begründet (Stichwort: SEL und der in der Folge aufgedeckte Skandal). Ein Gros der jetzigen SVP-Gegenstimmen waren jedoch nur eine kindische Racheaktion und beruhten nicht auf begründeten Zweifeln, denn sonst hätte man ja im zweiten Wahlgang nicht auf einmal für Schuler stimmen können. Schuler teilt gerne aus — und er hat, wie ich meine, auch grandios eingesteckt, indem er auf das Amt eines Landesrats verzichtete.



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  • Berlusconi, Giornata della Memoria.

    “Il fatto delle leggi razziali è stata la peggiore colpa di un leader, Mussolini, che per tanti altri versi invece aveva fatto bene”. Interviene così il leader del Pdl Silvio Berlusconi, arrivando a sorpresa alla commemorazione della Giornata della Memoria a Milano. Secondo il Cavaliere l’Italia “non ha le stesse responsabilità della Germania” ma “ci fu una connivenza che all’inizio non fu completamente consapevole”. Parole, quelle di Berlusconi, che nel giorno nel quale si ricorda la Shoah sono destinate a far discutere.

    Fonte: la Repubblica

    Cëla enghe: 01 02 03 04 05 06 07 || 01



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  • Historische Chance.
    Quotation

    In ihrer Strategie, die deutsch-italienische Achse zu sprengen, setzte die englische Regierung auf Südtirol.
    Im April 1938 hatten sich als Touristen getarnte Agenten des englischen Secret Sercive (sic) nach Südtirol begeben und sowohl dem Deutschen Verband [s. Wikipedia] als auch dem VKS (Völkischer Kampfring Südtirols), der 1934 gegründeten, nationalsozialistisch ausgerichteten Untergrundorganisation, den Vorschlag unterbreitet, ihnen bei terroristischen Aktionen gegen das faschistische Regime behilflich zu sein. Viel bedeutsamer war allerdings das explizite Angebot, die Südtiroler voll und ganz zu unterstützen, falls diese bereit wären, gleich wie die Sudetendeutsche Partei Henleins das Selbstbestimmungsrecht zu fordern.
    Die NS-Ideologie des VKS und die damit verbundene absolute Unterordnung unter das Führerprinzip somit auch unter die von Deutschland betriebene Achsenpolitik, aber auch das Schweigen des Deutschen Verbandes, führten dazu, dass dieses Angebot mit ausdrücklichem Bezug auf die »Rücksicht auf die politischen Notwendigkeiten des Reiches« abgelehnt wurde.
    Der Umstand, dass die politische Führung Südtirols dieses englische Angebot ablehnte, bedeutete allerdings nicht, dass Großbritannien diese politische Perspektive endgültig begrub. Auf Grund des Unmuts und der Unsicherheit in Südtirol, die sich vor und nach dem unmittelbaren Bekanntwerden der Umsiedlungsvereinbarungen zwischen Italien und Deutschland breitgemacht hatten, schien England verstärkt die Möglichkeit geortet zu haben, nochmals die Karte Südtirol einzusetzen.
    Zu Ostern des Jahres 1939, so berichtet der deutsche Generalkonsul in Mailand, Otto Bene, sei angeblich von englischer Seite nochmals das Angebot unterbreitet worden, »die Südtiroler Volksgruppe beim Völkerbund als Minderheit anzumelden und ihre Forderung nach kultureller Autonomie bis zum Selbstbestimmungsrecht zu unterstützen.«

    […]

    Ein reibungsloses Funktionieren der Achse [zwischen Rom und Berlin] hing aber nach Meinung Englands und Churchills wesentlich von der Lösung des Südtirolproblems ab.
    Churchill versucht […] die ideologischen Widersprüche Hitlers auszuspielen, wenn er diesem vorwirft, entgegen den völkischen Grundsätzen des Nationalsozialismus ohne Skrupel bereit zu sein, die »Heimat des Patrioten Hofer«, wie er 1946 Südtirol im englischen Unterhaus nannte, als Preis für seine Bündnispolitik mit Italien zu zahlen […].

    […]

    Vielleicht wäre die Südtirolpolitik nach Kriegsende anders verlaufen, wenn die politische Führung des Landes, statt eine Option zwischen dem »Gauner Hitler« und dem »Idioten Mussolini« zu akzeptieren, das englische Angebot bezüglich einer Selbstbestimmung nicht abgelehnt hätte.

    Günther Pallaver, TAZ, 11. Jänner 2013



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  • Buonanotte, Adelinde.

    Ich bin gerade mit dem Trenitaliazug (von 21.32 Uhr) von Bozen nach Brixen zurückgefahren. Kurz nach Abfahrt wurde ich von einer Schaffnerin, Adelinde H.1*) Ihren vollen Nachnamen hat mir Frau H. verraten, doch nachdem er nicht auf ihrem Namensschild stand, möchte ich ihn hier auch nicht veröffentlichen., die aufgrund ihres Akzents eindeutig als deutsche Muttersprachlerin zu identifizieren war, kontrolliert und ausschließlich auf Italienisch um die Fahrkarte gebeten. Nachdem ich einige Sekunden verstreichen lassen hatte, um mich zu vergewissern, dass da nicht doch noch eine Frage auch auf Deutsch kommt, habe ich die gute Frau freundlich, aber bestimmt gefragt, ob sie denn nicht auch Deutsch spricht. »Doch«, meinte sie, sie sei jedoch von Trenitalia angestellt und dazu verpflichtet, mich auf Italienisch anzusprechen. Dem entgegnete ich, wir seien in Südtirol und sie habe eben auch die Pflicht, mich auf Deutsch anzusprechen — worauf sie mich bat, mich doch einfach zu beschweren. Nachdem sie meinen SüdtirolPass angeschaut, aber nicht kontrolliert hatte, denn Schaffner in Zügen, die auch außerlandes verkehren (dieser kam aus Bologna), verfügen — Achtung: Schwarzfahrertipp! — grundsätzlich nicht über das notwendige Gerät, zog sie weiter und wandte sich auch an alle weiteren Fahrgäste (großteils deutschsprachige Jugendliche auf dem Weg ins Max) ausschließlich auf Italienisch. Es war also kein Zu- oder Einzelfall.

    Cëla enghe: 01 02 03 04 05 06

    • 1
      *) Ihren vollen Nachnamen hat mir Frau H. verraten, doch nachdem er nicht auf ihrem Namensschild stand, möchte ich ihn hier auch nicht veröffentlichen.


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  • Heteronomer Gesetzgeber.

    Seit in Italien die Wehrpflicht abgeschafft wurde, ist zahlreichen Vereinen und Organisationen im sozialen Bereich die Unterstützung durch die »Wehrdienstverweigerer« abhanden gekommen. Um diese Lücke wenigstens teilweise zu füllen, hat das Land Südtirol den freiwilligen Zivildienst und den freiwilligen Sozialdienst geschaffen. Unterschiedliche Anreizsysteme sollen Menschen dabei die Entscheidung erleichtern, ein Jahr ihres Lebens in den Dienst der Öffentlichkeit zu stellen.

    Nun hat die Regierung um Mario Monti noch kurz vor den demnächst anstehenden Neuwahlen das Landesgesetz angefochten, mit dem das freiwillige Engagement gefördert wird. Sie gehe davon aus, »dass es sich dabei um eine Form des Zivildiensts handle, für den der Staat die gesetzgeberische Zuständigkeit [hat]«, wie man einer Pressemitteilung des Landes entnimmt.

    Es drängt sich die Frage auf, welchen praktischen Zweck — über die grundsätzliche und systematische Bekämpfung jeglichen autonomen Spielraums hinaus — die Prinzipienreiterei der Regierung in diesem speziellen Fall eigentlich hat. Während der letzten Jahre entging kaum ein wichtiges Landesgesetz einer Anfechtung durch die Zentralregierung. Damit wird im Grunde die vor wenigen Jahren erfolgte Abschaffung des sogenannten »Sichtvermerks«, der Zustimmung der römischen Regierung, ad absurdum geführt: Eigentlich sollte damit der autonome Gesetzgeber aufgewertet und ein schnelleres Inkrafttreten der Landesgesetze gewährleistet werden. Eingetreten ist durch die dauernden Anfechtungen das genaue Gegenteil: Die Rechtsunsicherheit wurde erhöht, die Planungssicherheit des Landes verringert und die Rechtsverbindlichkeit von Landesgesetzen unterminiert. Gleichzeitig steigt die Wahrscheinlichkeit, dass sich der Landtag im rechtlichen und sprachlichen Sinne vorauseilend zum reinen Übersetzer von Staatsgesetzen entwickelt.

    Mario Monti — möglicher Koalitionspartner einer PD-SEL-SVP-Regierung — hat jedenfalls zum Abtritt wiederholt, was er schon zum Antritt vorexerziert (und im Laufe der Amtszeit zur Perfektion geführt) hatte.



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  • Voltaire und die Selbstbestimmung.
    Quotation

    Oriol Junqueras, Chef der sezessionistischen Linksrepublikaner (ERC), wandte sich während der Parlamentsdebatte über die katalanische Souveränitätserklärung direkt an Alicia Sánchez-Camacho, Vorsitzende des unionistischen Partit Popular de Catalunya (PPC).

    Das Video ist nur 50 Sekunden lang und verfügt über deutsche Untertitel:
    Deutsche Untertitel: .

    Cëla enghe: 01 02



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