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  • »Auguri presidente!«

    Andreotti.

    Die Neue Südtiroler Tageszeitung (TAZ) gratuliert in ihrer heutigen Ausgabe Herrn Giulio Andreotti, italienischer Ministerpräsident a. D., zu seinem 90. Geburtstag. Dem »großen Freund Südtirols« [sowie zahlreicher Mafiabosse].

    Bei politischen Vertretern des Nachbarlandes schauen wir halt gern mal großzügig weg. Wohl bekomm’s!

    Aus Wikipedia:

    Rapporti con la mafia

    Andreotti è stato sottoposto a giudizio a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa. Mentre la sentenza di primo grado, emessa il 23 ottobre 1999, lo aveva assolto perché il fatto non sussiste, la sentenza di appello, emessa il 2 maggio 2003, distinse il giudizio per i fatti fino al 1980 e quelli successivi, ha stabilito che Andreotti aveva «commesso» il «reato di partecipazione all’associazione per delinquere» (Cosa Nostra), «concretamente ravvisabile fino alla primavera 1980», reato però «estinto per prescrizione». Per i fatti successivi alla primavera del 1980 Andreotti è stato invece assolto.

    L’ obiter dicta (parte di una sentenza che non “fa diritto”) della sentenza della Corte di Appello di Palermo del 2 maggio 2003, parla di «una autentica, stabile ed amichevole disponibilità  dell’imputato verso i mafiosi fino alla primavera del 1980».

    Interrogato dalla procura di Palermo il 19 maggio 1993, il sovraintendente capo della polizia Francesco Stramandino, dichiarò di aver assistito il 19 agosto 1985, in qualità  di responsabile della sicurezza dell’allora ministro degli Esteri Andreotti, ad un incontro tra lo stesso politico e quello che solo successivamente sarà  identificato come boss Andrea Manciaracina, all’epoca sorvegliato speciale e uomo di fiducia di Totò Riina.

    Lo stesso Andreotti ammise in aula l’incontro con Manciaracina, spiegando che il colloquio ebbe a che fare con problemi relativi alla legislazione sulla pesca.

    La sentenza di primo grado definì «inverosimile» la «ricostruzione dell’episodio offerta dall’imputato». Pur confermando che Andreotti incontrò uomini appartenenti a Cosa Nostra anche dopo la primavera del 1980, il tribunale stabilì che mancava «qualsiasi elemento che consentisse di ricostruire il contenuto del colloquio». La versione fornita dall’onorevole Andreotti, secondo il tribunale, potrebbe essere dovuta «al suo intento di non offuscare la propria immagine pubblica ammettendo di avere incontrato un soggetto strettamente collegato alla criminalità  organizzata e di avere conferito con lui in modo assolutamente riservato».

    Sia l’accusa sia la difesa presentarono ricorso in Cassazione, l’una contro la parte assolutiva, e l’altra per cercare di rifiutare la prescrizione e consentire di indagare a fondo (come potè fare solo il giudice di primo grado). Tuttavia la Corte di Cassazione il 15 ottobre 2004 rigettò la richiesta di poter rifiutare la prescrizione (possibile solo nel processo civile) confermando la prescrizione per qualsiasi ipotesi di reato prima del 1980 e l’assoluzione per il resto.

    Nella motivazione della sentenza di appello confermata dalla cassazione si legge (a pagina 211):

    »Quindi la sentenza impugnata, al di là  delle sue affermazioni teoriche, ha ravvisato la partecipazione nel reato associativo non nei termini riduttivi di una mera disponibilità , ma in quelli più ampi e giuridicamente significativi di una concreta collaborazione.«
    Se la sentenza definitiva fosse arrivata entro il 20 dicembre 2002 (termine per la prescrizione), Andreotti avrebbe potuto essere condannato in base all’articolo 416, cioè all’associazione “semplice”, poiché quella aggravata di stampo mafioso (416-bis) fu introdotta nel codice penale soltanto nel 1982, grazie ai relatori Virginio Rognoni (Dc) e Pio La Torre (Pci). Ancora oggi il dibattito sulla portata delle affermazioni è aperto soprattutto nella logicità  del teorizzare una volontaria partecipazione al fenomeno mafioso sino ad una data certa. Stesso fenomeno la cui appartenenza è fuori discussione da una certa data (il 1980) in poi. C’è da specificare che gli ultimi governi Andreotti vararono (con la firma dello stesso Presidente) alcuni tra i più importanti strumenti legislativi proprio per contrastare il fenomeno mafioso (v. i decreti Andreotti-Martelli e Andreotti-Falcone).

    Ai fini di una valutazione più approfondita, anche sul piano storico, bisogna tenere presente che la Cassazione in più punti sottolinea le differenti ricostruzioni fornite dalla Corte d’Appello. In particolare in due passi della sentenza afferma:

    “al termine di questo articolato excursus, il Collegio ritiene di dover riprendere l’osservazione iniziale: i giudici dei due gradi di merito sono pervenuti a soluzioni diverse; non rientra tra i compiti della Corte di Cassazione, come già  reiteratamente precisato, operare una scelta tra le stesse perché tale valutazione richiede l’espletamento di attività  non consentite in sede di legittimità ”

    “La ricostruzione dei singoli episodi e la valutazione delle relative conseguenze è stata effettuata in base ad apprezzamenti e interpretazioni che possono anche non essere condivise e a cui sono contrapponibili altre dotate di uguale forza logica, ma che non sono mai manifestamente irrazionali e che, quindi, possono essere stigmatizzate nel merito, ma non in sede di legittimità .

    La Cassazione, come risulta dai passi citati, afferma che rispetto a quella della Corte d’Appello sono possibili altre interpretazioni “dotate di uguale forza logica”, pur non potendo per questo cassare la sentenza d’appello in quanto ciò richiederebbe un giudizio di merito che è sottratto alle competenze della Suprema Corte, giudice della sola legittimità  delle sentenze.

    Quindi non avendo la possibilità  di annullare la sentenza in appello la Cassazione ammette “molto forzatamente” un giudizio di “non assoluzione” per il reato prescritto di associazione mafiosa ( fino al 1980 ), come alcuni giornalisti fanno notare.

    Cëla enghe: [Y]


    Medien/ Politik/ Recht/ · · · TAZ/ · · · Deutsch/

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  • Südtiroler — schreibt man groß!

    Nein, das ist beileibe kein Anflug von Größenwahn, doch Südtiroler schreibt man immer groß. Als Substantiv (der Südtiroler) sowieso, und auch als Adjektiv. Mir mögen zwar mir sein, doch das gilt nicht nur für uns — sondern für alle Adjektive, die sich aus der schlichten Aneinanderkettung der geographischen Bezeichnung und dem Suffix -er ergeben.

    Ergo:

    Der Boz(e)ner Bürgermeister.
    Der Südtiroler Wein
    Die Tiroler Berge.
    Der Schweizer Käse.

    Aber:

    Der deutsche Politiker.
    Das österreichische Gesetz.
    Die italienische Spezialität.
    Die schweizerische Botschaft.



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  • Die Charta der Minderheitensprachen.

    Die Europäische Charta der Regional- oder Minderheitensprachen, am 5. November 1992 vom Europarat beschlossen, ist ein leistungsfähiges Werkzeug des Minderheitenschutzes. Sie stellt zahlreiche konkrete Anforderung an den Umgang mit minoritären Sprachen, um deren Fortbestand und Entwicklung zu garantieren. Außerdem wird die Umsetzung in den jeweiligen Ländern periodisch strengsten Überprüfungen unterzogen.

    »Regional- oder Minderheitensprachen« sind laut Charta Sprachen, »deren Zahl kleiner ist als die der übrigen Bevölkerung des Staates« und »die sich von der (den) Amtssprache(n) dieses Staates unterscheiden«.

    Italien hat den Text erst im Jahr 2000 unterzeichnet, doch seitdem ist nichts mehr passiert: Regierungen egal welcher Couleur haben Ratifizierung und Umsetzung auf die lange Bank geschoben. Damit befindet sich die Halbinsel in Gesellschaft von Ländern wie Bosnien-Herzegowina, Russland, Adserbaidschan oder Minderheitenschutz-Verweigerer Frankreich [Liste].

    Für einen Staat, der sich für seinen Umgang mit Minderheiten gern selbst lobt, ist dies auf den ersten Blick sehr merkwürdig. Bei näherer Betrachtung der Materie und genauer Lektüre der Charta wird jedoch schnell klar, dass es mit dem Eigenlob schnell vorbei wäre, und sich Italien durch die Ratifizierung vielmehr den erhobenen Zeigefinger der internationalen Gemeinschaft einhandeln würde.

    Der letzte periodische Bericht über Spanien ist ein interessantes Fallbeispiel. Zunächst hat der Sachverständigenausschuss die Situation vor Ort bis ins Detail überprüft, dabei noch Informationen von Regierung, Opposition und NGOs eingeholt. Der Bericht gibt darüber Auskunft. Selbst in Regionen wie Katalonien und Baskenland, die für manche Lösungen in höchsten Tönen (u. a. als »best practice«) gelobt werden, wurden noch zahlreiche bisweilen stark verbesserungswürdige Zustände festgestellt und aufgezeigt. An die Zentral- und Autonomiebehörden ergehen konkrete Aufforderungen durch die Experten und das Ministerkomitee.

    Auch Südtirol würde meiner Einschätzung nach insgesamt nicht glänzend, aber — im Unterschied zu den meisten anderen Minderheiten in Italien — immerhin mehr als passabel abschneiden. Der Ruf der SVP nach einer raschen Umsetzung des Papiers ist jedoch nach anfänglichem Engagement längst verhallt. Ihren Einsatz hat die Sammelpartei seit Jahren vom tatsächlichen Interesse der Bevölkerung entkoppelt und die heutige Autonomie zum Paradies auf Erden erklärt. Eine realistische Einschätzung durch unabhängige Beobachter passt da nicht wirklich ins Konzept. Das eine oder andere hätten sie sicher auszusetzen an der angeblichen Modellautonomie. Noch stärker dürfte jedoch ins Gewicht fallen, dass der halbherzige Schutz der ladinischen Minderheit, einschließlich ihres hochgepriesenen Schulmodells, einer Überprüfung schwerlich standhalten könnte. Die Ladinerinnen wären hierzulande die großen Nutznießerinnen der Umsetzung der Charta durch Italien, und für die SVP wäre es womöglich eine unangenehme Entblößung.

    Brennerbasisdemokratie ruft sämtliche Parteien in Südtirol dazu auf, sich für die Umsetzung der Charta einzusetzen!

    Cëla enghe: 01 02 03 04 05 06



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  • La Ladinia ›unida‹ te Europa.

    [EN] Ladins visit the Intergroup for traditional minorities of the European Parliament

    A delegation of Ladins from South Tyrol and from Fodom/Cortina d’Ampezzo in Italy has visited on November, the 20th the Intergroup for traditional minorities in the European Parliament in order to explain the desire to re-unificate the three Ladin municipalities of the Province of Belluno in the Veneto region with South Tyrol. At the end of October 2007, the three Ladin municipalities of Cortina, Fodom and Col, which in 1923 were separated from South Tyrol and administratively allocated to the Veneto region, have expressed within a referendum with the convincing majority of nearly 80% their claim to be re-unificated with the autonomous Province of Bolzano/South Tyrol. In these three municipalities, where the population since 1971 has decreased by more than a third, are living approximate 8,000 persons the half of which still are native Ladin speakers. They need urgently the minority protection which is guaranteed in South Tyrol and which they have bitterly missed since the separation from South Tyrol 85 years ago. In Italy the possibility of changing the administrative allocation (article 132 of the Constitution) is linked to very close preconditions. But on the other hand, the Council of Europe-Framework Convention for the Protection of National Minorities (art. 16) and the European Charter for Regional or Minority Languages (art.7, para.1 lit.b) have recommend to the state parties, to which Italy is belonging, to regulate their administrative divisions in a manner which is fair to minorities.

    [LA] Enconteda di referendars con raprejentanc europeics

    Na delegazion de Ladins dl Südtirol y de Souramont (Fodom, Col y Anpezo) à  vijité ai 20 de november 2008 l Grup interfrazional per les mendranzes tradizionales dl Parlament Europeich per ti prejenté y splighé les aspirazions de reunificazion con l Südtirol che i trei comuns ladins dla provinzia de Belun à . A la fin d’otober 2007 à  i trei comuns de Anpezo, Col S. Luzia y Fodom, che é dl 1923 vegnus destachés dal Südtirol y sourandés a la region Venet, declaré te na maniera clera tres n referendum davagné con prest 80 % dles oujes de volei endò vegnì reunifichés con la provinzia autonoma de Bulsan/Südtirol.

    Te chisc trei comuns, che à  perdù dal 1971 inant prest 1/3 de sia popolazion, vìvel al didancuei ca. 8.000 persones, de cheles che demé plu ca. l mez (40% t’Anpezo y 90% ta Fodom) rejona ladin. Chisc ladins à  assolutamenter debojegn dla sconanza dles mendranzes preveduda y garantida tla provinzia da Bulsan, na sconanza, che ti é vegnuda nieda da 85 agn encà , da canche i trei comuns é passés al Venet.
    Tla Talia él la poscibelté de mudé confins aministratifs (art. 132 dla costituzion dl 2001), ma l iter prevedù é dret rie. Da l’autra pert él la Convenzion cheder dl Consei d’Europa per la sconanza dles mendranzes nazionales (art. 16) y la Cherta Europeica per i lingac regionai o de mendranza (art. 7 prum coma let. b) che ti recomana ai Stac firmatars, pro chi che al auda ence la Talia, de tré i confins aministratifs te na maniera che ai respete i debojegns dles mendranzes dailò residentes.

    Quelle/source/fontana: Amisc dla Ladinia Unida



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  • Auch Spar wirbt auf Ladinisch.

    Erfreulich: Nach der Omniscom-Gruppe bedient sich auch die Supermarktkette Spar (Aspiag-Gruppe) der dritten Landessprache. Die Eröffnung eines neuen Verkaufspunkts in S. Cristina (Gherdëina) wird an den neuen Bushaltestellen des Verkehrsverbunds im Tal auch auf Ladinisch* beworben. Die Plakate wurden abwechselnd in allen drei Sprachen angebracht.

    Wie so oft lobe ich hiermit etwas, das eigentlich selbstverständlich sein sollte. Doch leider ist die Haltung von Spar, auf die Gesamtsituation der ladinischen Sprache projiziert, bis jetzt nichts mehr als eine positive Ausnahme. Es wäre zudem interessant, in Erfahrung zu bringen, ob die ladinische Sprache durch Beschriftungen, Werbung etc. auch in den Spar-Märkten selbst präsent ist.

    gratuliert der Aspiag-Gruppe jedenfalls zu diesem Schritt. Kunden bestärken Spar wohl am besten durch ihren Vorzug gegenüber anderen Märkten und indem sie den Respekt für ihre Sprache in Kundenbriefen, Leserpost oder direkt an der Kasse positiv erwähnen. Nur so wird die Gruppe sich angespornt fühlen, auf dem eingeschlagenen Weg weiterzumachen.

    Cëla enghe: 01 02

    *) Zur vollen Gleichberechtigung der Sprache hat es jedoch auch hier nicht ganz gereicht: Die eigentliche Produktwerbung ist selbst auf dem ladinischen Plakat nur Deutsch und Italienisch. Statt »via Dursan« sollte es außerdem »str. Dursan« heißen.



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  • Wo steht Italien?

    Das linke unabhängige Medienportal Indymedia (»don’t hate the media, be the media«) hat kürzlich eine besorgniserregende Zusammenfassung der politischen Situation in Italien gezeichnet, die ich hier wiedergebe¹:

    Kennst Du das Land, in dem die Zitronen blühen?

    Wo steht Italien?

    In Italien fanden dieses Jahr mehrere Wahlen statt. Die Regierung von “bella Italia” wird seitdem vom Popolo della Libertà (PdL-die Vereinigung von Forza Italia und Alleanza Nazionale) und der Lega Nord gestellt.
    Folgende Tatsachen aus Italien wollen wir Dir hier schlaglichtartig zum Besten geben:

    Silvio Berlusconi, Medienzar und einer der reichsten Männer Italiens, ist, obwohl schon wegen Bestechung siebenmal vor Gericht gestellt und viermal schuldig gesprochen, zum dritten Mal Ministerpräsident von Italien geworden. Die Verfahren gegen ihn beschrieb er als “politisch motivierte Hexenjagd”. Mittels diverser Verordnungen und Erlasse, die er in seinen letzten beiden Amtszeiten durchsetzte, verjährten diese Urteile oder wurden aufgehoben.

    Jetzt, in seiner dritten Amtszeit verabschiedete im Juli das italienische Parlament ein Gesetz, das ihm als Premierminister, dem Staatschef, sowie den Präsidenten der Abgeordnetenkammer und des Senats während ihrer Amtszeit die Immunität gewährt. Des weiteren will die Regierungsallianz dem Parlament einen Gesetzesentwurf vorlegen, mit dem auch alle MinisterInnen Straffreiheit gewährt wird.

    Zeitgleich attackiert Berlusconi das Parlament wegen mangelnder Effizienz und strebt das Regieren per Dekret, sprich die Präsidialdemokratie, an.

    Schon bei den vorletzten Wahlen ging die jetzt amtierende Regierungskoalition ein Bündnis mit fünf originären Faschistenparteien, der Alternativa Sociale von Mussolinis Enkelin Alessandra Mussolini, der Forza Nuova des Ex-Terroristen Roberto Fiore, der Fiamma Tricolore von Pino Rauti und anderen gläubigen Faschisten ein. So sagte Silvio Berlusconi 2003, dass der italienische Diktator Mussolini niemand getötet, sondern lediglich Menschen zum Urlaub ins Exil geschickt habe.

    In den 70er Jahren war Berlusconi Mitglied der faschistischen Geheimloge Propaganda Due (P2). Diese versuchte, die damalige Regierung zu destabilisieren und ein rechtsgerichtetes Regime zu installieren. Das auch mit Hilfe des Terrorismus. […]
    Seinen damaligen Protektor und ehemaligen Großmeister der P2, den Faschisten Licio Gelli versorgte Berlusconi vor kurzem mit einer eigenen Fernsehsendung. In dieser Sendung kann dieser nun seine Version der italienische Geschichte den geneigten KonsumentInnen zukommen lassen.

    Ob privat oder öffentlich, das Fernsehen Italiens gehorcht Berlusconis Egide. So steht Italien bezüglich der Pressefreiheit auf Platz 40 von 139 untersuchten Staaten der Organisation “Reporter ohne Grenzen”.

    Zurück zur P2-Loge: Während die Regierung Italiens gegen diverse Ex-Militante der Linken der 70er Jahre Auslieferungsanträge an Frankreich gestellt hat, ist im Oktober Francesca Mambro, eine Faschistin, die für das Bologna-Attentat zu sechsmal lebenslänglich verurteilt wurde, auf Bewährung entlassen worden.

    In sein neues Kabinett berief Berlusconi Roberto Calderoli von der Lega Nord. Dieser extrem rassistische und homophobe Norditaliener sitzt jetzt einem neu geschaffenen Sonderministerium für Vereinfachungen in der Gesetzgebung (ital.: Semplificazione Legislativa) vor. Hier einige Zitate von ihm: “Die Gay-Community hat Padanien in ein Nest von Schwuchteln verwandelt. Wir werden irgendwann ein Volk von Tunten.” Anlässlich des WM Titels 2006 im Spiel gegen Frankreich: “Es ist ein Sieg der italienischen Identität und einer Mannschaft aus Lombarden, Venetiern, Neapolitanern und Kalabriern über eine Mannschaft, die ihre Identität für Resultate geopfert hat und in der Neger, Muslime und Kommunisten spielen.” Im letzten September plante Calderoli, ein Schwein auf das Gelände des Grundstücks in Bologna zu treiben, auf dem die islamische Gemeinde eine Moschee errichten möchte.
    Der Lega-Nord-Chef Umberto Bossi fungiert derweil als Minister für Reformen in Rom. Sein Parteikollege Roberto Maroni als Innenminister.

    Präsident der italienischen Abgeordnetenkammer ist Gianfranco Fini von der Alleanza Nazionale (AN, vormals MSI) geworden. Fini war der Zögling des Faschistenführers und MSI-Gründers Giorgio Almirante und Präsident der faschistischen Jugendorganisation in den 70er Jahren.

    Der Verteidigungminister Italiens ist seit dem 8. Mai 2008 der Ex MSI-ler und AN-Mitglied Ignazio La Russa, der derzeit das Militär unter dem ausgerufenen Notstand im Landesinneren einsetzt. (Ein Notstand, der angeblich wegen der Terrorismusgefahr und der Kleinkriminalität von MigrantInnen ausgerufen wurde! Bei einem Parlament, bei dem gegen fast 20 % der Mitglieder wegen Mafia-Verbindungen ermittelt wurde.) Und so stehen in größeren Städten Italiens Militärfahrzeuge mit Soldaten an Bahnhöfen und öffentlichen Gebäuden, als handele es sich um einen putschgefährdeten lateinamerikanischen Staat.
    Am 11. Mai übernahm La Russa als Nachfolger des Parteivorsitzenden Gianfranco Fini das Amt des Vorsitzenden der AN bis zu deren endgültiger Fusionierung mit der Forza Italia zum PdL.

    Generell ist Berlusconi der Auffassung, dass es in Italien schwer sei, qualifizierte Frauen in der Politik zu finden. So befand er abfällig das neue spanische Kabinett in Madrid als “zu rosa” und prophezeite Regierungschef Zapatero auf Grund der vielen MinisterInnen “Probleme” zu bekommen. In Berlusconis Kabinett sitzen lediglich vier Ministerinnen.
    Darunter die Jugendministerin Giorgia Meloni. Die 31jährige gilt innerhalb der AN als Hardlinerin und ist straighte Antikommunistin. Neben ihrem Ministerposten ist sie zeitgleich Präsidentin der Azione Giovani, der Jugendorganisation der Alleanza Nazionale.
    Die Ministerin für Chancengleichheit ist das Ex-Model Mara Carfagna, die ihre Meriten, laut Abhörprotokollen, bei Silvio Berlusconi durch einige intime Dienste an ihm erlangte und als erstes dem Gay-Pride in Rom die Unterstützung untersagte: “Il patrocinio al Gay Pride? Non sono orientata a darlo. Non servono, i Gay Pride”.

    Der neue Bürgermeister von Rom heißt seit April 2008 Gianni Alemanno. Der wegen eines Molotowcocktailangriffs und weiterer Gewalttaten vorbestrafte Ex-MSI-ler betrat zur Feier seines Wahlerfolgs den Balkon des Amtssitzes. Unten feierten mit Mussolinibüsten, römischem Gruß und Keltenkreuzfahnen seine Anhänger den neuen Bürgermeister von Rom. Eine seiner ersten Amtshandlungen war der Versuch eine Straße zu Ehren des 1988 verstorbenen Faschistenführers Giorgio Almirante umzubenennen. Almirante war während des Zweiten Weltkrieges zunächst Herausgeber der rassistischen und antisemitischen Parteizeitung “La difesa della razza” und nach Errichtung der Salò-Republik ihr Kulturminister. Bis 1987 war er der Vorsitzende der faschistischen Partei Movimento Sociale Italiano (MSI).
    Kulturpolitisch will er jetzt die “ewige Stadt” umkrempeln, die “kulturelle Hegemonie der Linken” brechen. Und dazu gehört, dass erst einmal alle von Mussolini errichteten Gebäude von Grund auf restauriert werden sollen.

    Für die beschleunigte Abschiebung von Roma aus dem Balkan plant die italienische Regierung spezielle Lager und die Erfassung mit speziellen Roma-Karteien. Fast zeitgleich zu großangelegten und medial initiierten Razzien gegen “Illegale” kam es im Mai zu Pogromen gegen Roma in Neapel. Vor laufenden Kameras zündete ein rassistischer Mob unbehelligt von den Carabinieri mit Molotow-Cocktails Baracken von Roma an und vertrieben sie unter Jubel der anwohnenden NachbarInnen. In Italien soll die “illegale Einwanderung” laut eines neuen Sicherheitspaket zur Straftat werden, die mit Gefängnisstrafe geahndet wird.

    Zudem plant die Lega Nord die Einführung einer Aufenthaltsgenehmigung nach dem Vorbild eines Punkteführerscheins. In dem Dokument, das Immigranten zum Preis von 200 Euro ausgestellt wird, soll Ausländern bei jedem Rechtsverstoß eine bestimmte Punkteanzahl abgezogen werden – bis hin zur fälligen Ausweisung.

    Die öffentlichen Angriffe und Gewaltexesse gegen MigrantInnen nehmen in Italien immer mehr zu. Hier einige Beispiele:
    Am 14. September wurde der 19jährige Schwarze Abdul Guibre von einem rassistischen Kneipier und seinem Sohn in Mailand verfolgt und mit einer Eisenstange so schwer zusammen geschlagen, dass er im Krankenhaus verstarb. Sie erschlugen ihn unter rassistischem Gegröhle. Angeblich soll er ein Päckchen Kekse geklaut haben.
    Unweit Neapels, in Castel Volturno, wurden am 18. September 6 schwarze Migranten von der Mafia erschossen. Es folgt eine ganze Welle rassistischer Angriffe und Bedrohungen in diesem Ort. Der Vorsitzende der dortigen Sektion der Faschistenorganisation Forza Nuova ist ein bekannter Mafiaanwalt.
    In der Nacht des 1. Mai wurde der 29jährige Nicola Tommasoli in Verona von 5 Faschisten aus dem Umfeld der rechten Kurve von Hellas Verona ins Koma geprügelt. Er starb kurz darauf. Grund des Prügelexesses war die Verweigerung Nicolas, sich von den Rechten Zigaretten abpressen zu lassen.

    Die Ausweitung der gesellschaftlichen Selektionspraktiken will die Lega Nord jetzt an den italienischen Obdachlosen weiterexerzieren. Eine Vorlage von ihr verpflichtet das Innenministerium jetzt dazu, ein “Verzeichnis der Obdachlosen” anzulegen. Ein entsprechender Zusatzantrag der Lega zum Sicherheitspaket wurde vom Justizausschuss des Parlaments gebilligt.

    Zur Zeit kommt es in Italien zu flächendeckenden Protesten, Demonstrationen und Besetzungen gegen eine neue Reform, die auf die Unterrichtsministerin Mariastella Gelmini zurückgeht. Ein Passus dieser Reform sieht die Streichung von 87.000 Lehrerstellen und 44.500 Jobs im administrativen Schulbereich innerhalb der nächsten drei Jahre vor. Ein maßgeblicher Schritt zur Umstrukturierung des italienischen Bildungssektors auf das inhaltliche und strukturelle Niveau der frühen 60ziger Jahre. Obwohl seit Wochen von einer breiten Masse von ItalienerInnen gegen diese Reform protestiert wird, verweigert die Regierung jeden Dialog. Stattdessen stellen Ex- und amtierende Politiker öffentliche Überlegungen² an, die Proteste der SchülerInnen und StudentInnen mit Einsatz von Gewalt zu beenden. Ende Oktober schaffte es die faschistische Schülerorganisation “blocco studentesco” unter der Obhut der römischen Polizei Waffen auf die Piazza Navona zu schmuggeln, um ihrem Anliegen, an den Schülerprotesten teilzunehmen, handgreiflich nachzuhelfen. Es kam zu einer medial viel beachteten Schlägerei mit SchülerInnen und Linken.


    Stars und Sternchen

    Vor ein paar Wochen verkündete der Torwart Christian Abbiati vom AC Milan: “Ich bin ein Mann der rechten Seite. Ich teile gewisse Werte des Faschismus: Vaterland, Gesellschaftsordnung, Respekt gegenüber der katholischen Religion” und “ich bewundere die Fähigkeit des Faschismus, den Bürgern Ordnung und Sicherheit zu garantieren”.
    Dabei ist er nicht das erste Fußballidol, was sich als Faschist outete. So der Ex-Lazio-Kapitän Paolo di Canio. Er sorgte mit seinem Faschisten-Gruß im Olympiastadion in Rom schon mehrfach für Wirbel. Und Alberto Aquilani, Mittelfeldspieler des AS Roma gab sich auch als Mussolini-Verehrer zu erkennen, als er meinte, er würde ein Foto des Duce besitzen.
    Und das Torhüter-Idol Italiens Gianluigi Buffon von Juventus Turin zeigte schon 2000 in Stadion ein T-Shirt mit dem faschistischen Spruch “boia chi molla – Ein Henker, wer aufgibt.”³


    Anmerkungen von mir:
    ¹) Lediglich etwas sprachliches
    maquillage habe ich dem Text zur besseren Lesbarkeit verpasst.
    ²) So zum Beispiel Staatspräsident i. R. Francesco Cossiga.
    ³) Während der Feiern um den Weltmeistertitel 2006 ließ Buffon angeblich ein Laken mit einem Hakenkreuz vom Mannschaftsbus wehen.



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