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  • Il «successo» del monarca (nudo).

    Tabella tratta dal quotidiano A. Adige del 25 luglio 2010; simboli (rossi e verdi) miei

    Il contenuto del protocollo d’intesa tra il ministro Raffaele Fitto ed il Landeshauptmann Luis Durnwalder alla luce delle loro posizioni iniziali. L’unica cosa che Durnwalder ha portato a casa è la «apposita commissione», ma non nominata dal Governo sudtirolese, bensì paritetica e presieduta dal prefetto, quindi da un funzionario dello stato centrale.



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  • Il testo dell’accordo.
    Fitto-Durnwalder

    PROTOCOLLO D’INTESA

    tra

    Il Consiglio dei Ministri e per esso il Ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione Territoriale

    e

    la Giunta Provinciale della Provincia Autonoma di Bolzano e per essa il Presidente della Giunta

    Oggetto: Installazione di cartelli segnaletici sui sentieri di montagna della Provincia di Bolzano

    *

    Le Parti

    – facendo seguito ad incontri, contatti e corrispondenza intercorsi;

    – nell’intento di addivenire ad una soluzione condivisa per superare i contrasti insorti in merito alla cartellonistica di cui in oggetto, nel rispetto degli accordi internazionali, dei principi costituzionali e statutari, nonché delle normative statali e provinciali in vigore;

    – nel rispetto della storia del territorio con i suoi tre gruppi linguistici;

    – nello spirito primario di consolidare la pacifica convivenza tra i gruppi linguistici in Alto Adige e di incentivare una proficua collaborazione tra Stato e Provincia;

    VISTO

    – il decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 28 novembre 1947, n. 1430 con cui è stata data esecuzione all’Accordo del 5 settembre 1946, riportato come allegato IV del trattato di pace fra l’Italia e le Potenze alleate ed associate firmato a Parigi il 10 febbraio del 1947, che riconosce l’utilizzo paritario della lingua italiana e della lingua tedesca in Provincia di Bolzano;

    – gli articoli 8, primo comma n. 2, 99 e 101 dello Statuto speciale per il Trentino – Alto Adige, approvato con decreto del Presidente della Repubblica il 31 agosto dei 1972, n° 670;

    – la legge provinciale 7 giugno 1982, n. 22;

    – l’articolo 15 della legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni, che contempla la possibilità per le pubbliche amministrazioni di concludere tra loro accordi per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune;

    CONSIDERATO

    – che l’Alpenverein Südtirol AVS, nell’implementazione del progetto finalizzato alla digitalizzazione della rete dei sentieri montani e alpini siti sul territorio provinciale e all’operatività di forme di orientamento supportate con tecnologie GPS ha programmato l’apposizione di circa 73.000 segnavia cartelli lungo i sentieri di montagna della Provincia di Bolzano;

    – che quasi la metà di tali cartelli è stata già  apposta per un numero pari a circa 36.000, mentre la parte restante deve ancora essere apposta per un numero pari a circa 37.000;

    – che l’iniziativa dell’AVS è stata seguita dal confronto tra le Parti sul tema particolarmente sentito dalle comunità locali;

    – che l’Autorità di Polizia Giudiziaria ha individuato Ca. 1.500 cartelli segnaletici contenenti indicazioni esclusivamente monolingui;

    – che la questione interessa la tutela e salvaguardia delle caratteristiche etniche e culturali dei gruppi linguistici presenti sul territorio della Provincia Autonoma;

    – che l’intesa lascia impregiudicata la competenza legislativa della Provincia di Bolzano in materia della toponomastica che non è oggetto dell’intesa;

    – che la situazione venutasi a creare evidenzia difficoltà oggettive, connesse all’attuazione del principio del bi- e, dove previsto, del tri-linguismo;

    – che le Parti concordano sulla necessità  di individuare una soluzione condivisa del problema affinché, in tempi ristretti ma oggettivamente ragionevoli, venga disciplinata l’apposizione dei cartelli sui sentieri di montagna con l’individuazione di criteri oggettivi e chiari, nel rispetto dell’autonomia provinciale in materia di toponomastica;

    tutto ciò premesso e considerato

    si conviene quanto segue

    Articolo 1

    (Finalità e obiettivi)

    1. Il presente Protocollo intende favorire, nel rispetto dei valori costituzionalmente e statutariamente tutelati, l’attuazione del principio del bilinguismo e del trilinguismo, ove previsto, in materia di cartellonistica sui sentieri di montagna, apposta con contributo pubblico.

    Articolo 2

    (Attuazione)

    1. Le Parti si avvalgono delle proprie strutture organizzative per l’attuazione del presente Protocollo e per l’attività  di verifica periodica dell’andamento dell’intesa. Il Consiglio dei Ministri si avvale, in particolare, del Commissario di Governo per la Provincia di Bolzano.

    2. Le parti o per esse i propri delegati entro quindici giorni nomineranno una commissione di esperti, composta da quattro membri, pariteticamente costituita.

    3. La commissione dovrà verificare, concordare e proporre alle parti le indicazioni segnaletiche da redigere in forma bilingue ovvero trilingue nell’ambito dei Ca. 1.500 casi individuati dall’Autorità di Polizia Giudiziaria quali contenenti indicazioni monolingui.

    4. Le determinazioni della commissione, anche per le parti non condivise, saranno rimesse alla valutazione congiunta delle parti, alle quali spetterà ogni determinazione in merito nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 5, entro termini oggettivamente ragionevoli e comunque in tempo utile da consentire la sostituzione della cartellonistica esistente entro la stagione alpinistica 2013.

    Articolo 3

    (Cartellonistica esistente)

    1. La Provincia Autonoma di Bolzano si adopererà per far adeguare i cartelli, di cui all’art. 2, comma 3, già apposti ed attualmente esistenti lungo i sentieri di montagna del territorio provinciale, come ai sensi e nei termini di quanto stabilito dall’art. 2, comma 4.

    Articolo 4

    (Nuova cartellonistica)

    1 La Provincia Autonoma di Bolzano si adopererà per far installare i restanti cartelli, rientranti nel progetto dell’AVS di cui in premessa, nel rispetto dei principi e criteri enunciati con il presente protocollo d’intesa.

    Articolo 5

    (Indicazioni bi trilingui da riportare sui cartelli)

    1 I cartelli da apporre secondo le modalità  descritte agli articoli 2, 3 e 4 devono riportare la forma bilingue (o trilingue laddove prevista) nel rispetto dei seguenti criteri:

    a) indicazione delle denominazioni diffusamente utilizzate per i comuni e per le località  nelle rispettive lingue e delle informazioni generali.

    b) mantenimento, invece, nella loro dizione originaria, in lingua tedesca e/o ladina, dei nomi storici ferma restando in ogni caso la traduzione dei termini aggiuntivi come ad esempio “malga”, “lago”, “montagna”, “fiume”.

    Articolo 6

    (Collaborazione e vigilanza)

    1 Le Parti, ciascuna per quanto di rispettiva competenza, si impegnano a collaborare per il raggiungimento degli obiettivi del presente Protocollo e per l’attuazione delle attività  da esso previste.

    Bolzano, 22 settembre 2010

    Il Presidente della Provincia autonoma di Bolzano

    Il Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale

    Luis Durnwalder

    Raffaele Fitto

    Sottolineature:

    Cëla enghe: 01 02 | 03 || 01 02 03



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  • Feudalherrschaft.

    Seit einiger Zeit haben die Landesregierung und insbesondere der Landeshauptmann einen neuen, vordemokratischen Regierungsstil übernommen, der den Landtag als Ort demokratischer Entscheidungen (einschließlich seiner Kontrollfunktion) drastisch abwertet. Stattdessen wird der Staat als einzig würdiger Ansprechpartner anerkannt.

    Begonnen hat diese unheilvolle Entwicklung mit einem Geheimabkommen zur Energie, das dem Landtag bis heute nicht in vollem Umfang vorliegt. Cristina Kury (Grüne) mutmaßt seit langem, dass damit Eigentum der Südtiroler Bevölkerung an Großkonzerne verschenkt wurde.

    Als zweiter Schritt wurde mit dem Finanzminister ein undurchsichtiges, dem Ort der Unterzeichnung nach als Mailänder Abkommen bekannt gewordenes Papier unterzeichnet, das die Finanzierung der Autonomie sicherstellen soll. Die Wirkungslosigkeit dieses Abkommens ist bekannt.

    Gestern nun hat der greise Feudalherr sogar eine Landeszuständigkeit (Toponomastik) eigenmächtig an den Staat verscherbelt. Der Inhalt des neuerlichen Abkommens soll heute der dankbaren und staunenden Bevölkerung bekanntgegeben werden.

    Es ist höchste Zeit, Durnwalder endlich abzuservieren, bevor er der Demokratie und den Interessen dieses Landes noch größeren Schaden zufügt.

    Cëla enghe: 01



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  • Christo · Durnwalder/Fitto.

    Die nicht immer kunstfreundliche Süd-Tiroler Freiheit (STF) möchte das Bozner Siegesdenkmal von Christo verpacken lassen — und hat angeblich bereits Kontakt zu Mitarbeitern des bulgarischen Künstlers aufgenommen. Dessen ungeachtet, dass den Patrioten womöglich gar nicht klar ist, wie wenig Christos Verpackungen ihren Inhalt »verstecken« und wie sehr sie seine Anwesenheit noch betonen, halte ich dies für eine ausgezeichnete Idee.

    Es wäre eine hervorragende Gelegenheit, sich auf konzeptionelle Weise mit dem Bauwerk bzw. dem Verhältnis von Präsenz und Nicht-Präsenz auseinanderzusetzen und gleichzeitig seine sperrige Symbolik ihrer unmittelbaren Bedeutung zu entziehen. In jedem Fall sind Christos Werke stets ephemer; dies heißt, die Verhüllung wäre selbstverständlich keine Dauerlösung (im Sinne des von der STF wohl beabsichtigten Verbergens), sondern ein vorübergehender, einen Nachdenkprozess fördernder Zustand.

    Ich mache mir aber keine großen Illusionen, dass das Kunstwerk zustande kommt.

    Fitto und Durnwalder haben sich einmal mehr auf ein Abkommen zwischen Staat und Land verständigt — diesmal zum Thema Wegweiser. Ich finde diese Vorgangsweise ungeachtet des Inhalts regelrecht skandalös, zumal die Ergebnisse der Aussprache vor der Bevölkerung und dem Landesparlament bis zur Vertragsunterzeichnung verheimlicht werden. Das ist genauso eine proprietäre, feudale Auffassung der Res Publica wie im Falle der jüngst vergebenen Abschussgenehmigungen in den Wäldern der Landesdomäne nach Gutdünken des Landeshauptmanns. Wieviel so ein Abkommen zwischen Staat und Land wert ist, verdeutlicht übrigens die Tatsache, dass das Land den Staat jetzt verklagt — weil er den Inhalt des Mailänder Abkommens angeblich nicht respektiert hat und Südtirol doppelt zur Kasse beten will.

    Cëla enghe: 01



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  • Außenpolitik.

    Autor:a

    ai

    |

    6 Comentârs → on Außenpolitik.

    Fotos der Vertretungen von Katalonien (Charlottenstraße) und Québec (Pariser Platz) in Berlin

    Andere Regionen in- und außerhalb Europas haben eine kulturelle, politische und wirtschaftliche Außenpolitik, wodurch sie sich selbstbewusst an einem internationalen Diskurs beteiligen. Somit entziehen sie die Außenbeziehungen dem Monopol der etablierten Staaten und tragen zur Dekonstruktion dieses Begriffs bei. Weniger hochtrabend schaffen sie die Grundlage für die Wahrnehmung ihrer Existenz und ihrer Besonderheit, welche sehr oft nicht über die nivellierenden Instanzen eines Nationalstaats darzustellen sind. Über den damit erzielten Multiplikatoreffekt ziehen sie auch konkreten kulturellen und wirtschaftlichen Nutzen aus ihrer internationalen Präsenz.

    Cëla enghe: 01 02 03 04 05 06 07 || 01



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  • Kurzbericht: Treffen mit dem A22-Präsidenten.

    Nachdem ich sowohl die Brennerautobahn, als auch den Präfekten und das zuständige Landesamt für Kabinettangelegenheiten vergeblich auf die Missstände entang der A22 aufmerksam gemacht hatte (vgl. Bildergalerie), habe ich mich an die stv. Regionspräsidentin Martha Stocker gewandt, die in dieser Eigenschaft ebenfalls für die Autobahn zuständig ist. Wie bereits angekündigt hat Frau Stocker — der ich hierfür danke — umgehend ein Treffen mit Autobahnpräsident Walter Pardatscher organisiert, welches nun am Mittwoch im Landtagsgebäude stattgefunden hat.

    Bei dieser Gelegenheit habe ich zunächst meine Verwunderung zum Ausdruck gebracht, dass ein Betrieb in dieser Größenordnung (mit dem jüngst bekannt gewordenen Gewinn) offensichtlich kein definiertes und funktionierendes Sprachmanagement besitzt, sondern manchmal grob improvisiert und auf spontane Hinweise der Bevölkerung angewiesen ist, wie Herr Pardatscher einräumte. Diese Anregung nehme er sehr ernst, versicherte der Präsident — genauso wie die einzelnen Beanstandungen, für die er in Kürze eine detaillierte Stellungnahme zukommen lassen wolle. Wo möglich stehe er für eine zeitnahe Behebung der Missstände.

    Wie Herr Pardatscher in seiner Stellungnahme erklären werde, sei eine zweisprachige Lösung aber rechtlich gar nicht immer zulässig, weil die StVO. in Einzelfällen ausdrücklich Einsprachigkeit vorschreibe, oder aber bereits eine genaue Größe für Schild und Beschriftung definiere, woraus sich die Unmöglichkeit ergebe, den Text in mehr als einer Sprache unterzubringen. Eine für mich — und, so hatte ich den Eindruck, auch für Frau Stocker, die leider immer wieder zu Sitzungen abberufen wurde — nicht hinnehmbare Erklärung, da schließlich auch die Zweisprachigkeit gesetzlich vorgeschrieben ist.

    Den nunmehr hergestellten Kontakt zum Autobahnpräsidenten bewerte ich jedenfalls sehr positiv. Obschon ich hoffe, dass sich die A22 bald ein eigenes Sprachmanagement gibt — als Freizeit-“Aktivist” kann ich mir eine dauerhafte Zusammenarbeit gar nicht leisten — wird sich im Dialog bestimmt die eine oder andere Lösung ausfindig machen lassen.

    Das Treffen selbst war eine sehr konstruktive und hoffnungsvoll stimmende Erfahrung, bei der alle Seiten ihr vollstes Engagement zugesichert haben. Auch Frau Stocker will die Angelegenheit im Weiteren genau mitverfolgen.

    Wie es meine Art ist, werde ich jedoch vor allem die konkreten Ergebnisse beurteilen.



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  • Sprachvolontariat.

    Seit Jahren bewirbt die katalanische Sprachpolitik als vorbildlich und nachahmenswert, zuletzt etwa einmal mehr im Zusammenhang mit dem Konsumentenschutz (Stichwort: MediaWorld).
    Nun holt Landesrat Tommasini (PD) mit dem »Voluntariat per les llengües« — das auch hierzulande seine katalanische Bezeichnung behält — erstmals einen kleinen Happen dieser Sprachpolitik nach Südtirol. Es handelt sich um ein Projekt der dortigen Secretaria de Polí­tica Lingüí­stica, bei dem katalanische Muttersprachlerinnen ihre Sprache auf freiwilliger Basis an andere weitergeben. Von der EU wurde es als Best Practice geadelt.

    In Südtirol können sich Menschen beim Sprachvolontariat melden, die fließend Deutsch oder Dialekt sprechen. Bei informellen Treffen mit einer Lernerin soll dann für zehn Wochen — einmal wöchentlich — je eine Stunde lang gemeinsam Deutsch gesprochen werden. Das Ziel ist, den Lernerinnen die Gelegenheit zu geben, ihre Angst vor der Sprache abzubauen und sie in alltäglichen Situationen zu sprechen.

    Interessierte können sich unter anderem online auf dem eigens eingerichteten Internetportal anmelden, auf welchem auch alle weiteren wichtigen Informationen zum Projekt erhältlich sind. Unklar ist bis dato, ob das Projekt nur italienischen Muttersprachlerinnen zugute kommen wird, oder ob es sich — wie in Katalonien — ausdrücklich auch an Zuwandererinnen und auswärtige Uni-Studentinnen richtet.

    Ich hoffe natürlich, dass möglichst viele Südtirolerinnen an dieser Initiative teilnehmen — um die Deutschkenntnisse von Neuankömmlingen und Zweitsprachlerinnen zu verbessern, bestenfalls aber auch, um sprachgruppenübergreifende Freundschaften und somit den gesellschaftlichen Zusammenhalt zu fördern.

    Nicht zuletzt kann dieses Projekt dazu beitragen, in Hinkunft noch mehr Sprachinitiativen nach katalanischem Vorbild nach Südtirol zu bringen und/oder auch hierzulande eine neue Dimension der Sprachpolitik zu eröffnen. Vielleicht wird der Landesregierung ja endlich bewusst, dass gute Einzelmaßnahmen wie jetzt das Sprachvolontariat nur dann gesamtgesellschaftlich greifen werden, wenn sie in eine einheitliche und zielgerichtete Sprachpolitik gegossen werden.

    Cëla enghe: 01



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  • Wegweiser: Mehrsprachig.

    In der Debatte um die Wegweiser ist seit einigen Wochen das Argument aufgetaucht, die Mehrzahl davon befinde sich gar nicht auf öffentlichem Boden. Daher könne — jedenfalls für die geschätzten 80 Prozent der Schilder, die auf privatem Grund stehen — auch niemand die Anwendung des Prontuario anordnen. Diese juristische Spitzfindigkeit ist ein legitimes Argument, um sich dem überzogenen Italianisierungsanspruch einiger zu entziehen — aber auch nicht mehr als das.

    Im Grunde offenbart die Notwendigkeit solcher Spitzfindigkeiten die Unfähigkeit der Politik, endlich eine klare und allgemein gültige Toponomastikregelung zu verabschieden. Dass zwischenzeitlich AVS und CAI damit beauftragt wurden, dies zu übernehmen, ist realitätsfremd und mit demokratischen Standards unvereinbar.

    Gleichzeitig wäre das Beharren auf der Unterscheidung zwischen privatem und öffentlichem Grund jedoch ein unlauteres Mittel, um den AVS einer Verantwortung zu entziehen, die er mit der Beschilderung öffentlich zugänglicher Wege — volens nolens — sehr wohl eingegangen ist: Die Zwei- und Dreisprachigkeit (nicht die Zwei- und Dreinamigkeit!) ist in Südtirol eine Frage des gegenseitigen Respekts und des gesellschaftlichen Zusammenhalts. Sollten die soeben von der Landesregierung verabschiedeten Richtlinien für die Beschilderung greifen, wäre es daher verantwortungslos, weiterhin die Unterscheidung zwischen privatem und öffentlichem Grund vorzuschieben, um nur jene 20 Prozent der Schilder anzupassen, die auf öffentlichem Boden stehen. Selbst wenn der AVS damit juristisch in Ordnung wäre.



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