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  • Färöer wollen in die WHO.

    Die Regierung der Färöer hat vor wenigen Tagen bekanntgegeben, dass sie für die zu Dänemark gehörenden Inseln einen Antrag um Mitgliedschaft bei der Weltgesundheitsorganisation (WHO) gestellt hat. Autonomen Gebieten stehe diese Möglichkeit offen, sie könnten so im Rahmen der Organisation eine aktive Rolle einnehmen.

    Im Falle einer Aufnahme hätten die Färöer Zugang und Mitsprachemöglichkeit in der Vollversammlung und bei den Komiteesitzungen, allerdings ohne Stimmrecht. Dieses ist souveränen Staaten vorbehalten. Die politischen Pflichten sind hingegen für alle Mitglieder gleich.

    Die gegenwärtige Pandemie, so die Färöische Regierung, habe die Vorteile der WHO-Mitgliedschaft noch offensichtlicher gemacht. Bei den Vereinten Nationen sind die Inseln bereits selbständiges Mitglied in den Organisationen für Ernährung (FAO), Schifffahrt (IMO) und Bildung, Wissenschaft, Kultur (UNESCO).

    Cëla enghe: 01 02 03 || 01 02



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  • A Coruña definisce l’uso delle lingue.
    Affirmative action

    Ultimo in Galizia, giovedì scorso il Consiglio comunale della città di A Coruña ha approvato — con l’unica astensione del PP, ma senza voti contrari — un’ordinanza sull’uso della lingua galiziana. Con ciò si completa, oltre trent’anni dopo, un ciclo iniziato nel lontano 1988 con l’approvazione della Legge sull’uso del galiziano nelle amministrazioni locali.

    A Coruña è il capoluogo dell’omonima provincia, nella quale si trova anche la capitale galiziana, Santiago de Compostela.

    Oltre a confermare che chiunque ha il diritto a dirigersi a qualsiasi servizio dell’amministrazione locale scegliendo tra lingua castigliana e galiziana, e a venir servito nella stessa lingua (come comunque già garantito dallo Statuto di autonomia), l’ordinanza prevede che la lingua d’uso preferenziale dell’amministrazione sia il galiziano e che tutta la comunicazione interna, quella esterna verso le altre amministrazioni con sede in Galizia, la cartellonistica e la comunicazione pubblica saranno per default in tale lingua.

    Al fine di favorire la diffusione della lingua propria della Galizia, anche gli organismi che dipendono dal Comune — organi autonomi, società, fondazioni, centri di formazione, musei, archivi, biblioteche e scuole dell’infanzia comunali — saranno soggetti alle stesse regole definite dall’ordinanza.

    Il Servizio per la Normalizzazione Linguistica (SNL) del Comune sarà dotato del personale aggiuntivo necessario a rendere effettive le nuove regole linguistiche.

    Cëla enghe: 01 02 03 || 01 02



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  • Welsh Language Impact Assessment.

    Die zuständigen Behörden haben letzte Woche ein Bebauungsprojekt in Morfa Nefyn (Wales) einstimmig abgelehnt, weil sich daraus mit hoher Wahrscheinlichkeit negative Auswirkungen auf die walisische Sprache ergeben hätten. Insbesondere der Zuschnitt der Wohnungen und die zu erwartenden (hohen) Verkaufspreise ließen die Fachleute vermuten, dass das Projekt den Zuzug aus England und somit eine weitere Schwächung der walisischen Sprachgemeinschaft fördern würde — in einer Umgebung, in der bereits zahlreiche Zweitwohnsitze Kopfzerbrechen bereiten.

    Photorealistische Darstellung (Auszug aus dem Baugesuch – via www.nation.cymru)

    Seit mehreren Jahren muss in Wales vor der Umsetzung eines derartigen Projekts ein sogenanntes Welsh Language Impact Assessment abgeschlossen werden, um die Auswirkungen auf die walisische Sprache abzuschätzen. Davon betroffen sind nicht nur bau(recht)liche, sondern auch politische, gesellschaftliche oder wirtschaftliche Initiativen. Grundlage hierfür ist der Well-being of Future Generations (Wales) Act von 2015, der den Schutz und die Förderung der walisischen Sprache zu einem von sieben großen Zukunftszielen erklärt.

    Dabei geht es im konkreten Fall nicht etwa um die grundsätzliche Unterbindung von Zuzug, sondern um die Eindämmung von Spekulation, die eine exzessive Zunahme von Zweitwohnsitzen bzw. eine Verzerrung des Wohnungsmarktes zu Lasten der einheimischen Bevölkerung durch übermäßigen Zuzug zur Folge hätte und somit die walisische Sprache einem unverträglichen Majorisierungsdruck aussetzen würde.

    Cëla enghe: 01 02 03 04 05 06 || 01



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  • La Russia si giustifica citando la Catalogna.
    Caso Navalnyj

    L’Alto Rappresentante della UE per gli affari esteri, il socialista Josep Borrell (S&D), oggi si è recato in Russia per chiedere la liberazione di Aleksej Navalnyj e un’investigazione dell’avvelenamento — e per tutta risposta il ministro degli esteri russo, Serghej Lavrov, gli ha rinfacciato la situazione catalana.

    Concretamente ha fatto notare l’intervento della polizia spagnola nei confronti di chi voleva esprimere il voto nel referendum del 1° ottobre 2017, ben più violento di quello della polizia russa durante le proteste per la liberazione di Navalnyj nei giorni scorsi. Inoltre, si è lamentato del fatto che i prigionieri politici catalani non siano stati liberati nonostante le decisioni prese dai tribunali belgi e tedeschi.

    Se la Spagna non vuole intromissioni esterne, Lavrov fa notare che la Russia non fa altro che chiedere la stessa cosa.

    Ancora una volta, dunque, e in maniera più evidente che mai, il doppiopesismo della UE — che non ha avuto nulla da ridire sull’intervento spagnolo nei confronti dell’indipendentismo catalano — le si ritorce contro, facendole perdere credibilità. A tal proposito certo non aiuta che lo stesso Alto Rappresentante, di origini catalane, abbia sempre difeso a spada tratta la repressione madrilena.

    Cëla enghe: 01 02 03 04 05 | 06 07 || 01



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  • Covid: Sempre più test in Sudtirolo.

    Settimana scorsa, sulla base dei dati ufficiali della Protezione civile, avevo verificato se fosse vero che il Sudtirolo stesse effettuando più tamponi di altri territori e quindi potrebbe venire penalizzato nel calcolo dell’incidenza.

    Il risultato era che sì, se paragonato alle regioni d’Italia, il Sudtirolo sta effettivamente testando a un ritmo decisamente sostenuto: tra venerdì 22 e venerdì 29 gennaio qui si erano analizzati 9,06 tamponi ogni 100 abitanti, mentre Veneto e Umbria (al secondo posto) ne effettuavano 4,99 ogni 100 — il 44,9% in meno.

    Per capire se l’istantanea di settimana scorsa fosse rappresentativa di una strategia prolungata o se invece fosse riferita a una situazione passeggera ho voluto ripetere l’operazione:

    Test PCR e antigenici rapidi; tasso ogni 100 abitanti; dati: Protezione civile; popolazione: ECDC.

    Risultato: osservando i test realizzati tra mercoledì scorso (27 gennaio) e ieri (3 febbraio) si ha, addirittura, un’ulteriore accelerazione nei tamponi effettuati in Sudtirolo (9,24 ogni 100 abitanti) e un contemporaneo leggero rallentamento dell’Umbria al secondo posto (4,96 ogni 100) con un divario che cresce oltre il 46,3%.

    Insomma, il Sudtirolo da settimane sta testando a un ritmo quasi doppio rispetto alla prima regione italiana che lo insegue. Ma ce ne sono altre che vanno ancora molto più lentamente. E allora pare ovvio che osservare la sola incidenza infettiva, senza tenere in debito conto il numero di tamponi effettuati, può generare risultati fuorvianti.

    Attenzione: con ciò non intendo insinuare che la situazione in Sudtirolo non sia grave e che non ci sia bisogno di ulteriori misure di contenimento, ma solamente avvertire di un possibile problema legato al confronto dei dati epidemiologici tra territori diversi.

    Cëla enghe: 01



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  • Der Südtiroler Weg bei Pro und Contra.
    Corona

    Vorgestern Abend diskutierten LAbg. Brigitte Foppa (Grüne) und LR Arnold Schuler (SVP) bei Pro & Contra über den Südtiroler Weg zur Corona-Bekämpfung. Frau Foppa wies dabei immer wieder darauf hin, dass sich Südtirol einfach dem zentralstaatlichen Weg hätte unterordnen sollen.

    Einige Bemerkungen zu diesen Aussagen:

    Unsere ursprüngliche Kritik ging einmal dahin, dass man sagt: Eine Pandemie lokal lösen wird ganz schwierig sein.

    Brigitte Foppa

    Ich habe nicht den Eindruck, dass jemand vorhatte, die Pandemie lokal zu lösen — das wäre ein nicht aufzulösender Widerspruch. Aber auch in einer Pandemie haben Autonomie und Subsidiaritätsprinzip eine Berechtigung. Manche hyperlokalen Maßnahmen (Lockdowns/Massentestungen auf Gemeindeebene) haben sich sogar als ziemlich erfolgreich erwiesen.

    Ich hab mir in den letzten Monaten manchmal eine Frage gestellt und ich will sie auch hier stellen: Vielleicht ist diese ganze Sache doch eine Nummer zu groß für diese Landesregierung. Wir sind eine kleine Provinz im Norden Italiens und wir wollen einen eigenen Weg gehen.

    Brigitte Foppa

    Es ist doch wichtig zu wissen, was kann ein Staat, was kann eine EU […], was kann eine Provinz? Vielleicht haben wir uns auch ein wenig überschätzt.

    Brigitte Foppa

    Die Pandemiebekämpfung hat mit Größe wenig zu tun. Es gibt kleine Einheiten die sehr erfolgreich waren und es gibt große Staaten, die völlig versagt haben.

    [Wir] sind in Italien einen eigenen Weg gegangen, das ist Fakt, und wir stehen jetzt nicht als die Besten da, sondern eigentlich als die Schlechtesten. Deshalb — wenn wir uns mit dem Rest von Italien vergleichen und normalerweise schauen wir da immer naserümpfend auf den Rest Italiens, so könnten wir hier unsere Haltung auch ein wenig korrigieren in dieser Sache.

    Brigitte Foppa

    Leider geben die Zahlen diese Interpretation so kaum her. Südtirol steht schlecht da, das ist Fakt. Dass es besser dastehen würde, wenn es sich dem zentralstaatlichen Weg untergeordnet hätte, lässt sich endgültig weder beweisen noch widerlegen. In jedem Fall steht unser Land aber heute, was die Todeszahlen betrifft, besser — oder weniger schlecht — da, als die norditalienischen Regionen und als das benachbarte Trentino. Und dies, obschon es hier Lockerungen gegeben hat, die (zumal die Schulöffnungen) vielen Menschen durchaus auch zugute gekommen sind.

    Auf jeden Fall glaube ich bis heute, dass der Landeshauptmann lieber gehabt hätte, dass auf dem Schild, das glaub ich am besten das letzte Jahr zusammenfasst, leider Gottes, wo stand »Wegen Kompatscher geschlossen« hätte er glaub ich gerne gehabt, dass da »Wegen Conte geschlossen« gestanden wäre.

    Brigitte Foppa

    Transkriptionen von mir

    Das glaube ich auch. Doch gerade deshalb bin ich ihm dankbar, dass er die Verantwortung und die Risiken auf sich genommen hat, die mit einem eigenen Weg verbunden sind und waren.

    Der Landesrat hat meiner Meinung nach bei Pro & Contra eine äußerst magere Figur abgegeben und auch die Autonomie kaum verteidigt.

    Immer wieder hat Frau Foppa in der Diskussion auch auf die fehlende Planbarkeit für Familie und Wirtschaft verwiesen. Klar, darum war und ist es äußerst schlecht bestellt — für viele Menschen auf eine unzumutbare Weise. Aber ein Alleinstellungsmerkmal für Südtirol ist auch diese Tatsache nicht.

    Cëla enghe: 01 02 03 04 || 01 02 03



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  • Weniger Coronatote als in Norditalien.

    Ich lese dieser Tage immer wieder, der sogenannte Südtiroler Weg zur Pandemiebekämpfung sei ein Desaster und habe uns geradeaus ins Verderben geführt. Viel besser wäre es manchen Beobachterinnen — zumal den Grünen — zufolge gewesen, sich einfach dem zentralstaatlichen Weg unterzuordnen und somit auf Chancen und Risiken der Autonomie zu verzichten.

    Wo ich durchaus mitgehe ist die Kritik an der teils hemdsärmligen Vorgehensweise der Landesregierung. Dass es beim Gesundheitsbetrieb massive Probleme gab und gibt haben wir hier auf auch immer wieder aufgezeigt.

    Dass wir aber im Gleichschritt mit Rom besser dastünden wage ich sehr zu bezweifeln. Klar lässt sich die Vermutung weder bestätigen noch widerlegen. Doch die aktuellen Zahlen geben einfach nicht her, dass wir grundsätzlich schlechter dastehen, als andere Gebiete im Staat, die entweder gar keine Autonomie haben oder diese jedenfalls nicht genutzt haben, um einen eigenen Weg zu gehen.

    Um einen Vergleich anzustellen ist es wohl wenig sinnvoll, rein auf die Infektionszahlen zu schauen, ohne die deutlich höhere Testrate zu berücksichtigen — wie es offenbar die EU (bzw. das ECDC) gemacht hat, um uns als »dunkelrot« einzustufen.

    Deshalb habe ich mir jetzt auch die Todeszahlen angeschaut — und auch die geben eine Verurteilung des Südtiroler Wegs nicht her:

    Daten: Zivilschutz; Bevölkerungszahlen: ECDC.

    Weder insgesamt (von Pandemiebeginn bis zum gestrigen 2. Februar) noch in der zweiten Welle (ich habe hierzu die Zahlen vom 31. Oktober 2020 bis zum 2. Februar herangezogen) schneidet Südtirol auffallend schlecht ab.

    Während der gesamten Pandemie sind in Südtirol (je 100.000 Einwohnerinnen) den amtlichen Daten zufolge sogar weniger Menschen an/mit Corona gestorben, als in sämtlichen Regionen ganz Norditaliens.

    Betrachten wir nur die zweite Welle, waren die Lombardei, Ligurien und Piemont (etwas) erfolgreicher.

    Deutlich besser sah es nur in Mittel- und Süditalien aus, doch bei einem so eindeutigen Nord-Süd-Gefälle dürften da auch andere Faktoren eine Rolle spielen.

    Insgesamt ist der Südtiroler Weg also bis hierher sicher keine Glanzleistung, doch — zumindest was die Todeszahlen betrifft — wäre uns eine vorauseilende Aufgabe der Autonomie wohl kaum hilfreich gewesen. Scheuen müssen wir nicht den Vergleich mit dem Zentralstaat, sondern den mit manch erfolgreicherem anderen Land.

    Cëla enghe: 01 02 03 || 01 02 03



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